8 marzo 2018

Panta rei, la versione moscovita



Dedicato a quelli che chiacchierano di auto elettriche e altre scemenze ( mm)


Il 26 febbraio il sindaco di Mosca, Sergey Sobianin, ha inaugurato cinque nuove stazioni della metropolitana di Mosca. Si tratta della seconda linea circolare che forma una sorta di “tangenziale esterna” della metrò moscovita. Ed entro la fine di quest’anno verranno aperte altre 16 fermate. In tal mondo il numero di stazioni raggiungerà la cifra astronomica di 228.
La metrò di Mosca è da sempre il cuore pulsante della città. Senza questa strada ferrata con le sue meravigliose stazioni del centro decorate con marmi bianchi, statue e passerelle, la città non potrebbe sopravvivere. La prima linea venne inaugurata nel 1935. I lavori vennero diretti da Lazar Kaganovic, il sergente di ferro di Stalin. Il quale sopravvisse anche a Krusciov e Breznev morendo solo nel 1991: prima di andarsene, diede in un’intervista il suo endorsement al corso gorbacioviano. «I miei erano altri tempi» dichiarò compunto il vecchio bolscevico.

Ogni giorno le 15 linee della metropolitana divorano ed espellono milioni di persone. Come tante formiche i passeggeri si inerpicano sulle scale mobili, si scontrano nei viali che conducono a linee coincidenti e si danno appuntamento per amore o per chissà cos’altro precisamente al centro delle banchine. Non a caso forse il romanzo russo più famoso degli ultimi anni, l’apocalittico Metrò 2033 di Dmitry Glukhovisky, è ambientato proprio nelle viscere e nei tunnel della capitale.
Ma il turbinio è dappertutto. Chiunque arrivi a Mosca oggi non può non essere sopraffatto da una sorta di ebrezza ma anche di straniamento. Per 24 ore e senza pause il traffico automobilistico scorre possente sui vialoni, le circonvallazioni le strade che portano ai “nuovi rioni”. Nuovi quartieri dormitorio, raggiungibili solo con i microautobus privati o con l’auto, sono tutti dotati di centro commerciale, di un paio di farmacie e giardinetti per infanti. La domenica pomeriggio coppie con passeggini d’ordinanza sciamano nei vialetti anonimi in attesa che la settimana lavorativa se li sequestri di nuovo.

Dal 2010 non c’è più stato un censimento della popolazione ma gli algoritmi dicono che nel 2017 vivono al Mosca 12,5 milioni di persone e la città cresce al ritmo di 300mila abitanti l’anno. A cui vanno aggiunti i 7,5 milioni della provincia. Qui si crea il 30% di tutta la ricchezza del Paese e niente si ferma mai per davvero.
Dopo l’inizio della crisi economica, dal 2014 all’incirca, su Mosca si sono riversati i nuovi disoccupati delle varie regioni mentre i lavoratori stagionali centroasiatici hanno ripreso la strada delle loro impronunciabili città del profondo “Sovietistan”: i salari minimi sono scesi troppo in basso per restare ancora.

Per i mondiali di calcio di quest’estate si aspettano 1,5 milioni di tifosi da tutto il globo. Mosca li attende un po’ curiosa e un po’ impaurita. Quello che è sicuro però è che neanche allora la frenetica corsa dei suoi abitanti rallenterà davvero.

* da www.left.it     -     7 marzo 2018

Buongiorno Mosca! Storie, vicende e riflessioni di un corrispondente in Russia yurii.colombo@gmail.com

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