E’ grave che un problema così
impellente come la crisi ecologica
non sia al centro del dibattito elettorale nel nostro paese.”Le previsioni catastrofiche- ci ammonisce Papa
Francesco in Laudato Si’- non si possono più guardare con disprezzo e ironia.
Potremo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e
sporcizia”. Siamo oggi sull’orlo del disastro ecologico. Eppure continuiamo a
procedere come se nulla fosse. La colpa è di tutti noi. Primo della politica,
oggi prigioniera della lobby degli idro-carburi, poi del movimento
ambientalista, oggi più che mai frammentato e indebolito, e infine delle comunità
cristiane che non hanno ancora colto la sfida lanciata da Papa Francesco con
Laudato Si’: la sfida di una ‘conversione ecologica’.
Il movimento ambientalista riteneva
che l’Accordo di Parigi (COP 21-2015) avrebbe finalmente dato una forte spinta
per forzare i governi a prendere drastiche misure per scongiurare la catastrofe
ecologica. Ma purtroppo non ci eravamo accorti che Parigi era il frutto
avvelenato delle lobby petrolifere USA, perché è solamente un accordo e non un
Trattato; inltre ogni nazione ha la
responsabilità di decidere i suoi impegni che non sono vincolanti. Ci eravamo
illusi che il movimento avrebbe potuto forzare i governi ad implementare
l’Accordo: ciò non è avvenuto. L’arrivo poi di Trump ,con la decisione di
ritirarsi dall’Accordo di Parigi, ha fatto il resto. L’Italia, invece che ha
firmato l’Accordo, ha fatto ben poco per metterlo in pratica. Con Sblocca
Italia, il governo Renzi ha rilanciato con forza le trivellazioni per terra e
per mare, prevedendo procedure semplificate per il rilancio dei permessi di
ricerca e di estrazione. Sia Renzi che Gentiloni hanno poi continuato la
politica degli inceneritori, delle discariche, della cementificazione selvaggia
del suolo, della TAV, della TAP, delle megastrutture stradali e aeroportuali.
“La questione ambientale - ha detto
giustamente il senatore Manconi - riguarda il PD e tutta la politica italiana e
rimanda a un deficit culturale dell’intera classe dirigente.” Dobbiamo
riconoscere che i partiti italiani, in larga parte, sembrano avere un’unica
preoccupazione: la crescita. Eppure sappiamo che una crescita costante
e illimitata, sia in economia come nei comfort, è alla base della crisi
ecologica.Purtroppo dobbiamo anche riconoscere che il movimento in difesa
dell’ambiente si è indebolito e annacquato. “Col passare degli anni, i
movimenti si sono appiattiti sui valori e le ‘leggi’ dell’economia
globalizzata - osserva il noto ambientalista Giorgio Nebbia. Molti
sono diventati collaboratori dei governi nelle imprese apparentemente verdi”.
In questo indebolimento hanno giocato anche fattori come visibilità,
protagonismo, individualismo, ricerca di potere. Purtroppo anche quel forte
movimento in Campania (contro discariche, rifiuti tossici, roghi) si è sciolto
come neve al sole.
Ma altrettanto deludente per me è il
fatto che dalle comunità cristiane non sia nato un forte impegno ecologico in
seguito all’enciclica Laudato Si’, un testo straordinario di Papa Francesco, ma
che trova difficoltà a essere fatto proprio dai fedeli, forse perché anche
preti e vescovi non l’hanno fatto proprio. Infatti non è ancora nato un serio
movimento in seno alla chiesa in Italia. E’ un peccato questo perché in questo
momento epocale un serio impegno da parte della comunità cristiana potrebbe
rafforzare il movimento in difesa dell’ambiente. Solo insieme, credenti e
laici, potremo realizzare un grosso movimento popolare per forzare i partiti e
il nuovo governo a mettere al centro il problema ecologico. E’ un compito
fondamentale per tutti noi, credenti e laici. Solo insieme ci possiamo salvare.
“L’Accordo di Parigi è totalmente insufficiente per affrontare la problematica
del riscaldamento globale-affermano giustamente G. Honty e E. Gudynas di Via
Campesina. La società
civile non può restare passiva e deve raddoppiare i propri sforzi per
andare oltre questo tipo di accordi e realizzare misure effettive, reali,
concrete, contro il cambiamento climatico. Molte saranno costose e dolorose, ma
il compito è urgente.”
A quando la ‘conversione
ecologica‘?
* da www.unimondo.org
23 Febbraio 2018 - foto:
Ilmegafonoquotidiano.it
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