Dedicato a quelli che chiacchierano di auto elettriche e altre scemenze (
mm)
Il 26
febbraio il sindaco di Mosca, Sergey Sobianin, ha inaugurato cinque nuove
stazioni della metropolitana di Mosca. Si tratta della seconda linea circolare
che forma una sorta di “tangenziale esterna” della metrò moscovita. Ed entro la
fine di quest’anno verranno aperte altre 16 fermate. In tal mondo il numero di
stazioni raggiungerà la cifra astronomica di 228.
La metrò di
Mosca è da sempre il cuore pulsante della città. Senza questa strada ferrata
con le sue meravigliose stazioni del centro decorate con marmi bianchi, statue
e passerelle, la città non potrebbe sopravvivere. La prima linea venne inaugurata
nel 1935. I lavori vennero diretti da Lazar Kaganovic, il sergente di ferro di
Stalin. Il quale sopravvisse anche a Krusciov e Breznev morendo solo nel 1991:
prima di andarsene, diede in un’intervista il suo endorsement al corso
gorbacioviano. «I miei erano altri tempi» dichiarò compunto il vecchio
bolscevico.
Ogni giorno
le 15 linee della metropolitana divorano ed espellono milioni di persone. Come
tante formiche i passeggeri si inerpicano sulle scale mobili, si scontrano nei
viali che conducono a linee coincidenti e si danno appuntamento per amore o per
chissà cos’altro precisamente al centro delle banchine. Non a caso forse
il romanzo russo più famoso degli ultimi anni, l’apocalittico Metrò 2033 di
Dmitry Glukhovisky, è ambientato proprio nelle viscere e nei tunnel della
capitale.
Ma il
turbinio è dappertutto. Chiunque arrivi a Mosca oggi non può non essere
sopraffatto da una sorta di ebrezza ma anche di straniamento. Per 24 ore e
senza pause il traffico automobilistico scorre possente sui vialoni, le circonvallazioni
le strade che portano ai “nuovi rioni”. Nuovi quartieri dormitorio,
raggiungibili solo con i microautobus privati o con l’auto, sono tutti dotati
di centro commerciale, di un paio di farmacie e giardinetti per infanti. La
domenica pomeriggio coppie con passeggini d’ordinanza sciamano nei vialetti
anonimi in attesa che la settimana lavorativa se li sequestri di nuovo.
Dal 2010 non
c’è più stato un censimento della popolazione ma gli algoritmi dicono che nel
2017 vivono al Mosca 12,5 milioni di persone e la città cresce al ritmo di
300mila abitanti l’anno. A cui vanno aggiunti i 7,5 milioni della provincia.
Qui si crea il 30% di tutta la ricchezza del Paese e niente si ferma mai per
davvero.
Dopo
l’inizio della crisi economica, dal 2014 all’incirca, su Mosca si sono
riversati i nuovi disoccupati delle varie regioni mentre i lavoratori
stagionali centroasiatici hanno ripreso la strada delle loro impronunciabili
città del profondo “Sovietistan”: i salari minimi sono scesi troppo in basso
per restare ancora.
Per i
mondiali di calcio di quest’estate si aspettano 1,5 milioni di tifosi da tutto
il globo. Mosca li attende un po’ curiosa e un po’ impaurita. Quello che è
sicuro però è che neanche allora la frenetica corsa dei suoi abitanti
rallenterà davvero.
* da www.left.it - 7 marzo
2018
Buongiorno
Mosca! Storie, vicende e riflessioni di
un corrispondente in Russia yurii.colombo@gmail.com
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