A Davos, in
Svizzera si è concluso il 20 gennaio 2017 l’annuale appuntamento del World
Economic Forum (WEF), che ha richiamato un selezionato
numero di importanti manager e uomini d’affari insieme a politici,
intellettuali, economisti, protagonisti del tech e del giornalismo su scala
globale, dirigenti di ONG e organismi internazionali.
L’iniziativa,
lo ricordiamo, è nata nel 1971 per volere dell’economista ed accademico
Klaus Schwab che ancora oggi la presiede.
Durante
l’incontro, il WEF organizza discussioni e forum per affrontare le principali
tematiche politiche ed economiche del momento ponendo attenzione anche ad
argomenti correlati all’ambiente e alla salute e presentando diversi rapporti
di ricerca suddivisi per argomenti, che sono il risultato dell’impegno dei suoi
membri.
Focus di
quest’anno è stato il tema “Leadership responsabile e reattività” in
tutti i campi, e grande attenzione è stata posta ai temi correlati ai cambiamenti climatici.
Tra i
protagonisti più attesi, il presidente cinese Xi Jinping, che ha
annunciato quanto importante e prioritario sia l’obiettivo, per la Cina di una
leadership responsabile anche dal punto di vista ambientale.
Va detto che
il World Economic Forum si considera “impegnato a migliorare la
condizione del mondo” e si sforza di essere imparziale e privo di vincoli
di natura politica, ideologica o nazionale.
A indicare
come il clima sia una delle principali minacce ad impatto globale è stato
il 12esimo Global Risks Report 2017,
pubblicato dal World Economic Forum che, per tradizione, diventa ogni anno il
punto di partenza del summit di Davos.
Il
Report, si fonda sulle valutazioni di 750 esperti che hanno
analizzato 30 rischi a livello globale. Il risultato è che fra i le 5
principali criticità che hanno un impatto a livello globale, 4 sono
relativi all’ambiente e in particolare sono connessi ai cambiamenti
climatici. Pertanto, secondo gli esperti, si registrano il fallimento
delle misure di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti
climatici, gravissime crisi idriche, eventi meteo estremi, disastri
naturali.
Per
conoscenza, ma soprattutto per renderci meglio conto, il V rischio per
il 2017 riguarda le armi di distruzione di massa.
Secondo Il
Rapporto, i rischi climatici sono strettamente interconnessi con
altre emergenze globali e disuguaglianze sociali e possono aggravare i rischi geopolitici e
sociali come i conflitti nazionali o regionali, l’aumento dei profughi
climatici (21,5 milioni l’anno secondo l’UNHCR) e le migrazioni
involontarie, in particolare nelle aree geo-politiche più fragili.
Secondo la
responsabile del WEF, Margareta Drzeniek-Hanouz, “E’ necessaria
un’azione urgente tra tutti i leader per identificare i modi per superare le
differenze politiche o ideologiche e lavorare insieme per risolvere le sfide più critiche”.
Se da una
parte il Rapporto evidenzia come nel corso del 2016 sia migliorata la
consapevolezza e il numero dei paesi (compresi USA e Cina) impegnati nella
battaglia contro le emissioni dei GAS serra,
dall’altra viene chiaramente detto che, sulla base dei monitoraggi e delle
analisi, i cambiamenti sono ancora troppo lenti. Anzi: le emissioni
globali di gas serra (GHG) sono in crescita, attualmente di circa 52 miliardi
di tonnellate di CO2 equivalenti all’anno e il 2016 sarà ricordato come l’anno
più caldo secondo l’analisi provvisoria dell’Organizzazione meteorologica
mondiale.
Il WEF
indica, però, come invertire questo trend: per mantenere l’aumento della
temperatura entro i 2 gradi centigradi e limitare i rischi conseguenti al
cambiamento climatico, il mondo, dovrà ridurre le emissioni di CO2 tra il 40
e il 70% entro il 2050 ed eliminarle per il 2100 e per questo sarà
necessaria una cooperazione globale che dovrà coinvolgere tutti gli stati.
Il discorso
pubblico sul riscaldamento globale è ormai slittato da tempo dalla scienza alla
politica e lo studio non fa mistero dei ‘rischi politici’ in Nord America e in
Europa a seguito dell’elezione di Trump e con il voto imminente in alcuni Paesi
chiave come Francia e Germania.
Il problema,
come leggiamo nei report disponibili e condivisi nel sito
istituzionale del Forum, sta nella difficoltà dei leader a
intraprendere azioni in modo sinergico superando le differenze ideologiche e
politiche e gli interessi di ognuno.
Solo
lavorando insieme consapevoli che questa emergenza è davvero molto importante
anzi prioritaria, si può sperare di arrivare a delle soluzioni per salvare la
Terra. In questo scenario, oltre alla cooperazione, la condivisione dei
saperi e delle conoscenze, sono
fondamentali e anche noi di eHabitat, nel nostro piccolo, cerchiamo di fare in
modo che questo avvenga. L’informazione è alla base della sensibilizzazione.
* da ehabitat.it
, 30 gennaio 2017
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