14 settembre 2019

In Italia emissioni in aumento nonostante il Pil in calo: i nuovi dati Ispra


Una tendenza preoccupante dovuta al rallentamento delle energie rinnovabili nel settore elettrico, soprattutto nella produzione da idro.

Per l’anno in corso si prevede che le emissioni di CO2 aumentino, nonostante la stagnazione economica. La colpa è soprattutto del settore elettrico, dove le rinnovabili devono crescere ancora, e se oggi bastano condizioni meteo sfavorevoli per far riguadagnare terreno alle centrali a fonti fossili.

L’allarme arriva dall’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ha diffuso i dati sulle emissioni climalteranti nei diversi settori aggiornati al secondo trimestre 2019. La stima tendenziale delle emissioni dei gas serra prevede un incremento rispetto all’anno precedente dello 0,8% a fronte di una diminuzione del PIL dello 0,1% rispetto allo stesso periodo. “Si verifica un disaccoppiamento tra l’andamento delle emissioni e la tendenza dell’indice economico, non troppo confortante perché a un decremento del PIL è associato un incremento delle emissioni di gas serra”, sottolineano dall’Istituto. L’aumento stimato, si spiega, è principalmente dovuto alla crescita dei consumi di combustibili per la produzione di energia elettrica (4,4%), dovuta prevalentemente alla riduzione della produzione di energia idroelettrica, mentre risultano in decremento i consumi – e quindi le emissioni – di carburanti nel settore dei trasporti (-0,8%) e di gas naturale nel settore del riscaldamento domestico (vedi tabella).

Sull’elettrico, aggiungiamo, la stessa tendenza emerge anche guardando ai dati Terna per i primi 8 mesi dell’anno che su queste pagine avevamo riportato: nel periodo gennaio-agosto 2019 le Fer hanno prodotto 1 TWh in meno rispetto allo stesso periodo del 2018 e la quota delle rinnovabili sulla domanda è al momento di 36,4% contro il 36,8% del 2018. Inoltre, se la generazione da fonti rinnovabili dei primi otto mesi cresce comunque rispetto allo stesso periodo degli anni 2015, 2016 e 2017, resta inferiore di ben 7 TWh rispetto al 2014.

da  Redazione QualEnergia.it - 13 Settembre 2019

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