Il 2015 è stato un anno da dimenticare per le città
italiane sul fronte della qualità dell’aria. Lo testimoniano i dati sullo smog
pubblicati dall’ISPRA nel suo ultimo rapporto sulla qualità dell’ambiente
urbano. Lo studio, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, rivela che
ben 45 città su 95 esaminate hanno superato i livelli di PM10 giornalieri
consentiti.
di Marco Mancini *
di Marco Mancini *
L’ISPRA ha registrato un trend allarmante: il numero di
sforamenti è in crescita rispetto agli anni precedenti. Un segnale preoccupante
sull’inefficacia delle misure anti-smog adottate dai Comuni. La maglia nera va
alle città di Torino, Vercelli, Milano, Frosinone e ai Comuni veneti e lombardi
della Pianura Padana. In questi capoluoghi sono stati sforati i limiti di PM10,
particolato fine (PM2.5) e biossido di azoto (NO2). Il 65% delle aree più
inquinate si trova nel Nord Italia. Il quadro è particolarmente preoccupante
nelle zone ad alto traffico e nei siti industriali dei grandi capoluoghi
settentrionali. Secondo l’ISPRA i cittadini italiani sono esposti a livelli di
smog oltre i valori raccomandati dall’OMS, che più volte negli ultimi anni ha
denunciato la strage causata dall’inquinamento urbano.
Ben il 90% della popolazione dei 95 Comuni presi in esame
è esposta a valori di PM10 superiori alla soglia di 20 µg/m³ (micron per metro
cubico). Non va meglio per il PM2.5: l’82% degli italiani è esposto a valori
superiori al limite di 10 µg/m³ raccomandato dalle autorità sanitarie mondiali.
Il 27% dei cittadini è costretto a respirare aria contaminata da biossido di
azoto oltre i limiti di sicurezza sanitaria. L’ISPRA non nasconde la sua
preoccupazione per l’elevata esposizione allo smog della popolazione urbana,
definita un problema grave per la salute di milioni di italiani. Ricordiamo che
le polveri sottili sono le più pericolose per l’organismo perché per via della
loro dimensione ridotta riescono a penetrare facilmente nel corpo attraverso le
vie aree superiori, eludendo i sistemi di difesa naturali. L’accumulo delle
polveri sottili nei polmoni e nei bronchi è all’origine di malattie
respiratorie, allergie e asma.
Lo smog è inoltre associato a malattie cardiache e ansia.
Non a caso molte amministrazioni urbane hanno deciso di sconsigliare lo
svolgimento di attività fisica nei luoghi più trafficati e inquinati per
evitare di esporre gli sportivi a quantità eccessive di polveri sottili. Purtroppo
in base ai dati diffusi dall’ISPRA anche il 2016 si concluderà con un record
negativo per la qualità dell’aria in città. Alla data del 13 dicembre 2016 ben
18 capoluoghi di Provincia avevano sforato i limiti giornalieri per il PM10. Il
primato poco meritevole spetta alle città di Frosinone, Venezia, Napoli, Terni
e ai capoluoghi padani.
* da www.greenstyle.it 19 dicembre 2016
* da www.greenstyle.it 19 dicembre 2016
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