15 novembre 2016

ECOETTERA 80 del Gruppo Cinque Terre




costruire la transizione: un nuovo ecologismo - democrazia - giustizia - nuovi lavori

Gruppo Cinque Terre                ECOLETTERA  80 - 16 novembre 2016

Editoriale 1: Clima: Cop22 e Mop: cosa si deciderà a Marrakech
Il testo dell’Accordo di Parigi richiede a tutte le nazioni di valutare i loro sforzi di riduzione delle emissioni a intervalli di cinque anni e conseguentemente alzare la barra degli impegni. Le promesse di riduzione dei gas-serra che i 195 Paesi firmatari dell’Accordo hanno messo sul tavolo con i loro NDC cadrà ben al di sotto dell’obiettivo di 2°C. La Cina, per esempio, intende ridurre le proprie emissioni, ma solo a partire dal 2030. L’India il terzo più grande inquinatore del mondo, ha approvato un piano che consentirà di triplicare le sue emissioni entro il 2030, un miglioramento secondo i funzionari indiani, poiché senza questo piano le emissioni sarebbero aumentate di sette volte. La Russia, il quarto più grande inquinatore del clima del mondo, ha messo sul tavolo un piano business as asual, che non prevede nuove concrete politiche climatiche. Gli Usa viceversa hanno predisposto un piano di riduzione abbastanza rigoroso e dettagliato che purtroppo si trova in un limbo legale. Ventisette Stati hanno citato in giudizio l'amministrazione per bloccarlo ed effettivamente la Corte Suprema lo ha bloccato in attesa dell’esito del ricorso. Diversi studi hanno però dimostrato che, sulla base dei tagli delle emissioni annunciati a Parigi dalle nazioni, il mondo è sulla cattiva strada e rischia un aumento di temperatura di circa 3,5 °C alla fine del secolo. Ciò causerebbe una serie di conseguenze ambientali disastrose, tra ondate di calore, aumento del livello del mare, danni alle colture, estinzioni di specie e diffusione di malattie. Alcuni studi stimano che per raggiungere l’obiettivo di mantenere il riscaldamento sotto i 2°C è necessario che il livello globale dei gas serra raggiunga il culmine di 54 miliardi di tonnellate di CO2eq entro il 2030 e declini sino a 21 miliardi di tonnellate di CO2eq entro il 2050. Questo presuppone che entro il 2050 debba maturare un settore energetico completamente decarbonizzato. Per cominciare, nell’arco di cinque anni ogni centrale a carbone dovrà essere chiusa. ( Lorenzo Ciccarese da qualenergia.it ) leggi

Editoriale 2 : Atomiche, Italia allucinante

 Allucinante Matteo Renzi. Allucinante Paolo Gentiloni. Era all’ordine del giorno dell’Assemblea generale dell’Onu un voto davvero importante: una risoluzione perché dal 2017 partano i negoziati per un Trattato internazionale che vieti le armi nucleari. La risoluzione è stata approvata da 123 Paesi, 16 Stati si sono astenuti ma 37 Paesi hanno votato contro, tra cui l’Italia. In compagnia di quasi tutte le nazioni nucleari del mondo e tanti alleati degli Stati uniti che, come l’Italia, hanno sul proprio territorio ogive nucleari. Si badi, non armi atomiche vintage della “passata” Guerra fredda, ma rinnovati sistemi d’arma per le quali il Nobel della Pace Obama ha speso diversi miliardi di dollari: si chiamano bombe B61-12 e potranno essere montate sugli F35 che - a proposito di “costi della politica” - ci costano più di 15 miliardi di euro. I primi due F35 arriveranno nella base di Amendola l’8 novembre prossimo, il giorno delle presidenziali americane, e senza know how di attivazione: quello lo controllano dagli Usa. (Tommaso Di Francesco su il manifesto ) leggi

Costituzione e sistema elettorale: dalla Costituente proporzionalista al maggioritario.

