di Alessandro Giuliani *
Si parla da
anni dell’amianto – sostanza micidiale che genera malattie mortali – da
estirpare nelle strutture pubbliche, ad iniziare delle scuole. Poi, però,
siccome si tratta di “bonifiche” molto onerose, che lo Stato non finanzia,
tutto torna nel silenzio. Ciclicamente, il problema torna in auge. E l’inizio
del nuovo anno scolastico è proprio uno di questi momenti.
Ancora 2.400 istituti lo contengono
A riproporre
i numeri sull’amianto a scuola, è stato il Codacons, che è andato a
rispolverare i dati resi pubblici, lo scorso maggio, dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona) e dal
Comitato nazionale italiano Fair play, ‘Sport e scuola, ambiente e sicurezza:
via l’amianto’, che hanno realizzato un censimento sui materiali che contengono
amianto, ben 2.400 istituti scolastici contengono amianto.
In
quell’occasione, si rilevò che a frequentare le scuole con all’interno
l’amianto sarebbero almeno 352.000 alunni, più 50.000 tra docenti, personale
Ata e dirigenti scolastici.
Ed il
fenomeno sarebbe peggiore di quello che si pensava: in Italia ci sono ancora 40
milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto: e le scuole sono tra gli
edifici con maggiore presenza della sostanza killer, causa di “6.000 decessi
ogni anno di mesotelioma (1.900), asbestosi (600), e tumori polmonari (3.600)”.
A scuola nulla è stato fatto?
L’associazione
guidata da Carlo Rienzi, come se non bastasse, ha fatto sapere che il
46,8% degli edifici scolastici presenti sul territorio non possiede il
certificato di collaudo statico, e il 53,8% non ha quello di agibilità o
abitabilità, numeri che preoccupano ancor di più se consideriamo che nel
2018-2019 ogni tre giorni si sono registrati episodi di distacchi di intonaco e
crolli all’interno di edifici scolastici.
Secondo
l’associazione dei consumatori, “la mancanza di sicurezza delle scuole ha
provocato, a partire dal 2001, 39 vittime: nonostante i piani annunciati a
reti unificate dai vari governi, infatti, poco o nulla è stato fatto per
garantire salute e sicurezza di studenti e personale scolastico”.
Codacons invierà una diffida ai dirigenti “faciloni”
che riaprono le scuole
Il Codacons
parla di “scandalo inaccettabile“, e fa sapere di essere è pronto ad
inviare una diffida ai sindaci e ai dirigenti scolastici chiedendo di non
aprire, in occasione del nuovo anno scolastico, gli istituti a rischio che
possono rappresentare un pericolo per la sicurezza di studenti e docenti.
L’associazione
ha inoltre pubblicato sul proprio sito un modulo attraverso il quale i
genitori possono valutare il livello di sicurezza delle scuole frequentate dai
propri figli e chiedere interventi urgenti per la riqualificazione degli
edifici scolastici, ed in particolare attraverso la verifica su agibilità,
collaudo statico, impianti elettrici, idraulici, verifica di vulnerabilità
sismica, certificazione igienico-sanitaria, certificazione di conformità
antincendio, ascensori, ecc., con i relativi rinnovi, coinvolgendo anche
l’amministrazione comunale che – ai sensi dell’art. 3 c.1 della Ln. 23/1996 – è
tenuta a essere garante della manutenzione ordinaria, straordinaria e impiantistica
degli edifici adibiti a scuola.
Ben 40 milioni di tonnellate ancora presenti in Italia
Tornando
all’amianto, la sostanza, messa al bando per legge 26 anni fa, è
presente in modo ancora massiccio sul territorio italiano: dei 40 milioni di
tonnellate di amianto presenti in Italia, si legge nella ricerca, ben “33 sono
in matrice compatta e 7 friabile, in un milione di siti, di cui 50.000
industriali e 40 di interesse nazionale (di questi, 10 solo per amianto, da
Fibronit di Broni e di Bari a Eternit di Casale Monferrato)”.
Tra l’altro,
i dati sarebbero in sensibile difetto, perché nonostante le Regioni
abbiano l’obbligo di trasmettere, entro il 30 giugno di ogni anno, al
ministero della Salute i dati sulla presenza di amianto, questa comunicazione
spesso non si realizza.
In alcune
regioni, la situazione, a livello scolastico, è da allarme. Nel Lazio
sono presenti ancora qualcosa come “64 tonnellate di amianto compatto e 150
chilogrammi di amianto friabile”, per le Marche di “amianto friabile in
89 istituti scolastici e di ricerca e in 24 impianti sportivi”, per la Sardegna
“in 395, di cui 72 bonificati e 323 ancora da bonificare”.
Anche
secondo Legambiente, come riportato di recente dalla Tecnica
della Scuola, l’amianto si trova nel 10% degli
edifici scolastici: una percentuale non molto distante da quella pubblicata a
seguito dello studio.
Dove è “nascosto” l’amianto
La Tecnica della Scuola ha in passato
spiegato quali che i principali prodotti
contenenti amianto nelle scuole:
- ricoprimenti a spruzzo e rivestimenti isolanti: fino all’85% di amianto (prevalentemente amosite spruzzata) e elevato potenziale di rilascio fibre;
- rivestimenti isolanti di tubazioni o caldaie: in tele, filtri, imbottiture in genere il contenuto di amianto è al 100%. Per altri rivestimenti in miscela al 6-10% con silicati di calcio. Elevato potenziale di rilascio fibre se i rivestimenti non sono ricoperti con strato sigillante uniforme e intatto;
- prodotti in amianto-cemento (coperture, tramezzi, cassoni dell’acqua, canne fumarie): 10-15% di amianto (crisotilo e anfiboli). Rilascio possibile solo se abrasi, segati o deteriorati;
- pavimenti vinilici: 10-15% di amianto crisotilo. In questo caso il rilascio di fibre è improbabile.
La presenza anche in altri “siti”
La scuola
non è l’unica struttura pubblica dove è ancora presente l’amianto: la sostanza
killer è situata anche in “1.000 biblioteche ed edifici culturali; 250 ospedali,
300.000 chilometri di tubature, che diventano 500.000 compresi gli
allacciamenti”.
Pure negli “impianti
sportivi, realizzati prima dell’entrata in vigore del divieto di utilizzo
di amianto (1 aprile 1993), presentano materiali in amianto e contenenti
amianto e necessitano quindi di bonifica”.
I casi di tumore da amianto
Di recente,
è stato accertato che l’amianto è la causa principale del mesotelioma, un tumore
maligno che colpisce il rivestimento di alcuni organi interni, in questo
caso i polmoni (l’80% dei mesoteliomi è causato dall’amianto), guadagnandosi un
posto nella lista 1 di IARC, quella che comprende i cancerogeni certi per
l’uomo.
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da www.tecnicadellascuola.it - 2 settembre 2019
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