di
Francesca Comotti *
Se c’è una
cosa che non manca alla città catalana, è la capacità di mettersi in gioco. La
Giunta guidata dalla sindaca Ada Colau mantiene le promesse lanciate in
campagna elettorale: “Urbanistica a vocazione sociale”, uno degli slogan
del programma del partito Barcelona en Comú, si traduce nella ferma decisione
d’investire in attenzione concreta ai residenti, soprattutto nei quartieri meno
agiati, e abbandonare le opere faraoniche o il
primato dell’investitore privato e del turista come referente del business
cittadino. Tra le “ossessioni” dell’attuale sindaco, oltre alle pari
opportunità per gli abitanti e le case popolari, c’è quella di limitare la presenza del traffico su gomma,
che al momento occupa il 60 per cento dello spazio pubblico, e ridurre così del
30 per cento le emissioni di anidride carbonica. Così, il Comune ha deciso di
prendere in mano un progetto promosso da amministrazioni precedenti e
riguardante niente meno che il ripensamento dell’idea di città, con il pedone
come protagonista.
L’idea dei macro-isolati non è nuova a Barcellona: il primo fu istituito nel 1993
vicino alla Chiesa di Santa Maria del Mar, nel quartiere del Born, a cui
seguirono altri due a Gràcia nel 2005; ma il primo progetto risale al 1987 ed è
ascrivibile a Salvador Rueda, attuale direttore dell’Agenzia di ecologia urbana
della città. La sindaca Colau ne ha fatto una priorità, ha stanziato 10 milioni
e la prima Superilla è già stata inauguarata nel quartiere Poblenou. Secondo la
definizione che ne dà il Comune, il Programma Superilles “Riempiamo di vita le
strade” (2016) è un progetto di città rivolto al miglioramento della vita delle
persone. Tutto ruota intorno alla messa a punto di un modulo in grado di
configurare nuovi spazi di convivenza, secondo un
modello organizzativo del tessuto urbano pensato in primis per i residenti.
Un’opportunità per favorire la mobilità sostenibile, la produttività, il verde
e la biodiversità, così come gli spazi di sosta per il pedone. L’idea consiste
nel definire il perimetro d’un insieme d’isolati che deve assorbire la maggior
parte del traffico privato e pubblico, mentre l’interno viene destinato ad uso
esclusivo di residenti, pedoni e biciclette.
In pratica, l’attuale Superilla è un
modo differente di distribuire la mobilità, studiato ad hoc per la trama urbana
definita nell’Ottocento da Ildefonso Cerdà: in un ambito formato da nove
isolati, il traffico veicolare viene deviato in
modo da evitare il transito all’interno della zona vedendosi obbligato a
tornare verso le strade perimetrali del macro-isolato. Al suo
interno le auto circolano a dieci chilometri all’ora su un’unica corsia, con
l’obiettivo di ridurne al minimo i passaggi. Vengono eliminati i parcheggi
negli incroci e così si liberano circa 2.000 metri quadrati che restano ad uso
praticamente esclusivo dei pedoni. Anche le strade interne alle Superilles si
trasformano in luoghi più accessibili al pedone, oltre che meno rumorosi, più verdi e gradevoli, in linea
con la vocazione della città mediterranea.
Josep Maria
Montaner, regidor del distretto di Sant Martì [a Barcellona ciascuno dei
dieci quartieri in cui è suddivisa la città ha una sorta di “sottosindaco” che
fa a sua volta riferimento alla sindaca Colau; nda], dove a settembre è stata
inaugurata la prima Superilla, è tra i ferventi sostenitori del progetto:
l’obiettivo è coinvolgere il 58 per ceno delle strade e aumentare di 380 ettari gli spazi verdi del
quartiere. Secondo Montaner, il macro-isolato del Poblenou è da intendersi come
un esperimento, come banco di prova per verificarne il funzionamento ed
eventuali criticità, con un investimento tutto sommato modesto (55.000 euro). La
consigliera per l’urbanistica della Municipalità, Janet Sanz, ha affermato in
diverse occasioni che questi cambiamenti saranno realizzati gradualmente
mediante azioni di tipo reversibile, con l’imprescindibile partecipazione dei
residenti, secondo un’idea di “democrazia aperta” imprescindibile per questa
giunta: l’uso dei nuovi spazi deve essere deciso in collaborazione con i
residenti, attraverso diverse modalità di confronto.
Coraggiosa e
trasparente, da parte del Comune, è la scelta di rendere noti, in un documento
pubblicato lo scorso ottobre, i risultati delle considerazioni espresse dai
vari collettivi coinvolti nella consultazione
popolare in seguito all’inaugurazione della Superilla del Poblenou.
Decine di proposte e critiche raccolte in occasione della giornata aperta di
valutazione del progetto, dei dibattiti cittadini tenutosi sul posto, delle
riunioni dell’Amministrazione con enti, imprese, scuole con sede nel quartiere,
oltre a quelle raccolte in un’apposita cassetta.
Anche circa duecento studenti delle Scuole di Architettura cittadine sono
stati coinvolti per redigere proposte. I dati raccolti sono ora al vaglio
dell’Amministrazione, che è disposta a modificare il modello iniziale laddove
risultasse meno soddisfacente del previsto ma che assicura che questa Superilla
è solo la prima di una lunga serie.
* da comune-info.net - 11 dicembre 2016
Fonte: eddyburg ilgiornaledell’Architettura (con il titolo Barcellona,
tutti pazzi per le “Superilles”)
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