Tanto la Costituzione formale quanto quella materiale hanno avuto il sistema proporzionale come pietra angolare su cui basarsi. La costituzione materiale perché in questo sistema elettorale valorizzava il ruolo dei partiti come organizzatori della democrazia, la Costituzione formale perché esso garantiva tanto la rigidità del testo, quanto l’accentuato pluralismo del sistema, che induceva a forme di governo di coalizione e ad intese più ampie della maggioranza di governo per decisioni delicate come l’elezione del Presidente, dei membri della Corte Costituzionale e del Csm. Tutto questo realizzava un equilibrio fra poteri di maggioranza e diritti delle opposizioni che, anche se mai perfetto, tuttavia garantiva un ruolo dinamico del Parlamento. Dagli anni settanta, tuttavia, si manifestò una crescente degenerazione della vita interna dei partiti che produsse la sclerotizzazione del sistema istituzionale nel suo complesso. Di ciò venne data indebitamente la colpa al sistema proporzionale e, invece di procedere ad una regolamentazione per legge dei partiti, in modo da consentire l’intervento del giudice ordinario nei molti casi delle vere e proprie frodi (a cominciare dai tesseramenti truccati) e contrastare la degenerazione partitocratica, si preferì la strada del tutto controproducente del passaggio al sistema maggioritario. (Aldo Giannuli sul blog) leggi

Referendum: La sovranità dei territori e le ragioni del No 

Ricordiamo che l’art. 5 della Costituzione sancisce il bilanciamento fra lo Stato-Nazione e gli altri Enti intermedi (Comuni, Province, Regioni), togliendo al Centro l’onnipotenza del comando e permettendo alle periferie di esprimere controforze politiche e sociali più legate ai bisogni dei cittadini, alla prossimità ai luoghi, alla diversità di interessi territoriali differenziati. Un principio che ha consentito forme di controllo dal basso, pratiche di consultazione sociale, decentramento amministrativo, autorganizzazione e, in qualche caso, anche auto-governo. L’art. 9 della Costituzione, prevede che sia la Repubblica, cioè tutti i livelli istituzionali, dal grado più alto al più basso, e non lo Stato, a tutelare l’ambiente, il paesaggio, i beni culturali. Anche la riforma del 2001 del titolo V della Costituzione, pur tra tanti limiti, manteneva questo impianto concorrente, spostando anzi ancora più in avanti poteri e competenze delle autonomie locali, in particolare delle Regioni. Poteri e competenze che invece sarebbero fortemente ridimensionati se passasse la riforma, che smantella ogni collaborazione fra le diverse istanze stabilendo invece, nella nuova formulazione dell’art. 117, un “principio di supremazia” dello Stato centrale , esercitabile soprattutto dal Governo più che dal Parlamento, che può avocare a sé tutte le decisioni in materia ambientale (che riguardano cioè la salute dei cittadini, il governo del territorio, le infrastrutture e le grandi reti strategiche di trasporto), ove lo richiedesse “l’interesse nazionale e la tutela dell’unità giuridica ed economica della Repubblica”. (Laura Marchetti e Piero Bevilacqua  su il manifesto) leggi

Un Mediterraneo croce e delizia…. di plastica e di rumore

l’Italia è, secondo un rapporto dell’Unep, il 3° paese inquinatore dopo la Turchia e la Spagna. Inquinamento da plastiche: di questo è gravemente malato il nostro mare. Ogni giorno finiscono nel Mar Mediterraneo 731 tonnellate di rifiuti di plastica. Nelle zone costiere, comprese le isole, e la Sardegna tra le altre, vivono 208 milioni di persone che producono 361.000 tonnellate di spazzatura al giorno, il 10% plastica, di cui il 2% si riversa nel Mare Nostrum. “Senza misure di contrasto - dicono gli esperti dell’Unep - la quantità di plastica aumenterà del doppio entro il 2025”. E il rumore sottomarino è uno dei maggiori problemi ecologici dopo l’invasione della plastica. Nel Mediterraneo vivono ben otto specie di cetacei e diverse altre specie di visitatrici occasionali e l’inquinamento acustico dovuto ad attività umane riveste un ruolo importante e contribuisce fortemente ad alterare l’ambiente acquatico in cui i cetacei vivono. Lo dice un rapporto dell’ARPA Toscana e coinvolge tutta l’area del Santuario dei Cetacei. (Enza Plotino da piazzagallura.org) leggi

Social network e informazione, in Medio Oriente la repressione passa dal web

Negli ultimi anni, in tutti e sei i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati arabi uniti, Kuwait, Oman e Qatar), l’uso dei social network e delle applicazioni di messaggistica istantanea ha conosciuto una rapida espansione. La risposta dei governi è stata spietata: un assalto sistematico alla libertà d’espressione che ha portato all’arresto di centinaia di dissidenti, attivisti politici, difensori dei diritti umani, giornalisti, blogger e avvocati. Molti sono stati torturati e processati. In alcuni casi è stata ritirata loro la cittadinanza. I governi dei sei Paesi hanno investito ingenti risorse economiche nell’acquisto di software per sorvegliare la rete e intercettare le attività degli utenti. Questi programmi consentono di avere accesso alle e-mail, ai messaggi di testo, alle password, ai file… Riescono persino a usare le microcamere e i microfoni per prendere foto e conversazioni private senza che l’utente riesca ad accorgersene. (Riccardo Noury su il fattoquotidiano ) leggi

