di Luca Martinelli
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Lo Stato ha investito finora 38,7 miliardi di euro nel
Superbonus 110%, quello legato alla riqualificazione energetica degli edifici
che è guardato con molto scetticismo.
Sono ad oggi 147.242 i cantieri conclusi ed è a
partire da questi dati che Nomisma ha realizzato il primo bilancio sociale e
ambientale della misura, un’iniziativa di Ance Emilia Area centro,
l’associazione che riunisce i costruttori di Bologna, Ferrara e Modena. Secondo
l’analisi, intanto, i fondi investiti dallo Stato hanno generato un valore
economico pari a 124,8 miliardi di euro (pari al 7,5% del prodotto interno
lordo), tenendo conto della spesa aggiuntiva anche in tutti i settori che
devono attivarsi per produrre semilavorati, prodotti intermedi e servizi
necessari agli interventi, del valore della catena di azioni e reazioni indotte
dal «prodotto costruzioni» e dalla remunerazione del lavoro, che a sua volta
alimenta una spesa in consumi finali. Per ogni beneficiario, inoltre, Nomisma
prevede che l’investimento statale consentirà di generare un risparmio annuo
medio in bolletta di ben 500 euro.
«Noi di Nomisma siamo stati i primi, già nel 2020, a
evidenziare le criticità del “Superbonus 110%”, una misura espansiva, forse la
più espansiva nell’ultimo secolo, che avrebbe potuto diventare regressiva senza
alcuni accorgimenti ad esempio per garantire un accesso anche alle famiglie
meno abbienti. Oggi che tutti sono scettici, però, abbiamo raccolto volentieri
l’invito di Ance Emilia Area centro di verificare se effettivamente, come tutti
dicono, essa è davvero “troppo costosa”, andando a studiarne i costi e i
benefici» spiega al manifesto Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo di
Nomisma.
Dalle analisi, basata sulle asseverazioni già
consolidate da parte di Enea a livello nazionale, risulta ad esempio che il
Superbonus ha già consentito di contenere in maniera significativa l’impronta
ecologica con una riduzione di 979mila tonnellate di CO2, pari ad un risparmio
del 46,4% e a 3 salti di classe energetica. Inoltre, la misura rappresenta
quasi il 50% dell’incremento di potenza rinnovabile (fotovoltaico/pannelli
solari) installata sul parco immobiliare italiano in termini di numero di
interventi: si parla di 106 milioni di kW annui di energie rinnovabili immessi
al consumo, con una previsione di inserimento di ulteriori 37 milioni per i
cantieri ancora in attivazione.
Infine, il Superbonus opera esclusivamente sul
patrimonio immobiliare esistente, producendo effetti positivi sul contenimento
di consumo di suolo e minori investimenti sulla realizzazione di servizi e
infrastrutture collegate: i vantaggi generati dall’investimento immobiliare, da
parte dei beneficiari del Superbonus, rispetto al nuovo è quantificabile in
15,3 miliardi di euro complessivi.
Marco Mercatili, Nomisma: «I vantaggi sociali
registrati dal provvedimento: 634 mila nuovi occupati, risparmio energetico,
riduzione delle bollette e abbattimento delle emissioni di CO2»
Il lavoro di Nomisma evidenzia anche il valore sociale
generato dal Superbonus 110%. I 38,7 miliardi di euro già investiti hanno
comportato nel settore delle costruzioni un aumento di occupati pari a 410 mila
unità e nei settori collegati si è visto un aumento di 224 mila unità, per un
totale di 634 mila occupati in più. Per quanto riguarda le famiglie, nonostante
alcune evidenze mostrino che la misura abbia favorito in media i ceti
medio-alti, ben 483mila famiglie con reddito medio-basso (sotto i 1.800 euro)
hanno avuto l’occasione, grazie al Superbonus, di effettuare lavori di
riqualificazione energetica profonda alla propria abitazione a costo zero.
Lavori che mai avrebbero potuto permettersi altrimenti.
«Sappiamo benissimo che l’elemento primario di questa
misura non era promuovere la Transizione ecologica ma quello di garantire uno
shock all’economia, che usciva dalla crisi generata dalla pandemia Covid-19»
sottolinea Mercatili, «ma i dati raccolti dimostrano che l’investimento genera
un ritorno significativo che nel medio-lungo termine, a fronte della pressione
fiscale che si registra nel nostro Paese, garantirà allo Stato anche entrate
importanti in grado di pareggiarlo, grazie al moltiplicatore “molto elastico”
dell’edilizia». È importante parlarne perché, a fronte dei risultati in termini
di riduzione delle emissioni, la domanda che oggi ci dovremmo porre «è come far
sì che questa misura, di cui oggi ha beneficiato appena lo 0,5% del patrimonio
immobiliare italiano, possa toccare anche il resto».
Insomma Nomisma, che non nasconde che questo
Superbonus 110% abbia contributo a creare disuguaglianze, «perché basta girare
per le città per vedere dove sono i cantieri, generalmente in centro o
semi-centro e non nelle periferie» dice Mercatili, vorrebbe invitare lo Stato a
riflettere sui vantaggi della misura. Che forse andrebbe riformata per superare
gli errori, e non a caso nei suoi soli 24 mesi di vita ha guà avuto ben 16
aggiustamenti, ma non affossata, come chiedono gli scettici. Anche quelli che
siedono nell’esecutivo.
*da il manifesto16 luglio 2022
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