Se la nostra Costituzione nell’articolo 32 tutela la salute «come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività», così non è nella realtà. Regione che vai, sanità che trovi. E la distanza fra le sanità regionali non pare destinata a diminuire con il recente disegno di legge della autonomia differenziata, come spiegano in questo articolo Eva Benelli e Maurizio Bonati.
Sul tema delle disuguaglianze sanitarie si è soffermato anche il convegno Privatocrazia: oltre il mantra della parità pubblico-privato in sanità, che si è tenuto all’Istituto Mario Negri di Milano lo scorso 6 febbraio, di cui riferisce Simonetta Pagliani in questa nota. La presenza sempre più pervasiva del privato in sanità ha reso il sistema più efficiente, equo e accessibile? si è chiesto nelle conclusioni del convegno Silvio Garattini, che ha riassunto il suo pensiero così: «Investire nel privato non giova alla salute pubblica». Il paradosso, prosegue Garattini nel suo intervento, è che «la sanità pubblica ha introdotto il privato anche in sé stessa», vale a dire nei suoi ospedali, con il cosiddetto “secondo pilastro”. Con il risultato, per esempio, che lo stesso medico che ti visiterebbe fra sei mesi se vai con l’impegnativa SSN, ti fissa l’appuntamento il giorno stesso se sei “solvente”. Ed è con lo scandalo dell’intramoenia che l’idea di equità di accesso si dissolve.
Alle diseguaglianze Scienza in rete ha dedicato anche un webinar lo scorso 8 febbraio, facendo discutere Paolo
Vineis, che con Luca Carra ha scritto Il capitale biologico. Le conseguenze
sulla salute delle disuguaglianze sociali (Codice edizioni, 2022), con Stefano
Zamagni, che da economista ha allargato lo sguardo alle disuguaglianze di
reddito, diritti e capacità.
* da scienzainrete - 10 febbraio 2023
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