«Senza un
vaccino è inevitabile avere nuovi e continui focolai. Da qui a un anno non
torneremo alla normalità, i politici non lo dicono chiaramente e le persone di
conseguenza si comportano in modo scellerato», dice Richard Horton, 58 anni,
laurea in Medicina.
Il Coronavirus è
ancora tra noi, i politici, che seguirebbero interessi economici, sbagliano a
minimizzare, mentre il grande errore dell’Europa è stato trattare, all’inizio,
il virus come se fosse una semplice influenza.
Il direttore della celebre
rivista scientifica Lancet, Richard Horton – 58 anni, laurea in
Medicina – non risparmia critiche a colleghi e autorità governative. In
un’intervista a Repubblica – dai toni meno ottimistici di
quelli di alcuni esperti nei giorni scorsi – punta il dito contro la
gestione dell’emergenza da parte del Regno Unito, ma non risparmia nemmeno
l’Italia.
«Se l’Italia
avesse chiuso prima, sarebbero state risparmiate molte vite», dice Horton. «Un
lockdown anticipato di una o due settimane può significare fino al 50% di
vittime in meno», continua. E cita l’esempio della Gran Bretagna: «Il ritardo
di Boris Johnson è costato almeno la metà delle vittime totali nel
Paese (terzo al mondo per
numero di morti ndr)».
Horton è
convinto che l’eventuale seconda ondata potrebbe essere evitata, se i politici
si impegnassero a non crearne le condizioni: «Senza un vaccino è inevitabile
avere nuovi e continui focolai. Da qui a un anno non torneremo alla normalità,
i politici non lo dicono chiaramente e le persone di conseguenza si comportano
in modo scellerato».
Ma, secondo
il direttore di Lancet, nemmeno un vaccino potrebbe essere
risolutivo: «Non è un proiettile magico. Sarà complicatissimo trovarne uno
efficace e sano al 100%». E invita a non avere fretta nella corsa al
vaccino: «In gioco c’è la salute delle persone: l’efficacia di un vaccino si
vede in tempi brevi, ma la sua sicurezza si nota su un periodo molto più
lungo».
Ma a
sbagliare nella gestione dell’emergenza non sono stati solo i politici. Secondo
Horton, anche alcuni esperti hanno la loro dose di responsabilità. «Molti
scienziati, collusi con i politici, non hanno detto la verità. Nel complesso la
comunità scientifica è stata straordinaria, ma sono stati fatti anche degli
errori. Non deve più capitare. Ne ve della scienza, tutta».
(Olga Bibus
– open.online - pubblicato su Infosannio
18 giugno 2020 )
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