Un patto delle sinistre. L’ultimo esperimento di unità tra le sinistre si tenne durante le elezioni politiche del 2002. In quell’occasione a riunirsi furono 6 precandidati alla presidenza
di Davide Matrone *
Un evento a suo modo storico, quello tenuto presso la Casa
della Cultura Benjamín Carrión a Quito: il primo incontro delle organizzazioni
e dei partiti della sinistra del paese, in vista delle elezioni presidenziali del 2025.
Storico perché l’Ecuador storicamente non è mai stata terra fertile per le
alleanze politiche-elettorali tra le forze di centrosinistra e della sinistra. L’ultimo esperimento di unità
tra le sinistre si tenne durante le elezioni politiche del 2002. In
quell’occasione a riunirsi furono 6 precandidati alla presidenza. Non si giunse
a nessun accordo.
L’incontro è avvenuto il 31 luglio. Come hanno sottolineato
molti esponenti politici presenti, si è dato grazie al manifesto promosso da 53
organizzazioni della società civile ecuadoriana, con l’obiettivo di riunire
intorno a un tavolo tutti i partiti del centrosinistra, dei settori
progressisti, dei movimenti e dei partiti politici della sinistra e battere il
neoliberismo imposto dai governi di destra negli ultimi 7 anni, quelli di Lenin
Moreno, Guillermo Lasso e ora di Gustavo Noboa.
Tra i promotori spicca la Federazione ecuadoriana di
organizzazioni Lgbtiq+, i collettivi degli artisti ecuadoriani, la Federazione
delle cooperative di trasporto pubblico (Fenacotip), le organizzazioni delle
donne ed esponenti di alcune accademie del paese. I primi leader e partiti
politici a rispondere in modo favorevole sono stati Leonidas Iza, presidente
della grande confederazione indigenista Conaie, Luisa González, ex candidata
presidenziale della Revolución Ciudadana e presidente dello stesso partito e
l’ex governatore del Guayas, Jimmy Jairala del Centro democratico.
Si sono aggiunti poi Natasha Rojas come rappresentante
dell’Unità Popolare, Marcelino Churuchumbi del partito Packakutik, i
rappresentanti del Partito socialista ecuadoriano e quelli del Movimento Reto.
Con un’assenza di peso, quella della Sinistra democratica che oggi vede tra le
sue file Carlos Rabascall, ex candidato vicepresidente della Repubblica con il
movimento dell’ex presidente Rafael Correa per le elezioni presidenziali del
2021.
Durante la convention, i leader dei partiti hanno mostrato
buoni auspici e la disponibilità a lavorare in modo congiunto verso un accordo
programmatico per battere le destre il prossimo anno. «Siamo decisi nella
costruzione dell’unità della sinistre per combattere l’odio e il fascismo che
hanno costruito immaginari collettivi che legittimano le disuguaglianze sociali
ed economiche. Siamo però giunti a quest’incontro senza dimenticare il passato
da cui provengono i gravi problemi che ancora viviamo oggi», ha dichiarato
Leonidas Iza nel suo primo intervento.
Il leder della Conaie, pre-candidato presidente della
Repubblica con il partito Pachakutik, ha ricordato come il razzismo in Ecuador
venga dalle tappe della costruzione della Repubblica Ecuadoriana quando sin dalla Costituzione del 1830
nell’articolo 27 si sanciva l’affidamento degli indigeni – come classe
innocente, abietta e miserabile – ai padri della Chiesa Cattolica.
Affermazione che ha generato forti applausi nella gremitissima sala della Casa
della Cultura.
«Malgrado le differenze, possiamo e dobbiamo incontrare dei
punti in comune attraverso il dialogo evitando di accusarci mutuamente perché
in questo mondo non andremo molto lontano. Chiedo che ogni organizzazione e
partito faccia al suo proprio interno un autoesame analizzando i fattori che
non hanno facilitato l’unità fin ora. Dobbiamo porre a un lato i personalismi e
pensare per il futuro dei 18 milioni degli ecuadoriani che hanno perso
tantissimo in questi 7 anni», ha dichiarato Luisa González di Revolución
Ciudadana, il movimento di Rafael Correa.
González ha partecipato all’incontro, nonostante i dubbi
mossi dall’ex presidente Correa sulle reti social, sulla sincerità di alcune
formazioni presenti. L’ex presidente si riferiva in particolare ai dirigenti di
Unione Popolare che da un lato si dichiarano di sinistra e dall’altro lato
hanno appoggiato Moreno nel referendum del 2018 e Lasso nel ballottaggio delle
elezioni del 2021.
Alla fine dell’incontro, un primo accordo: formare due
Commissioni, una per lavorare all’elaborazione di un piano comune di governo,
l’altra per scegliere le candidature per la possibile alleanza.
* Docente e ricercatore universitario in Ecuador.
Latinoamericanista - da il manifesto 4 agosto 2024
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