di Gaetano Pedullà*
Da quanto erano furibonde, ieri le destre sembravano le opposizioni davanti ai risultati delle elezioni regionali. Il Parlamento europeo aveva appena vietato l’immatricolazione a partire dal 2035 di nuove auto alimentate con carburanti di origine fossile, e i partiti che sostengono la Meloni già protestavano tutti contro i pasdaran dell’ambientalismo, folli distruttori dell’industria italiana delle quattroruote.
Ora, premesso che il settore dell’automotive italiano se n’è scappato in gran parte all’estero, su questa come su tutte le battaglie ecologiste le destre si confermano di una imbarazzante arretratezza. Un’area politica e culturale che si ispira alla modernità, e quindi alla supremazia del motore, del futuro, non ha capito che questa era la molla agli inizi del secolo scorso, quando la forza del pistone surclassava quella del cavallo, mentre oggi modernità significa tutt’altro, a partire da sostenibilità e digitale.
Quelli che si sentono moderni, insomma, sono rimasti indietro di cent’anni, e a furia di tutelare l’industria tradizionale ci hanno fatto perdere scommesse giocate da altri, a partire dalla Cina, dove trent’anni fa avevano meno capacità tecniche rispetto a noi, eppure sono diventati leader globali nel costruire batterie e pannelli fotovoltaici. Prodotti su cui adesso l’Italia sta investendo moltissimo, creando migliaia di posti di lavoro che la vecchia catena di montaggio ha perso per sempre
Il Green è perciò un’opportunità gigantesca, e non il capriccio dei “gretini” (da Greta Thunberg, simbolo delle battaglie per il clima) o di generici nemici del progresso. Esattamente come le case da ristrutturare per non disperdere il calore interno, presentate come una patrimoniale sul mattone, mentre è in gioco un adeguamento che valorizza l’immobile e abbatte i costi energetici.
Invece di difendere l’esistente, fossero anche case che cadono a pezzi, una destra moderna spingerebbe per far finanziare dall’Europa a un Recovery Fund ambientale, con cui sostenere le spese per le opere necessarie. Un Superbonus Green che porterebbe benessere a tutti. Ma per capirlo serve un minimo di visione del futuro. E di libertà dalle lobby del presente.
da lanotiziagiornale.it - 15 febbraio 2023
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