12 ottobre 2009

Qualcosa di nuovo e verde

di Luciano Coluccia
La mia prima tessera di partito l’ho presa lo scorso anno. Quella del PD. Mi entusiasmava l’idea di un partito nuovo, profondamente democratico (con tutti gli annessi e connessi che questa parola significa). Pensavo anche di dare una mano.Per la delusione e il tradimento da parte di alcune persone di mia conoscenza; per la sopravvivenza di un certo apparato che pensavo si potesse archiviare; per i soliti noti che dicono le solite cose (il mondo è cambiato almeno tre volte negli ultimi 15 anni). Insomma per aver deluso e bruciato in fretta tutte le aspettative che un partito “nuovo” proponeva ho lasciato perdere e sono rimasto a guardare.Ora, per chi non lo sa, politicamente diedi il mio primo voto a DP e poi ho sempre “bazziccato” gli ambienti del volontariato, del cattolicesimo dissidente e ho sempre navigato nel cosiddetto “arcipelago eco-pacifista”. Insomma un verde da quasi subito. Poi la repentina deriva del partito dei Verdi e l’involuzione di loro leader mi hanno allontanato. A chi mi chiedeva ho sempre detto che ero “un verde in esilio”.Ma sono successe alcune cose negli ultimi mesi (a dimostrazione che nella storia -grande o piccola che sia- le partite non si chiudono quasi mai) positive in qualche modo.

La prima: alle elezioni europee Europe Ecologie prende il 16.28% diretti concorrenti dei socialisti che sono sopra di poco: 16.48% (inciso: Daniel Cohn Bendit rimane la migliore eredità del ‘68 europeo). Europe Ecologie sono una novità politica (qui): “In Francia (è forse l’unica nota positiva di queste elezioni), in risposta alla crisi dei socialisti, ancora più grave dei democratici nostrani, è emerso un nuovo movimento che è riduttivo definire semplicemente verde ed ecologista. Europe Ecologie ha parlato di tutto quello di cui avrebbe dovuto parlare una sinistra alternativa al Pd e non lo ha fatto, con la sola eccezione di alcuni settori di Sinistra e libertà. Lì l’operazione è riuscita, e lo diciamo senza eccessivi entusiasmi, constatando semplicemente quanto è avvenuto: vedere la lista di Dany Cohn-Bendit prendere il 27% in tutta Parigi (appena due punti percentuali in meno del partito di Sarkozy) e diventare il primo partito in molti arrondissements fa un certo effetto. È il segno di una rottura, non solo elettorale”.
In Germania i verdi hanno preso il 10% circa (lasciamo perdere la
Die Linke: residuo di testimonianza che deve a O. Lafontaine il bel risultato 12%) e anche qui la SPD registra una batosta (il 23%). Situazione simile in Gran Bretagna e altri piccoli segnali nel resto d’Europa (qui trovate una utile analisi per quella tornata).


In Italia la cosa curiosa è stata che tra le persone cresce non solo la sensibilità, ma anche le pratiche ecologiste: che sono ben più impegnative delle semplici sottoscrizioni. Questo non corrisponde con i deludenti risultati elettorali fin qui raccolti dai Verdi. Non solo un problema di leader, ma di cultura politica. Che a mio modesto parere non si è mai liberata fino in fondo di una certa eredità “demoproletaria”.
Prima della partenza per il Brasile ho ricevuto la segnalazione e l’invito a sostenere un appello: “
il coraggio di osare” che guarda proprio al modello di Europe Ecologie. Io l’ho sottoscritto perchè appunto si propone di avviare una costituente tra tutti gli ecologisti, verdi compresi. Nelle settimane successive alcuni Verdi (Boato, Bettin, Bonelli) ne hanno fatto una mozione per il congresso dei Verdi che nel frattempo si erano divisi tra chi (Francescato, Paolo Cento) voleva continuare l’esperienza con Sinistra e Libertà (per carità: basta. Nonostante il buon Vendola) e chi voleva costruire un soggetto autonomo e indipendente.
La notizia è che -del tutto inaspettata- ha vinto la mozione per rifondare un nuovo soggetto ecologista: autonomo e indipendente. Gli altri, si capisce ci sono rimasti male. Intanto il nuovo portavoce dei Verdi è Bonelli, persona degna: a Ostia dove ha iniziato a militare nei Verdi si è sbattuto come pochi su tante questioni.
Non rimane che iniziare e vista la mia passione politica e voglia non mi rimane che proseguire con l’invito che sottoscrissi prima del Brasile. Sono per la costituente ecologista. Convinto che esso è differente dall’ambientalismo; che bisogna recuperare lo sguardo in avanti (oltre la destra e la sinistra); che bisogna guardare agli altri; che bisogna operare una “conversione ecologica e sociale” e che per farlo occorre: “superare il vecchio modello di partito per dare più spazio ad una politica di movimento, di partecipazione e di democrazia. Un grande movimento ecologista che sappia parlare a 360°: una federazione di associazioni, movimenti e realtà della società civile, partendo dal contesto territoriale e locale, collegata all’esperienza verde europea“.
Per una volta ha vinto -da qualche parte- il buon senso e già questa è una ottima notizia (visto che a sinistra da tempo questo scarseggia). E lasciamo Sinistra e Libertà al suo destino. Mi dispiace per Fava che è anche lui un’ottima persona, ma ho l’impressione che da quelle parti non si riesca a elaborare il lutto e venire a patti con la fine di una categoria che non regge più. Lo stesso dicasi per le socialdemocrazie che sono decisamente in affanno ma che non lasciano intravvedere grandi intuizioni o novità (una poteva essere il PD con il suo carico di aspettativa, ma basta leggere i post precedenti).Infine chiudo. Contento e risolto: sarò della partita e quindi mi attrezzerò e attrezzerò la mia tribù per non sacrificarla a questo impegno.
Luciano Coluccia ( www.lineadombra@wordpress.com )

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