Si fa molta fatica a
riconoscere la Germania politicamente così divisa e in difficoltà. Domenica si
vota in Sassonia e Turingia, poi in Brandeburgo. Si imporranno riflessioni:
sulla Brandmauer, il cordone sanitario posto fin qui all'estrema destra;
sulla forza di AfD e Bsw e sui partiti di governo che usciranno a
pezzi dalle urne
Non siamo abituati a
vedere la Germania
politicamente così divisa e in difficoltà. Dopo gli anni della grande stabilità
garantita da Angela Merkel, a Berlino hanno dovuto affrontare una serie di
novità alle quali non si era preparati: una maggioranza di governo inedita (il
primo governo Semaforo formato da socialdemocratici, verdi e liberali), la
revisione delle relazioni con la Russia, l’inflazione crescente, la diminuzione
del potere d’acquisto e una trasformazione significativa del quadro politico.
Gli storici partiti di massa (Unione, Spd e Verdi) sono in crisi,
l’estrema destra di Alternative für Deutschland è in
continua ascesa e ora, per la prima volta, è nato un partito
personale. Dalla scissione con la Linke (sinistra) si è costituito il
nuovo partito della star mediatica Sahra Wagenknecht.
Si fa molta fatica a
riconoscere la Germania e a orientarsi in questi nuovi sviluppi della
politica tedesca. Difficile dire se si tratta di una crisi di sistema o di una
profonda trasformazione. Certo è che la Germania si appresta ad assistere domenica
alle elezioni in due Länder dell’est, la Sassonia e la Turingia, in una
condizione di insicurezza e paura. A complicare ancora di più un quadro già di
per sé incerto c’è stato anche l’attentato terrorista a Solingen. Non è stato
il primo e non sarà l’ultimo in Germania, ma inevitabilmente non farà altro che
portare acqua al mulino dei partiti di protesta che si presentano come
alternativi al sistema di governo consolidato, ovvero Alternative für
Deutschland (AfD) e il nuovo Bündnis Sarah Wagenknecht (Bsw).
Le elezioni in
Turingia e Sassonia
Domenica si vota
dunque in Turingia e in Sassonia (e il 22 settembre in Brandeburgo) e tutti
questi elementi potrebbero confluire in un risultato che rischia di creare un
terremoto politico. In entrambi i Länder di Turingia e Sassonia lo
scenario più probabile è quello dell’impossibilità di costituire un governo
senza il contributo o dell’estrema destra di AfD o della nuova sinistra
conservatrice di Wagenknecht. Ci sarà, molto probabilmente, anche un risultato deludente
per i partiti al governo (Spd, verdi e liberali) ed inoltre non è assolutamente
certo che la Cdu sarà il primo partito.
La situazione è
particolarmente complessa in Turingia dove AfD è attestata al 29-30 per cento,
la Cdu al 21-23, la Bsw al 18-20 e la Linke al 13-14 per cento.
Molto più distanti i socialdemocratici con il 6, mentre verdi e liberali non
dovrebbero superare la soglia per eleggere i propri rappresentanti nel
parlamento regionale. Uno scenario del genere renderebbe una vera impresa di
ingegneria politica la formazione del governo regionale. C’è anche da ricordare
che la Turingia già da cinque anni è governato da un governo di minoranza tra
Linke, socialdemocratici e verdi con ministro-presidente Bodo Ramelow (Linke,
sinistra). Il fattore del tutto inedito e potenzialmente esplosivo ovviamente è
la forza che assumerebbero due partiti estremisti come AfD e Bsw la cui
affidabilità di governo non è stata mai ancora testata.
Diversa solo in parte
la situazione in Sassonia, un Land che con i suoi quattro milioni di abitanti è
quasi il doppio rispetto alla Turingia. Qui la Cdu e AfD si giocheranno la
partita fino alla fine per il primo posto. Entrambi sono attestati intorno al
30 per cento con un leggero vantaggio per i cristiano-democratici. Anche in
Sassonia la Bsw andrà presumibilmente molto bene (10-12 per cento). Più
indietro i socialdemocratici, i Verdi e la Linke che dovranno lottare per
superare la soglia di sbarramento del 5 per cento. In Sassonia attualmente
governa la Cdu con Michael Kretschmer (in realtà molto stimato) in una
coalizione-Kenya (Cdu-Spd-Verdi). Nonostante la popolarità di Michael
Kretschmer la maggioranza è decisamente in bilico.
Le possibili
conseguenze del voto
Le conseguenze di
questo voto non saranno esclusivamente regionali ma imporranno una riflessione
più generale che riguarda in primo luogo la cosiddetta Brandmauer,
letteralmente muro spartifuoco, che impedisce ai partiti democratici di
governare con l’estrema destra di AfD. Fino a quando potrà reggere questo muro?
Fino a quando si potrà scegliere consapevolmente di non scendere a compromessi
con AfD? Cosa succederà se non si potrà costituire un governo senza AfD? Al
momento non c’è una risposta a queste domande, ma è certo che queste due
elezioni imporranno una riflessione soprattutto all’interno della CDU.
La seconda questione
riguarda ovviamente i partiti di governo che molto probabilmente usciranno a
pezzi da questa tornata elettorale. Il governo Semaforo aveva iniziato con un
programma ambizioso sebbene fosse chiaro sin dall’inizio che le tre forze di governo
non potessero costituire un progetto politico di lungo periodo. Si trattava una
coalizione necessaria e contingente a dare alla Repubblica federale un governo.
Le differenze nei programmi ma anche culturali tra i leader dei due partiti
sono risultate immediatamente evidenti. La grande crisi energetica causata
dalla guerra in Ucraina ha fatto il resto che si è comunque aggiunta su un
tessuto sociale già fortemente provato dalle conseguenze della gestione dei
flussi migratori.
Come reazione
all’attentato di Solingen, il governo di Olaf Scholz (Spd) ha intrapreso
immediatamente misure
significative come una decisa stretta sull’accoglienza dei migranti
cosiddetti dublinanti (ovvero coloro che avrebbero dovuto fare richiesta di
asilo nel paese di primo approdo ma che in realtà proseguono verso altri paesi,
come il caso appunto dell’attentatore di Solingen) e saranno ridotti al minimo
anche i servizi previsti. Sono state inoltre decise misure molto restrittive
sull’uso delle armi e il divieto assoluto di portare coltelli a feste
pubbliche, manifestazioni sportive, fiere e qualunque tipo di manifestazione
pubblica nonché la possibilità di estendere il divieto anche alle stazioni e ai
treni a lunga percorrenza.
L’impressione è che si
tratti di misure condivise, ma forse un po’ tardive a salvare le elezioni di
domenica.
* da huffingtonpost.it
- 30
Agosto 2024
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