di Fernando D'Aniello *
Chiuso il congresso di Dortmund, la SPD ha finalmente
il suo programma, con il quale
proverà a recuperare il divario (enorme) che la separa dall’Union di CDU
e CSU, attualmente quasi quattordici punti. La stampa tedesca dedica oggi molto
spazio al congresso di Dortmund, soprattutto per il programma (la proposta di
riforma del sistema fiscale) e per gli interventi del candidato cancelliere
Martin Schulz e del padre nobile della SPD, l’ex Cancelliere federale dal 1998
al 2005 Gerhard Schröder.
Resta, purtroppo, in secondo piano il bello ed
efficace intervento di Johanna Ueckermann, classe 1987 bavarese,
presidentessa degli Jusos. Un intervento certamente ingessato nel rigido
cerimoniale socialdemocratico, tuttavia di grande respiro e che offre qualche
spunto di considerazione. Molto più di quelli di Schulz e Schröder.
Martin Schulz ha parlato
per quasi un’ora e mezzo nel suo classico stile (qui il testo), un intervento un po’ noioso ma
questa volta efficace. Ha attaccato Angela Merkel e ha ribadito le priorità del
partito: è riuscito a unire il partito e a compattarlo per i prossimi tre mesi
di campagna elettorale. Che questo basti a colmare il divario con i
conservatori è difficile da sostenere.
Non è stato all’altezza del momento l’intervento
di Schröder, davvero di basso profilo: l’ex cancelliere ha difeso se
stesso (l’impopolarità come prezzo da pagare per chi s’impegna per le
‘giuste’riforme) più della socialdemocrazia, ha certamente galvanizzato la
platea ricordando che la SPD ha spesso centrato rimonte elettorali a prima
vista impossibili (si riferiva sempre alle proprie), ha di nuovo attaccato la
Linke con argomenti vecchi e obsoleti. Ha detto molto poco per definire il
ruolo della Germania in Europa,limitandosi a ribadire che con il nuovo
presidente francese, Macron, la migliore delle soluzioni possibile per l’Europa
sarebbe proprio una guida franco-tedesca garantita da un Cancelliere
socialdemocratico, non ha però chiarito perché Angela Merkel sarebbe un
ostacolo a questo nuovo asse tra Parigi e Berlino. Ha speso pochissime parole
sul futuro della socialdemocrazia.
Chi ha usato parole chiare e non di circostanza è stata
invece la giovane presidentessa degli Jusos.
La mia generazione ne ha abbastanza di Angela Merkel,
[…] di attendere, di una politica senza idee. […] Che parla alla pancia
delle persone ma non ha il coraggio di cambiare le cose e di renderle più giuste.
Johanna Ueckermann non ha ancora trent’anni ed è dal
2013 alla guida degli Jusos, i giovani socialisti. Nel suo intervento, nel
quale ha duramente attaccato la Cancelliera, ha ricordato soprattutto la sua
generazione e, in particolare, i contratti precari e i bassi salari, ha posto
l’accento sui costi crescenti per le Università e per gli affitti nelle
principali città tedesche e ha ricordato che l’unità europea non è qualcosa di
scontato ma che va costruita e cementata.
Nella mia
generazione ci sono troppi ad avere a un futuro incerto, i nostri contratti di
lavoro sono troppo spesso a termine, i salari degli apprendisti sono
ancora troppo bassi per vivere in autonomia […] le donne ricevono ancora un
salario più basso di quello degli uomini e hanno meno possibilità di carriera.
Ueckermann fa parte delle nuove leve del partito,
quelle che nel 2013, in occasione del referendum interno al partito indetto per
approvare il Patto di governo con CDU-CSU, si schierarono contro la Grande coalizione, per
provare la strada della coalizione con i Grünen e la Linke. Lo ha
ricordato lei stessa, quando ha esordito dicendo di non essere mai stata una
sostenitrice di una nuova Grande coalizione.
Ed è questo il punto migliore del suo intervento: i
problemi della Germania non possono essere risolti da una Grande coalizione con
i conservatori, serve un governo diverso, una formula che facendo perno sulla
SPD e su un cancelliere socialdemocratico porti al governo forze fresche e una
nuova alleanza progressista. È chiaro che l’intervento di Ueckermann parla
soprattutto a quanti immaginano di voler proseguire l’esperienza della
collaborazione con i Conservatori anche dopo le elezioni, di nuovo come partito
di minoranza della coalizione (tra questi ci sarebbe l’ex segretario e attuale
Ministro degli Esteri Sigmar Gabriel).
Certo c’è ancora molto da fare ed è quasi impossibile
che questa soluzione possa materializzarsi il prossimo settembre. Tuttavia i
giovani della SPD sono finalmente lontani dall’astio che negli ultimi dieci
anni ha impedito alla dirigenza socialdemocratica di immaginare anche solo una
collaborazione con la Linke (e come l’intervento di Schröder ha mostrato ancora
una volta).
Mai come questa volta le elezioni possono
rappresentare un cambio generazionale decisivo in tutti i partiti progressisti
tedeschi. E basta consultare le attività dell’Institut Solidarische Moderne per rendersi conto
che un programma di governo per i tre partiti è già pronto.
* da fernandodaniello.net, 26 giugno 2017
Nota: Tutti i partiti di sinistra
socialdemocratica hanno una organizzazione giovanile. Spesso con giovani leader
tanto radicali quanto ininfluenti. Quella degli Jusos dell’ SPD è una lunga
storia, con il tempo sempre meno interessante e sempre più irrilevante nelle
scelte. Le rose di Johanna Ueckermann faranno a tempo ad appassire nei prossimi
mesi, probabilmente insieme a Martin Schulz. ( Massimo Marino).
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