Le misure e gli obiettivi più importanti in sintesi.
Approvata anche la strategia nazionale per l'idrogeno.
Con parecchi
mesi di ritardo la Germania ha presentato il suo Piano nazionale
integrato per l’energia e il clima al 2030 (PNIEC). L’annuncio è
arrivato dal ministro dell’Energia, Peter Altmaier, spiegando che il ritardo è
stato determinato dalla necessità di rielaborare il piano alla luce del
programma di protezione climatica – Klimaschutzprogramm – approvato da Berlino lo scorso autunno.
Anche la Spagna ha presentato il
suo PNIEC in ritardo lo scorso gennaio, mentre l’Italia ha trasmesso alla
Commissione Ue il documento entro il termine indicato da Bruxelles (dicembre
2019).
Così la
Germania ha deciso di puntare ai seguenti obiettivi al 2030:
- ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 55% rispetto al 1990;
- portare le rinnovabili al 30% dei consumi finali lordi di energia;
- ridurre il consumo di energia primaria del 30% con misure di efficienza.
Più in
dettaglio le documento di quasi 300 pagine emerge che le fonti rinnovabili
dovranno salire al 65% del mix elettrico tedesco nel 2030 contro una
quota del 43% stimata per l’intero 2020 grazie soprattutto alla potenza
cumulativa installata nell’eolico a terra e in mare, rispettivamente
67-71 GW e 20 GW, oltre ai 98 GW previsti nel fotovoltaico.
Intanto nei
primi cinque mesi del 2020 le rinnovabili hanno prodotto il 56%
dell’elettricità grazie al boom della produzione eolica (In Germania rinnovabili al 56% del
mix elettrico… e una nuova centrale a carbone). In sostanza,
contando anche biomasse e idroelettrico, le rinnovabili tra dieci anni dovranno
contare su circa 200 GW per produrre circa 377 TWh di energia elettrica
l’anno. Invece la quota delle tecnologie pulite nel riscaldamento e nei trasporti,
secondo il PNIEC tedesco, raggiungerà il 27% in entrambi i settori. Ricordiamo
poi che la Germania ha stabilito di uscire completamente dal carbone
non più tardi del 2038 chiudendo gli impianti in diverse tappe, e di far
partire nel 2021 una carbon tax da 25
euro per tonnellata di CO2, in modo da penalizzare l’uso di carburanti
fossili nel riscaldamento e nei trasporti.
Nella
ricetta tedesca per la transizione energetica ci sarà spazio anche per
l’idrogeno: oltre al PNIEC, infatti, il governo federale ha adottato una
strategia nazionale per l’idrogeno, con l’obiettivo di favorire la sua
produzione e il suo utilizzo nelle attività industriali e nei trasporti. La Germania
punta molte carte sull’idrogeno “verde”, quello prodotto al 100% da fonti
rinnovabili con gli elettrolizzatori, allo scopo di decarbonizzare le industrie
pesanti (come acciaierie e grandi stabilimenti chimici) e i trasporti
(camion, navi), con ulteriori 310 milioni di euro destinati a finanziare
attività di ricerca e sviluppo nel settore fino al 2023.
Documenti
allegati (pdf in
tedesco):
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