Il nostro
Pianeta sta andando verso un punto di non ritorno e se non verranno adottate
misure urgenti e drastiche contro la crisi climatica, la nostra civiltà sarà in
serio pericolo.
di Tatiana
Maselli *
Un gruppo di
ricercatori ha fatto il punto della situazione e sostiene che i cambiamenti
ai sistemi ambientali terrestri siano ormai irreversibili: siamo in
uno stato di emergenza planetaria e molte aree della Terra saranno inabitabili
a breve. Il team, guidato da Timothy
Lenton, professore di cambiamenti climatici e scienza del sistema terrestre
all’Università di Exeter, nel sud-ovest dell’Inghilterra, ha identificato nove
eventi interconnessi che ci stanno portando al collasso.
Questi
includono la deforestazione in Amazzonia,
la riduzione del ghiaccio marino artico, la distruzione della barriera
corallina su larga scala, lo scioglimento delle calotte glaciali della
Groenlandia e dell’Antartide occidentale, lo scongelamento del permafrost, la
destabilizzazione delle foreste boreali e un rallentamento delle correnti
oceaniche.
Si tratta di
eventi che avranno un effetto a cascata sulla crisi climatica in atto.
Ad esempio, l’Artico si sta riscaldando almeno due volte più rapidamente della
media globale; lo scioglimento del ghiaccio marino artico sta contribuendo
ulteriormente a tale riscaldamento.
A sua volta, l’aumento della temperatura determina un maggiore scongelamento del permafrost artico, il terreno che normalmente rimane congelato durante tutto l’anno e che scongelandosi rilascia anidride carbonica e metano in atmosfera, alimentando ulteriormente il riscaldamento globale. Un vero e proprio circolo vizioso che accelera sempre di più il cambiamento climatico.
A sua volta, l’aumento della temperatura determina un maggiore scongelamento del permafrost artico, il terreno che normalmente rimane congelato durante tutto l’anno e che scongelandosi rilascia anidride carbonica e metano in atmosfera, alimentando ulteriormente il riscaldamento globale. Un vero e proprio circolo vizioso che accelera sempre di più il cambiamento climatico.
L’idea che
prima o poi la Terra avrebbe raggiunto un punto di non ritorno non è nuova ed
era già stata introdotta circa 20 anni fa dal gruppo intergovernativo delle
Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC). All’epoca, si pensava che i
cambiamenti sarebbero stati irreversibili se le temperature avessero superato i
5°C rispetto a quelle registrate nell’era preindustriali.
Oggi, i dati dei rapporti IPCC più recenti, suggeriscono che il clima sia molto più sensibile di quanto si pensasse e che il punto di non ritorno potrebbe essere raggiunto anche in seguito a un aumento delle temperature compreso tra 1 e 2°C.
Le
temperature medie globali sono già 1°C in più rispetto all’era preindustriale e
continuano ad aumentare: se le temperature aumentassero di oltre 2°C
rispetto ai livelli preindustriali, potrebbe verificarsi un effetto domino devastante.
L’accordo di Parigi ha fissato un obiettivo per limitare il riscaldamento della
Terra a 1,5 °C, ma secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, i paesi non
stanno facendo abbastanza: mantenendo i ritmi attuali, le temperature
aumenteranno di 3,2°C entro il 2100. Secondo l’Organizzazione meteorologica
mondiale, nel 2018 i gas serra hanno raggiunto
livelli record e non ci sono segni di una loro diminuzione a breve
termine. La situazione non è per nulla rosea ed è assolutamente necessaria
un’azione internazionale urgente per ridurre le emissioni, rallentare l’innalzamento del livello del mare
e mantenere il riscaldamento a 1,5°C.
Quanto tempo abbiamo per mettere in atto tali misure e tentare di salvarci? Secondo gli scienziati, zero.
Quanto tempo abbiamo per mettere in atto tali misure e tentare di salvarci? Secondo gli scienziati, zero.
* da www.greenme.it –
28 novembre 2019
Tatiana Maselli è laureata in
Scienze e Tecnologie Erboristiche, redattrice web dal 2013
leggi anche:
- Crisi climatica, 11.000 scienziati avvertono: ci aspettano “sofferenze indicibili” se non si agisce subito
- Clima, rapporto choc dell’ONU: non c’è più tempo, abbiamo già aumentato di 1,1 gradi. Urgono impegni concreti
- Malattie, inondanzioni, parassiti delle zanzare, scarsità d’acqua… il riscaldamento globale è peggiore del 20% nel Mediterraneo
Nessun commento:
Posta un commento