di Redazione *
Le proposte di Pechino a Mosca e Kiev. E i droni kamikaze che le aziende cinesi vogliono vendere a Putin
Cessate il fuoco, no all’uso di armi nucleari e agli attacchi alle centrali atomiche. Questi sono i punti principali del piano della Cina per la pace tra Russia e Ucraina. Il documento presentato da Pechino si chiama “Posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina”. E si profila più come un modo per raggiungere la de-escalation che un piano di pace o di mediazione. Pechino pubblica il testo nell’anniversario dell’«Operazione speciale» di Vladimir Putin. E lo fa in attesa dell’incontro tra Xi Jingping e lo Zar. Che nelle intenzioni di Pechino dovrebbe costituire un passo avanti nei negoziati di pace tra le due nazioni. La Cina rivendica la sua posizione di neutralità nel conflitto. E punta il dito sull’Occidente, colpevole di aumentare il livello del conflitto fornendo armi a Kiev.
Il testo include 12 punti e la prima dichiarazione d’intenti sulla sicurezza dei civili, sul rispetto del diritto internazionale umanitario e sulla contrarietà agli attacchi contro le centrali nucleari. Diffuso dal ministero degli Esteri, prevede il rigetto dell’uso e anche solo della minaccia di usare armi atomiche, la fine delle ostilità, la ripresa dei colloqui di pace e l’eliminazione delle sanzioni.
Al primo punto c’è il rispetto di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti i paesi secondo le leggi internazionali riconosciute, compresi scopi e principi della Carta delle Nazioni Unite.
Al secondo l’abbandono della «mentalità da Guerra Fredda». Secondo Pechino la sicurezza di un paese non può andare a scapito di quella di altri. E «la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari». Pertanto, serve un concetto di sicurezza comune, globale, cooperativo e sostenibile per la stabilità a lungo termine del mondo.
Il terzo punto afferma il cessate il fuoco e lo stop ai combattimenti. Per Pechino è necessario stimolare Mosca e Kiev affinché si incontrino. E riprendano il dialogo per arrivare a un cessate il fuoco globale.
Al quarto punto ci sono i colloqui e i negoziati: sono «l’unica via d’uscita praticabile».
Al quinto si affaccia la protezione dei civili e la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dalle zone di guerra.
Mentre, al sesto punto, c’è l’invito a «rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale». Evitando di attaccare civili e strutture e favorendo lo scambio dei prigionieri.
La Cina vuole un impegno per la sicurezza delle centrali nucleari e lo scrive nel settimo punto. No agli attacchi armati e sì al ruolo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.
All’ottavo c’è il rigetto delle armi nucleari. Sia sull’uso sia sulla semplice minaccia. «Ci opponiamo allo sviluppo e all’uso di armi biologiche e chimiche da parte di qualsiasi Paese e in qualsiasi circostanza».
Le garanzie per l’export di cereali sono al nono punto: «Tutte le parti dovrebbero attuare l’accordo firmato da Russia, Turchia, Ucraina e Onu in modo equilibrato, completo ed efficace». Infine la Cina chiede uno stop alle sanzioni unilaterali e alle pressioni che «non solo non risolveranno i problemi, ma ne creeranno di nuovi».
Mentre all’undicesimo punto trova spazio l’appello per “la stabilità delle filiere industriali e di approvvigionamento” a tutela dell’economia globale.
Infine, l’invito a promuovere la ricostruzione postbellica.
Intanto secondo il media tedesco Der Spiegel proprio la Cina starebbe negoziando con la Russia l’acquisto di 100 droni kamikaze. Che potrebbero essere consegnati già ad aprile. L’esercito russo, scrive il giornale tedesco, è impegnato in negoziati con il produttore cinese di droni Xian Bingo Intelligent Aviation Technology.
* da Open – 24 febbraio 2023
Nessun commento:
Posta un commento