di Roberto Colella ( Giornalista, esperto in Geopolitica e Scienze della Difesa e della Sicurezza) *
Con il ritiro di truppe occidentali dalle zone a
rischio dell’Africa, la Russia sta cercando di dimostrarsi una valida
alternativa. Il suo dispiegamento in Mali nel dicembre 2021 ha dimostrato
il rapido sostegno che Mosca è in grado di offrire ai regimi in difficoltà. Il
finanziamento dei canali televisivi filo-russi in Africa, l’interferenza
elettorale, persino la sponsorizzazione di concorsi di bellezza sono solo alcuni
dei metodi per influenzare il sentimento tra gli africani.
La Cina ha da tempo superato i paesi occidentali
diventando il più grande investitore dell’Africa, mentre la presenza di truppe
occidentali nei paesi colpiti dal conflitto non è stata sufficiente per
garantire la pace e la sicurezza dell’Africa. L’Africa ha bisogno di un
sostegno costante, militare ed economico. Se l’Occidente non può fornirlo, perderà
terreno. Le iniziative della Russia sull’Africa sono in genere concentrate
sul sostegno di alcuni personaggi spesso scomodi: Khalifa Haftar in
Libia, Faustin Arcangelo Touadéra nella Repubblica Centrafricana (Car) il
colonnello Assimi Goïta in Mali e il tenente generale Abdel Fattah al-Burhan
in Sudan.
Per valutare il futuro delle relazioni Russia-Africa è
importante capire che i cosiddetti partenariati che la Russia cerca in Africa
non sono statali ma basati sull’élite. Aiutando questi leader
spesso illegittimi e impopolari a mantenere il potere, la Russia sta
rafforzando il suo dominio in Africa. Tutto questo avviene attraverso forze
mercenarie, armi ed entrate derivanti da accordi di risorse. Tuttavia, gli
impegni opachi della Russia sono intrinsecamente destabilizzanti per i
cittadini dei paesi presi di mira, provocando uno sviluppo economico
stentato, violazioni dei diritti umani, etc.
L’Ue ha chiuso la sua missione in Repubblica
Centrafricana (Eutm-Rca) nel dicembre 2021, subito dopo i mercenari della
Wagner hanno preso il comando di reparti locali addestrati dall’Ue e hanno
commesso atrocità contro la popolazione civile. Per le medesime
ragioni Bruxelles ha sospeso le sue missioni di addestramento militare e civile
in Mali a maggio, dopo che Bamako ha contattato la Wagner che ha portato i
suoi contractors per combattere i jihadisti. Le unità della
guardia nazionale, della gendarmeria nazionale e della polizia nazionale, che
sono state addestrate dall’Eucap Sahel-Mali (l’altra missione dell’Ue in Mali,
focalizzata nella formazione delle forze di polizia e analoga alla già
menzionata Eucap Sahel-Niger) sono ora sotto la direzione del personale
della Wagner e si stima che stiano terrorizzando la popolazione
civile, prendendo di mira in particolare la comunità Fulani, con segnalazioni
di violenze senza precedenti. La presenza russa ormai è notevole a Sévaré,
Ségou, Niono, Timbuktu e Gossi e la base aerea 101, a Bamako, è utilizzata come hub logistico per il dispiegamento della
Wagner.
La Wagner e le altre compagnie simili possono
facilitare i rapporti tra Russia e paesi africani. Una volta in Africa, poi, le
società dei mercenari si ritagliano uno spazio nell’economia locale. La
presenza di mercenari russi in questo momento è forte in vari
paesi come Botswana, Guinea Bissau, Guinea, Libia, Mali, Mozambico,
Madagascar, Zimbabwe. Nel Nordafrica la Russia è presente anche in Marocco,
con accordi commerciali e con Trasneft; quest’ultima attiva anche in Libia in
settori estrattivi di petrolio e gas e Gazpromneft (produzione di
lubrificanti). Infine in Egitto, partner economico-commerciale e
militare storico, dove Rosneft, Lukoil e Zarubehzneft, tre società
petrolifere, portano avanti affari nei giacimenti egiziani. Nella
Repubblica democratica del Congo ci sono altre unità della Wagner e Lukoil sul
settore estrattivo. L’Angola è un partner militare della Russia e fornitore di
metalli rari; il Sudafrica infine ha
un accordo commerciale con la Russia per la fornitura di nichel.
La Russia vuole garantirsi l’approvvigionamento di
materie prime strategiche, che come visto sono la moneta di scambio ai servizi
di sicurezza. Per questo Mosca preferisce non impegnarsi in contratti
tra governi, ma mandare avanti le grandi aziende in mano a
oligarchi, politica velata ma che riconduce sempre allo stato russo.
da FQ – 14 luglio 2022
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