6 agosto 2024

Ecuador, prove generali di nuovo fronte popolare

Un patto delle sinistre.  L’ultimo esperimento di unità tra le sinistre si tenne durante le elezioni politiche del 2002. In quell’occasione a riunirsi furono 6 precandidati alla presidenza

di Davide Matrone *

Un evento a suo modo storico, quello tenuto presso la Casa della Cultura Benjamín Carrión a Quito: il primo incontro delle organizzazioni e dei partiti della sinistra del paese, in vista delle elezioni presidenziali del 2025. Storico perché l’Ecuador storicamente non è mai stata terra fertile per le alleanze politiche-elettorali tra le forze di centrosinistra e della sinistra. L’ultimo esperimento di unità tra le sinistre si tenne durante le elezioni politiche del 2002. In quell’occasione a riunirsi furono 6 precandidati alla presidenza. Non si giunse a nessun accordo.

L’incontro è avvenuto il 31 luglio. Come hanno sottolineato molti esponenti politici presenti, si è dato grazie al manifesto promosso da 53 organizzazioni della società civile ecuadoriana, con l’obiettivo di riunire intorno a un tavolo tutti i partiti del centrosinistra, dei settori progressisti, dei movimenti e dei partiti politici della sinistra e battere il neoliberismo imposto dai governi di destra negli ultimi 7 anni, quelli di Lenin Moreno, Guillermo Lasso e ora di Gustavo Noboa.

Tra i promotori spicca la Federazione ecuadoriana di organizzazioni Lgbtiq+, i collettivi degli artisti ecuadoriani, la Federazione delle cooperative di trasporto pubblico (Fenacotip), le organizzazioni delle donne ed esponenti di alcune accademie del paese. I primi leader e partiti politici a rispondere in modo favorevole sono stati Leonidas Iza, presidente della grande confederazione indigenista Conaie, Luisa González, ex candidata presidenziale della Revolución Ciudadana e presidente dello stesso partito e l’ex governatore del Guayas, Jimmy Jairala del Centro democratico.

Si sono aggiunti poi Natasha Rojas come rappresentante dell’Unità Popolare, Marcelino Churuchumbi del partito Packakutik, i rappresentanti del Partito socialista ecuadoriano e quelli del Movimento Reto. Con un’assenza di peso, quella della Sinistra democratica che oggi vede tra le sue file Carlos Rabascall, ex candidato vicepresidente della Repubblica con il movimento dell’ex presidente Rafael Correa per le elezioni presidenziali del 2021.

Durante la convention, i leader dei partiti hanno mostrato buoni auspici e la disponibilità a lavorare in modo congiunto verso un accordo programmatico per battere le destre il prossimo anno. «Siamo decisi nella costruzione dell’unità della sinistre per combattere l’odio e il fascismo che hanno costruito immaginari collettivi che legittimano le disuguaglianze sociali ed economiche. Siamo però giunti a quest’incontro senza dimenticare il passato da cui provengono i gravi problemi che ancora viviamo oggi», ha dichiarato Leonidas Iza nel suo primo intervento.

Il leder della Conaie, pre-candidato presidente della Repubblica con il partito Pachakutik, ha ricordato come il razzismo in Ecuador venga dalle tappe della costruzione della Repubblica Ecuadoriana quando sin dalla Costituzione del 1830 nell’articolo 27 si sanciva l’affidamento degli indigeni – come classe innocente, abietta e miserabile – ai padri della Chiesa Cattolica. Affermazione che ha generato forti applausi nella gremitissima sala della Casa della Cultura.

«Malgrado le differenze, possiamo e dobbiamo incontrare dei punti in comune attraverso il dialogo evitando di accusarci mutuamente perché in questo mondo non andremo molto lontano. Chiedo che ogni organizzazione e partito faccia al suo proprio interno un autoesame analizzando i fattori che non hanno facilitato l’unità fin ora. Dobbiamo porre a un lato i personalismi e pensare per il futuro dei 18 milioni degli ecuadoriani che hanno perso tantissimo in questi 7 anni», ha dichiarato Luisa González di Revolución Ciudadana, il movimento di Rafael Correa.

González ha partecipato all’incontro, nonostante i dubbi mossi dall’ex presidente Correa sulle reti social, sulla sincerità di alcune formazioni presenti. L’ex presidente si riferiva in particolare ai dirigenti di Unione Popolare che da un lato si dichiarano di sinistra e dall’altro lato hanno appoggiato Moreno nel referendum del 2018 e Lasso nel ballottaggio delle elezioni del 2021.

Alla fine dell’incontro, un primo accordo: formare due Commissioni, una per lavorare all’elaborazione di un piano comune di governo, l’altra per scegliere le candidature per la possibile alleanza.

* Docente e ricercatore universitario in Ecuador. Latinoamericanista  -  da il manifesto 4 agosto 2024

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