«Il danno
ambientale al Pianeta è talmente grave da minacciare l’intero ecosistema e la
salute delle persone, se non si intraprendono azioni urgenti». Questo è solo
l’ultimo allarme lanciato dall’Onu nel 2019 con il sesto Global Environment
Outlook. Colpa degli attuali modelli di produzione e consumo, che non sono
più sostenibili: gli effetti li stiamo vedendo e toccando con mano.
Qualcosa si sta muovendo nel settore energetico, nei micro tentativi di
economia circolare, in una maggiore consapevolezza nei consumi. Ma non sono
incisivi, perché il cambio di paradigma prevede la cancellazione o riduzione di
interi settori, che se non accompagnati da una progettualità di transizione che
garantisca l’occupazione, restano solo delle dichiarazioni d’intenti. Proviamo
a focalizzarci sugli allevamenti intensivi, responsabili del 15% delle
emissioni di gas serra riconducibili all’attività umana: anidride
carbonica, metano, protossido di azoto. Vanno ridotti, ma di quanto? E qual
è il punto di sostenibilità considerando anche l’aumento della popolazione
mondiale?
L’impatto della carne bovina ...
* Dataroom febbraio 2020
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