Messaggio da
piazza Tahrir agli amici
e alle amiche in tutto il mondo, ai/alle manifestanti contro le guerre, ai
sostenitori e alle sostenitrici della pace, della democrazia e della giustizia:
La guerra
conduce alla guerra
La guerra
porta alla distruzione, allo sfollamento e alla perdita del futuro per milioni
di bambini e bambine.
Anni fa i
leader mondiali dichiararono che con la guerra si sarebbe ottenuta una pace
stabile e la sicurezza globale, portando democrazia e la libertà al popolo
iracheno. Le società civili di tutto il mondo si unirono in difesa della
pace, respingendo la guerra in Iraq con manifestazioni storiche che si svolsero
in molte città del pianeta. Quelle proteste avevano chiaramente messo in guardia
sulle ripercussioni della guerra e sulle sue conseguenze catastrofiche, e
rivendicavano il diritto del popolo iracheno a determinare il proprio destino
senza interventi militari esterni esemplificate nello slogan “No alla guerra,
no alla dittatura”.
Naturalmente,
e come sempre, i leader mondiali ignorarono quelle proteste, spalancando, nel
2003, le porte dell’inferno che, diversamente da come è stato spesso
raccontato, ha minato la possibilità stessa di costruire una pace duratura per
il mondo, dando vita ad un brutale intervento militare su larga scala in Iraq.
Da quel momento i popoli del Medio oriente sono caduti in un continuo ciclo di
violenze, che ha reso insicuro il mondo intero: quella guerra ha generato
un’escalation che ha favorito la nascita e l’espansione dell’estremismo
violento.
Oggi in
Iraq, mentre vi scriviamo questa lettera, viviamo giorni rivoluzionari. Le mobilitazioni sono iniziate ad ottobre e
ancora – nonostante le uccisioni, la violenza brutale e autoritaria
– la nostra rivoluzione continua. Non è un fenomeno isolato dalla storia
né da quanto accaduto 17 anni fa: è piuttosto l’inevitabile risultato di un
accumulo di rabbia e dolore causato da un regime, sorto dopo il 2003, la cui
spina dorsale sono stati il settarismo e la corruzione, che hanno rubato alla
nostra generazione il presente e il futuro.
Il popolo
iracheno si sta ribellando per rivendicare il diritto ad una patria che
rispetti i diritti umani, in cui le persone possano vivere in pace e in
sicurezza; un paese in cui ci sia libertà, democrazia, giustizia e diritti, in
cui il popolo possa decidere del proprio destino senza ingerenze esterne. Tutte
le ingerenze esterne: tanto quella statunitense quanto quella iraniana. Il popolo iracheno, che ha vissuto sulla sua
pelle crudeli interventi militari, si schiera contro la guerra e per l’umanità.
Si schiera in solidarietà del suo vicino e fratello, il popolo iraniano.
Siamo
fermamente convinti/e che questa guerra sia solo uno strumento di
polarizzazione politica, usato con l’obiettivo di allontanare l’opinione
pubblica mondiale dalla realtà di un movimento rivoluzionario che sta facendo
sentire la sua voce in Iraq, Iran, Libano e nel resto del mondo. E’ chiaro il tentativo di distogliere
l’opinione pubblica da quei movimenti, formati da persone che rivendicano il
diritto all’autodeterminazione, all’indipendenza, alla libertà, alla democrazia
e alla giustizia sociale. Sì, sono queste le nostre richieste. Lo sono
dall’inizio, anche se i vostri occhi sono stati portati altrove proprio
attraverso la minaccia di nuove guerre. Se
dovesse tornare una nuova guerra, rischiamo di perdere tutto quello che è stato
conquistato dal grande movimento di massa che è sceso in lotta qui in Iraq e
nei paesi limitrofi della regione. Verrebbe minata alla radice, l’unità
popolare. La guerra sarà usata come scusa per eludere le richieste delle masse,
causando gravi violazioni dei diritti umani e mettendo ancora più a rischio la
vita dei difensori e delle difensore di quei diritti, la cui vita è già oggi
sotto minaccia.
Sostenere i
popoli rivoluzionari del mondo e rimanere solidali con loro e le loro
rivendicazioni significa tenere aperta una finestra verso un futuro libero
dalla guerra. Un futuro più sicuro e pacifico, più democratico e, soprattutto, più
giusto.
Baghdad,
Piazza Tahrir, 25 gennaio 2020
(
da www.serenoregis.org - 24 Gennaio 2020 )
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