di Cornelia
Toelgyes *
La
giovanissima Divina Maloum,
camerunense di soli 14 anni, ha ricevuto il Premio Internazionale per la Pace
per il lavoro svolto con i suoi coetanei, vittime di violenze degli estremisti
nel nord del Paese, dove da anni la popolazione subisce feroci attacchi dei
terroristi Boko Haram. Il prestigioso premio è stato conferito alla ragazza
dall’organizzazione olandese KidsRights (Diritti dei bambini), che lotta
perché vengano riconosciuti gli sforzi messi in campo dai giovanissimi per
migliorare la propria situazione e quella degli altri. Insieme a Divina è stata
premiata anche la militante ecologista Greta Thunberg.
Nel 2014 la
ragazzina africana ha
fondato il movimento: “Bambini per la Pace” per poter svolgere attività con i
piccoli vittime di terrorismo. Da allora non ha mai smesso di recarsi nelle
comunità per parlare con i suoi coetanei dei propri diritti e che si può
remare contro la violenza e non farsi trascinare da essa. Dopo una breve
pausa – durata ben poco – gli attacchi dei terroristi sono ricominciati
quasi giornalmente nella provincia dell’Estremo Nord, al confine con la
Nigeria. La popolazione si sente abbandonata dal governo centrale, ha paura. E
il 9 novembre i residenti di Moskota sono scesi in piazza e hanno urlato
tutto il loro disappunto, la loro paura: “Basta con le uccisioni, basta con il
silenzio dello Stato”.
“I miliziani
di Boko Haram bruciano le nostre case, le nostre
moschee, le nostre chiese. I soldati vengono, controllano, ripartono e noi
seppelliamo i nostri morti nell’indifferenza e nel silenzio”, ha detto un
coltivatore di cereali. Tutte le sere alle 18.00, quest’uomo, la sua
famiglia e i suoi vicini, armati di stuoie, vanno a passare la notte nella
vicina foresta per non essere sorpresi e ammazzati dai terroristi nigeriani.
Altri si nascondono dietro grandi rocce o passano la notte sopra gli alberi,
mentre i più abbienti si recano in villaggi sicuri, che distano una decina di
chilometri. All’alba ritornano tutti, per occuparsi dei campi e del bestiame. Chi
resta a casa durante la notte, rischia di essere ucciso. E’ successo al
pastore David Mokoni, trucidato durante la notte del 6 novembre nella sua casa.
E’ stato ingenuo, era rimasto nel villaggio, convinto che ci fosse una maggiore
sorveglianza quella notte, visto che un ministro si trovava nella zona. La
stessa sera è morto un altro residente e decine di case sono state
saccheggiate. Cinque giorni più tardi un contadino è stato ucciso e un
centinaio di mucche sono state portate via.
Le
incursioni ora sono più frequenti, anche
perchè i comitati di vigilanza, generalmente composti da anziani che conoscono
bene il territorio, hanno abbandonato questo tipo di servizio. Riuscivano a
dare l’allarme alla popolazione quando stavano per arrivare i sanguinari
miliziani dalla vicina Nigeria. Il presidente Paul Biya aveva stanziato oltre
300mila euro per questi preziosi collaboratori, ma la maggior parte di loro non
ha visto più di 15 euro a testa per tutto il periodo. “Che fine hanno fatto
tutti questi soldi?” ha riferito Jean Areguema, capo ufficio nell’Estermo Nord
del trisettimanale L’Œil du Sahel, ai giornalisti di Le Monde Afrique.
E ha aggiunto: “ Le ragioni dei continui attacchi sono molteplici, una è
certamente la pressione esercitata dell’esercito nigeriano e Boko Haram ha
problemi di approvvigionamento, dunque cerca di procurarsi quanto serve nel
Camerun. Inoltre, molti posti di blocco dell’esercito sono stati eliminati nei
nostri villaggi. Non si capisce per quale ragione”.
Ovviamente le autorità
camerunensi smentiscono, l’esercito non avrebbe mai abbandonato i
residenti. “Boko Haram è ormai stato annientato militarmente in Camerun”, hanno
spiegato alcune fonti della Sicurezza. E, secondo loro, le incursioni degli
ultimi tempi sarebbero opera di miliziani isolati che cercherebbero di
sopravvivere. Peccato che le fonti della Sicurezza abbiano omesso di
citare le esecuzioni extragiudiziali, commesse dai militari stessi nel recente
passato. Crimini venuti alla luce grazie a Amnesty International.
* da www.africa-express.info
- 23 Novembre, 2019
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