18 ottobre 2020

Dalila Nesci: «Rifondiamo il Movimento 5 Stelle in senso democratico»

M5S. Verso gli Stati generali, dal think tank grillino Parole guerriere la risposta a Di Battista

di Giuliano Santoro *

«Non si può ricostruire una casa dal tetto, parlando di temi, senza sapere se le fondamenta tengono ancora». Così Dalila Nesci, deputata del Movimento 5 Stelle e animatrice del progetto «Parole guerriere» commenta la mozione diffusa due giorni fa via Facebook con la quale Alessandro Di Battista (qui) ha rilanciato un M5S legato alle origini, al tetto dei due mandati e al rifiuto di schierarsi a destra o a sinistra. «Bisognerebbe occuparsi di garantire basi solide al M5S con una struttura democratica interna altrimenti, come porteremo avanti temi e battaglie politiche?», prosegue Nesci.
Oggi «Parole guerriere» terrà un seminario online attorno alla sua proposta di riorganizzazione del M5S (
qui). Dunque, una delle componenti che più nitidamente spinge per dare al M5S un’organizzazione «tradizionale» muove i suoi passi verso gli Stati generali del 7 e 8 novembre.

Cosa è «Parole guerriere»? Una corrente interna al M5S?

«Parole guerriere» ama definirsi come «intellettuale collettivo» del M5S. Nasce nel 2017 in forma di think tank e pensatoio politico che ha organizzato ben ventuno convegni a Montecitorio ed eventi di carattere regionale in diversi territori (Milano, Napoli, Roma, Lamezia Terme, Cagliari, Bologna, Salerno). Abbiamo favorito, all’interno del M5S, il dialogo tra politici, economisti, sociologi, filosofi e migliaia di cittadini sulle alte tematiche che dovrebbero sempre informare la vita politica. Negli ultimi otto mesi, abbiamo attivato un gruppo di lavoro di oltre quaranta parlamentari elaborando una proposta per gli Stati generali nella quale auspichiamo un’evoluzione organizzativa del M5S.

In che direzione?

La nostra proposta prevede cinque punti:

riformare integralmente lo Statuto associativo con lo scopo di organizzare una struttura territoriale con ruoli e responsabilità ben definiti,

promuovere una scuola di formazione politica,

garantire senza intermediari la tutela legale a tutto il M5S,

controllare direttamente la piattaforma telematica e

dotarsi di un patrimonio autonomo per rendere sostenibile nel tempo le attività del M5S.

Di Battista propone un programma per il prossimo decennio…

Per lavorare ad un’agenda politica del futuro bisognerebbe intanto non distruggere quella attuale. Non si può picconare e svilire il lavoro del M5S di questi anni al governo ed i risultati faticosamente raggiunti. Dobbiamo già oggi proseguire ad ottenere obiettivi politici, non possiamo aspettare. Altrimenti cosa racconterà Alessandro nel 2023? Che al governo lui non c’era? Oppure lui pensa ad un M5S scientificamente all’opposizione? Un po’ debole e poco credibile come posizione per la storia di tutti noi e per uno come lui che ha sempre detto di essere a servizio del M5S. Spero torni a collaborare presto con noi invece di attaccarci.

Può esistere un Movimento 5 Stelle senza Rousseau?

Bisognerebbe distinguere tra l’Associazione e la piattaforma. Il M5S ha la necessità di evolvere per continuare la sua azione politica in Italia e in Europa. Dovremmo tutti fare un passo indietro per far fare un passo evolutivo in avanti al M5S in senso democratico. Il M5S è maturo per diventare indipendente, gestire direttamente la propria cassa e decidere di quali servizi esterni avvalersi. L’importante è stare vicino ai territori e per farlo ci vogliono strumenti fisici, non solo virtuali.

Molti pensano che vero pomo della discordia sia il tetto dei due mandati…

Niente affatto. Non è un argomento appassionante, ma noto che qualcuno lo utilizza per fomentare gli attivisti e sviare da questioni cruciali. L’esperienza di questi anni a tutti i livelli istituzionali dovrebbe spingere ciascuno a ragionamenti sistemici e di visione futura complessiva. Il vero nodo è l’evoluzione del M5S in un’organizzazione strutturata sui territori e democratica. Così come dobbiamo tenere aperto il dialogo sui territori in vista delle prossime elezioni regionali ed amministrative 2021.

Tre anni fa, nel corso di una delle «Agorà» di Italia 5 Stelle a Rimini, denunciò il maschilismo e sollevò la questione di genere nelle istituzioni e nel servizio pubblico televisivo. Esiste questo problema anche tra voi 5 Stelle?

Nessuna parte della società è immune dalla mentalità maschilista e patriarcale, ma il M5S ha sempre sospinto la candidatura di molte donne. Certo è il momento che nel M5S emerga la «coscienza femminile» ovvero quella capacità di coniugare anziché dividere, di riconoscere anziché giudicare.

da il manifesto – 16 ottobre 2020

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