di ilsimplicissimus *
Volponi quelli del PD, quando cercano di salvare capra
e cavoli. Non hanno votato per Nitto Palma, ma si sono astenuti permettendo
quindi che alla quarta votazione, in cui basta la maggioranza semplice, venisse
eletto egualmente con i voti del PDL e di Scelta civica che non perde occasione
di mostrare quale sia il suo tipo di civismo. Così hanno dato il via libera
alla capra berlusconiana, senza però votarla direttamente e illudendosi di non
aver fatto la figura delle teste di cavolo.
Ma possibile che non siano capaci di dire no a Berlusconi
nemmeno una volta e che si nascondano dietro l’astensione? Possibile che
vogliano usare le ritualità più trite per non opporsi apertamente a un
personaggio che rappresenta la quintessenza del berlusconismo e che il
Cavaliere vuole alla commissione giustizia perché lo protegga dai processi?
Possibile astenersi sul nome di un amico fraterno di Cesare Previti, sul
nome di chi nel 2002 cercò di riesumare l’immunità parlamentare pro
domo Silvii, uno che ne ha votato tutte le leggi vergogna dalla “salva ladri”
alla ex Cirielli, che è stato il guardasigilli ad personam del Cavaliere?
Da un punto di vista politico non averlo votato
equivale ad aver permesso che fosse eletto, mostrando come sia radicato
l’inciucio che passa sopra ai personaggi più indigeribili: dire di aver
solo messo la scheda bianca sembra pretestuoso come l’argomento di Clinton che
sosteneva di non aver avuto un rapporto sessuale perché il fattaccio era stato
solo orale. Già aver accettato un patto su Palma per poi sconfessarlo, dopo essersi
accorti dell’impatto della cosa dimostra lo stato di completa auto
referenzialità in cui naviga il partito. Ma c’è anche da chiedersi se
mollare sempre non appena Berlusconi minaccia, sia una tattica efficace e non
invece una dimostrazione di subalternità destinata a rendere sempre più pesanti
i ricatti del Cavaliere e contemporaneamente ad aumentare la disillusione
della propria base. C’è da chiedersi perché il PD non capisca che mettere un
argine agli eccessi berlusconiani potrebbe in questa fase essere un vantaggio
strategico: il Cavaliere, certo, può far cadere il governo, ma non ora e in
queste circostanze perché col suo elettorato non può barattare un nome con la
presunta abolizione dell’Imu, rimettendo tutto in discussione. Il cavaliere ha
bisogno ancora un po’ del PD per accusarlo di essere lui a fare resistenza
sulle tasse: ho l’impressione che non sia Silvio ad essere una volpe
inarrivabile, ma gli strateghi del PD che potrebbero fornire motivo di ilarità
agli scemi del villaggio.
A questo punto o i parlamentari e gli apparati piddini
fanno solo finta di avere delle resistenze quando in realtà dietro le quinte
sono pappa e ciccia col PDL, oppure hanno tanta paura di nuove elezioni con il
quasi certo dimezzamento della rappresentanza parlamentare che sono disposti a
ogni concessione pur di non tornare alle urne. Sono due ipotesi, ma si saldano
in una sola che è poi quella di un totale distacco dal Paese , quello che li ha
messi in un circolo vizioso senza scampo: più concedono a Berlusconi, più
perdono consensi, più perdono consensi e più devono stare al gioco del
Cavaliere.
* da www.ilsimplicissimus2.wordpress.com
nella foto: Gli ipocriti ( Dante, Inferno – Canto XXIII)
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