INTERVISTA. «Bisogna lavorare sulle infrastrutture: canali, dighe, tubazioni e tanto altro, sono lavori che richiedono anni e che andavano fatti tempo fa. Sentiamo da tanto tempo che bisogna riparare gli acquedotti perché circa il 40% dell’acqua potabile viene disperso per le perdite delle reti idriche. Qualcosa è stato fatto? No»
(di Valerio Nicolosi da il manifesto 10 luglio 2022 )
Luca Mercalli, presidente dell’Istituto di meteorologia e
divulgatore, partiamo dalla domanda che in molti si stanno facendo in questi
giorni: era prevedibile la siccità che ha colpito diverse regioni d’Italia, in
particolare quelle del Nord?
La siccità è un fenomeno lento, cumulativo, che comincia
all’inizio senza grandi preoccupazioni e poi via via diventa un’emergenza.
I primi segnali si sono avuti nel tardo inverno, quando non
ci sono state piogge per diverso tempo tra dicembre e marzo. Però nel Nord
Italia normalmente le piogge più intense dell’anno sono attese tra aprile e maggio;
quindi, fino a marzo abbiamo tutti sperato che la primavera potesse compensare
questo deficit di acqua ma purtroppo non è avvenuto. Inoltre da maggio sono
iniziate delle temperature estive e questo ha portato un ulteriore stress
all’agricoltura.
Alla fine di maggio è diventato palese che la siccità sarebbe
diventata grave perché le possibilità di pioggia si erano ridotte drasticamente
con l’estate. Quindi direi che è difficile dire “era prevedibile”.
E da un punto di vista di previsione nel lungo periodo
invece, quello che potremmo definire di scenario?
Quello sì, lo sappiamo da trent’anni. Tutti gli scenari di
cambiamento climatico ci dicono che la temperatura aumenta, gli eventi estremi
aumentano e quindi anche le siccità erano contenute in questa sorta di elenco
di criticità climatica a cui saremmo andati incontro.
Ce ne sono sempre state di siccità, anche nel passato, però
questa è particolarmente lunga e soprattutto si è accoppiata con le temperature
elevate. Se mettiamo insieme caldo e siccità, questo è un caso assolutamente
inedito, eccezionale.
Come possiamo fare per porre rimedio o almeno creare delle
soluzioni che possano farci superare questi momenti di crisi?
Ora non si può fare nulla, non si interviene nei momenti di
emergenza ma in quelli che potrei definire di “pace”. Bisogna lavorare sulle
infrastrutture: canali, dighe, tubazioni e tanto altro, sono lavori che richiedono
anni e che andavano fatti tempo fa.
Sentiamo da tanto tempo che bisogna riparare gli acquedotti
perché circa il 40% dell’acqua potabile viene disperso per le perdite delle
reti idriche. Qualcosa è stato fatto? No. In questi anni non ho mai sentito parlare
i politici di acqua e di risoluzione dei problemi legati a essa ma sicuramente
a ottobre, quando l’emergenza sarà passata, diranno che è tutto risolto.
E sarà davvero tutto risolto?
No, perché basta andare nel vostro archivio per vedere gli
articoli e le interviste del 2017: dicevamo esattamente le stesse cose in
riferimento alla siccità del lago di Bracciano e alle altre situazioni
critiche, solo che in quel caso l’emergenza non è partita a fine luglio ma da
giugno e abbiamo davanti a noi altri tre mesi di poche piogge e tanto caldo.
Sarà lunga e sarà più dura del 2017.
Il Pnrr sta portando molti soldi in Italia e si parla di
migliaia di progetti già approvati e altri in via di approvazione. Per i
cambiamenti climatici si sta facendo qualcosa?
Io non vedo un disegno preciso e organizzato e questo mi
preoccupa. È stato deciso tutto di fretta perché bisognava ottemperare alle
scadenze e l’impressione è che sia un gran calderone di progetti, molti tirati
fuori dai cassetti dove erano già lì; quindi, non concepiti con una visione
complessiva nazionale di rete tra i diversi sottosettori che devono dialogare
tra loro se si vuole fare la transizione ecologica.
Ho l’impressione che ci siano tanti progetti raffazzonati e
messi uno in fila all’altro, spesso con l’etichetta verde, anche quando verdi
non sono, perché ci sono un sacco di grandi opere che purtroppo non possiamo
considerare sostenibili. Saranno grandi cantieri, cemento, acciaio e dipingerli
di verde è una forzatura. Ci saranno anche dei soldi per la riparazione delle
reti idriche; quindi, speriamo che almeno una piccola fetta dei finanziamenti
vada nel posto giusto. Ma certamente non c’è stato un disegno, una
concertazione che renda i progetti efficaci con una strategia di sistema.
9 luglio 2022
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