Il fatto di aver puntato tanto sulla Russia "è difficilmente comprensibile" ha detto il vicecancelliere Robert Haebeck. Il governo tedesco spiega che servirà del tempo ma che l'obiettivo è quello di emanciparsi completamente da gas, petrolio e carbone. Nessun riferimento al nucleare
Continua il
braccio di ferro tra Mosca e paesi europei sulle forniture di gas e la valuta
con cui devono essere pagate. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha ribadito stamane quanto già affermato ieri ossia
che “Sicuramente non faremo beneficienza e
non invieremo gas gratis all’Europa occidentale”, ha detto commentando il
rifiuto dei Paesi occidentali di pagare il gas in rubli. “Appena avremo una
decisione finale, vedremo che si può fare”, ha aggiunto. Il rublo intanto
recupera terreno sul dollaro. Al momento per comprare un dollaro servono
88 rubli, un paio di settimane fa ne servivano 140. Rispetto alla
richiesta della Russia di un pagamento del gas in rubli la posizione dell’Ue “è
quella del G7”: “La Commissione partecipa al G7 e le dichiarazioni che sono
emesse dal G7 coprono anche l’Ue”, ha sottolineato il portavoce della
Commissione Eric Mamer nel briefing
quotidiano con la stampa.
Da Berlino
risponde indirettamente la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock che, aprendo i Berlin
Energie Transition dialogues, ha affermato che la Germania intende in futuro
“fare completamente a meno dell’energia fossile dalla
Russia. Abbiamo bisogno per un periodo transitorio di energia fossile da altri
Paesi ma l’obiettivo è virare completamente sull’energia rinnovabile”, ha
aggiunto. Baerbock ha sottolineato che l’Europa “vuole essere il prima
continente neutrale dal punto di vista ambientale”, ma questo può funzionare
soltanto se tutti i Paesi cooperano.
Dal
vicecancelliere Robert Haebeck è arrivata una
condanna delle politiche energetiche tedesche: “Vediamo gli errori del passato.
La Germania si è messa in una situazione di forte dipendenza da punto di vista
energetico” e il fatto di aver puntato tanto sulla Russia “è
difficilmente comprensibile”, ha affermato. La Germania riceve
dalla Russia il del gas che consuma. La più parte attraverso il gasdotto Nord Stream che ha una capacità di 55 miliardi di
metri cubi l’anno, cinque volte il Tap. Berlino e Mosca hanno lavorato al
raddoppio della condotta, il Nord Stream 2, di capacità analoga. Il secondo
gasdotto è stato terminato lo scorso autunno ma non è mai entrato in funzione
per i sopraggiunti sviluppi geopolitici. Ambizione della Germania era quella di
porsi come una sorta di hub europeo del gas.
“Il percorso
per renderci autonomi dall’energia fossile russa ha delle conseguenze, come
l’alto prezzo dell’energia e l’inflazione” ha continuato Robert Haebeck a
Berlino “L’Europa è un continente ricco e se lo può permettere, il mondo no”.
“La politica energetica è sempre anche politica del potere e
della sicurezza“, ha rimarcato il ministro dell’Economia e del
Clima. “Che la Germania sia diventata dipendente per il 50% dal gas è poco
comprensibile”, ha spiegato. “Adesso dobbiamo ammettere che abbiamo sbagliato.
Però la Germania e l’Europa, passo dopo passo, si stanno ora rendendo più indipendenti dai fossili russi”. La Russia dispone delle
riserve di gas più estese al mondo (49mila miliardi di metri
cubi) ed è il secondo produttore al mondo dopo gli Stati Uniti con un flusso
annuo di 690 miliardi di metri cubi, di cui circa 150 vengono esportati in
Europa (30 in Italia).
* da ilfattoquotidiano.it - 29 marzo 2022
Nessun commento:
Posta un commento