Il decreto
legislativo sulla revisione della normativa nazionale in tema di foreste e
filiere forestali – in attuazione dell’articolo 5 della legge 28 luglio
2016, n. 154 – rischia di essere approvato in questi giorni dal Consiglio
dei Ministri. Mondo accademico e associazioni ambientaliste chiedono al
governo di ripensarci. “Il testo del decreto legge sulle foreste che si
vorrebbe approvare in Consiglio dei Ministri preoccupa perché impone una
visione delle foreste come mero serbatoio da cui attingere legname e
disconosce il ruolo importante che esse svolgono a livello ecologico” spiega
Martina Borghi, di Greenpeace.
Greenpeace
valuta positivamente alcuni aspetti del testo, come l’armonizzazione di una
normativa che è materia concorrente tra Stato e Regioni e che vede nel
Paese una gran quantità di definizioni discordanti di “bosco”. Ma non è
tuttavia accettabile fare tabula rasa dei benefici naturalistici
e ambientali dei boschi per trasformarli in oggetto di mero sfruttamento
economico. Inoltre, preoccupa la nuova definizione del diboscamento, ora denominato
“trasformazione”, così come preoccupa l’idea di consentire il disboscamento
quando è “compensato” con rimboschimenti, eventualmente distanti o di diverso o
discutibile valore ecologico. “Approvare frettolosamente una legge così
importante per le nostre foreste e per migliaia di specie animali e vegetali è
un atto irresponsabile. Chiediamo al Governo Gentiloni di fare un passo indietro”
conclude Borghi.
da www.salvaleforeste.it - 16 Marzo 2018
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