Parlamento europeo. Strasburgo, Premio Sakharov a due attiviste yazide

Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar, difenditrici della causa della comunità Yazida perseguitata dallo Stato islamico, hanno vinto il premio Sakharov 2016. Originarie del villaggio di Kocho nel nord dell'Iraq, le due donne hanno cominciato la loro battaglia di testimonianza dopo essere state rapite e rese schiave sessuali dai combattenti dell'Isis. Il premio Sakharov è assegnato ogni anno dal Parlamento europeo alle persone e associazioni che si distinguono nella difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Insieme a migliaia di altre ragazze yazide, furono rapite e costrette a subire ogni genere di vessazioni sessuali da parte degli uomini del cosiddetto 'califfato'. Murad, già destinataria del premio Vaclav Havel attribuito dal Consiglio d'Europa, sta lavorando anche al riconoscimento del genocidio degli Yazidi, una minoranza religiosa vittima dei fondamentalisti sunniti. (da rainews.it ) leggi

La foto del giorno: Mosul, le donne curde che sfidano l'Isis al fronte: Avin Vaysi ha 32 anni, una bandiera curda dipinta sulla guancia e un AK-47 stretto tra le mani. Come molte altre donne curde, Vaysi ha deciso di lasciarsi alle spalle la vita in Iran per imbracciare le armi contro i miliziani dell'Isis. "Quando le tv hanno spiegato cosa faceva Daesh alle donne, mi è ribollito il sangue nelle vene e ho preso la mia decisione", spiega la ragazza. Accanto a lei c'è Mani Nasrallahpour, 21 anni, in tuta mimetica. Anche lei imbraccia un'arma da fuoco. "Prima di aprire il fuoco cantiamo a squarciagola negli altoparlanti. E' un modo per fargli capire che non abbiamo paura di loro", afferma Nasrallahpour spiegando che nei territori conquistati l'Isis ha proibito il canto e la musica. Vaysi e Nasrallahpour sono due delle circa 200 ragazze curde che hanno deciso di aderire all'unità armata allineata con il Partito della libertà del Kurdistan (Pak), e di combattere lo Stato Islamico accanto ai loro commilitoni uomini. Conoscendo le atrocità commesse dai miliziani contro le donne, le combattenti spiegano di aver giurato di non farsi catturare vive per nessuna ragione. "Abbiamo sempre un proiettile pronto all'uso nel caso ci facessero prigioniere", spiega Nasrallahpour (foto da repubblica.it) vedi


VIDEO ARCHIVIO

“Punto di non ritorno – Before The Flood”. E’ su youtube  il bellissimo video ambientalista di Leonardo Di Caprio. Quali sono le cause del riscaldamento globale? Siamo ancora in tempo per invertire il processo? vedi
 

Speciale elezioni USA

“ L’unico motivo per cui Trump è stato eletto presidente è una folle e arcana idea datata diciottesimo secolo e chiamata Collegio elettorale. Finché non la cambiamo continueremo ad avere presidenti che non abbiamo eletto e che non vogliamo. Viviamo in un Paese dove la maggioranza è d’accordo sul cambiamento in atto, sulla parità di salario fra uomini e donne, sull’educazione libera da debiti. Una maggioranza di cittadini che non vuole invadere altri paesi, vuole un aumento del salario minimo e un sistema sanitario che funzioni, insomma una maggioranza che ha posizioni “liberali”. Ci manca solo la leadership liberale per realizzare tutto questo.” (Michael Moore )
 



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Il punto di vista   del Gruppo Cinque Terre:


Riforme democratiche o revisione autoritaria? (Massimo Marino) ottobre 2016 leggi e leggi
 
Germania: settembre elettorale, si vota a Berlino (Massimo Marino) settembre 2016 leggi

La rivoluzione futura e possibile (Giovanni Chiambretto) luglio 2016 leggi

Frammenti di riflessione politica per il nuovo anno (Giovanni Chiambretto e Massimo Marino) gennaio 2016 leggi
 

Quello che possiamo fare - Documento annuale del GCT.  (Piero Aimasso - Anna Andorno - Giovanni Chiambretto - Maurizio Di Gregorio - Massimo Marino) - 1 giugno 2015        leggi


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