4 luglio 2014

ECOLETTERA 48/1 luglio 2014 del Gruppo Cinque Terre





costruire la transizione: un nuovo ecologismo - democrazia - giustizia - nuovi lavori

editoriale 1:  Greenpeace Italia : Ecco perché il nostro non è un paese per fossili


La nostra Rainbow Warrior è approdata oggi a Genova per spiegare, dati alla mano, perché il nostro non è un Paese per fossili: abbiamo presentato i dettagli del nostro tour lungo le coste italiane per promuovere la rivoluzione energetica.  Lo abbiamo fatto in una data simbolica: oggi a Bruxelles è in corso un Consiglio Europeo in cui i leader dell'UE discuteranno su come accrescere l'indipendenza energetica, in risposta all'insicurezza cui siamo esposti per via della crisi ucraina. Non solo: sul tavolo dei negoziati ci sono i target che l'Europa si darà per la difesa del clima. Mentre il Governo italiano sembra puntare dritto ai tagli alle rinnovabili e allo sfruttamento dei fondali in cerca di petrolio, noi abbiamo fatto i conti. Come sarebbe il nostro Paese senza fonti fossili? Non solo più salubre, ma in definitiva anche "più ricco". Non ne siete convinti? Bene, pensate che per importare petrolio, gas e carbone, spendiamo oltre 60 miliardi di euro l'anno. Se tutto questo "piace" a poche compagnie energetiche, non è di certo nell’interesse dei cittadini! Per questo chiediamo tre obiettivi distinti, ambiziosi e legalmente vincolanti per le energie rinnovabili, per il taglio delle emissioni dei gas a effetto serra e per gli obiettivi di efficienza energetica per il 2030! … Purtroppo però, più che cambiare verso, il Governo sembra ingranare una retromarcia: suggerisce di trivellare in casa, al largo delle nostre coste, senza spiegare che il nostro petrolio è pochissimo e di pessima qualità. Le riserve dei nostri mari, nel migliore dei casi, coprirebbero pochi mesi di fabbisogno nazionale, ma i danni in caso di una perdita di petrolio per il turismo, la pesca sostenibile e l’ambiente sono incalcolabili! Per questo abbiamo deciso di dichiararci indipendenti dalle fonti fossili e di dire ai politici e alle aziende che l'energia verde è l'unica che vogliamo! Già più di 30mila persone hanno aderito a questo "appello": firma subito e unisciti al nostro movimento!


editoriale 2:  Europa: Anche i Greens fanno Harakiri ?

Sostengo da tempo che il mancato accordo fra M5Stelle e Greens, che ha trovato attivi  e geniali guastatori in un campo e nell’altro, avrebbe avuto conseguenze disastrose per entrambi. I fatti sembrano darmi, ahimè, ragione e siamo appena all’inizio. Nel M5Stelle la lacerazione è abbastanza silenziosa ma profonda e pochi sembrano rendersi conto delle pesanti conseguenze. Per la prima volta Grillo non fa solo un errore tattico, succede a tutti, ma sbaglia, e clamorosamente, la direzione di marcia portandosi dietro l’intero Movimento. Scanzi ha scritto che la scelta Farage sarebbe costata almeno un milione di voti  a Grillo, ma personalmente penso che le conseguenze saranno ben più pesanti e c’è da sperare che si apra, senza lacerazioni e abbandoni ma con coraggio, perché del M5Stelle l’Italia ha bisogno, un serio dibattito sulla inadeguatezza delle forme decisionali interne al M5Stelle che da sempre indichiamo come uno dei suoi punti deboli e non più sostenibili. Ma il Harakiri non lo hanno fatto solo i grillini, come ho scritto, ma la sconclusionata gestione del problema da parte dei Greens, con l’eccezione di Bovè, l’unico che forse sembra aver colto per tempo in che angolino si andavano  a mettere, sta già dando i primi frutti velenosi. I veri sconfitti dal mancato accordo con il M5S sono i Verdi che perdono ulteriori pezzi. Erano 58 nel precedente parlamento, 52 previsti in quello nuovo subito dopo il voto,  ma per la strada ne avrebbero  persi altri 2 e sarebbero 50 !!! Passano dal quarto al sesto gruppo europeo per dimensione e non raccolgono nulla dai nuovi movimenti sociali degli ultimi 5 anni  in Europa, anzi declinano. ( Massimo Marino) leggi


Il segreto della Corte 
Clan­de­sti­na­mente e con lo stesso tasso di asten­sio­ni­smo degli elet­tori alle euro­pee, quat­tro su dieci, depu­tati e sena­tori stanno pro­ce­dendo all’elezione di due giu­dici costi­tu­zio­nali. L’ultimo scru­ti­nio si è con­cluso alle dieci di sera nell’aula vuota di Mon­te­ci­to­rio, invano per­ché il quo­rum è ancora molto alto. I giu­dici sono due, uno lo vuole sce­gliere Renzi, l’altro lo chiede Berlusconi. La Corte Costituzionale è il primo degli organi di garan­zia della Repub­blica; nella realtà degli ultimi vent’anni di ran­co­roso regime mag­gio­ri­ta­rio lo è stata sem­pre di più. Quanto a Renzi, si sa che ha preso come un affronto per­so­nale la rimo­zione del Por­cel­lum: gli tor­nava utile per minac­ciare le ele­zioni anticipate. La Corte Costi­tu­zio­nale non può essere un affare segreto da rego­lare tra due con­traenti. I par­titi espon­gano alla luce del sole i loro can­di­dati. I par­la­men­tari Grillini l’hanno già fatto. Per quanto con le solite moda­lità per ini­ziati, i 5 stelle hanno sele­zio­nato delle buone can­di­da­ture e quella ottima della costi­tu­zio­na­li­sta Sil­via Nic­colai. ( Andrea Fabozzi da ilmanifesto  ) leggi

Paolo Becchi sbaglia quasi tutto

Paolo Becchi ha pubblicato sul blog di Grillo e sul Fatto quotidiano un articolo che a mio avviso manca totalmente di lucidità: esattamente al contrario di quanto viene da lui sostenuto la stampa e i telegiornali di regime sono letteralmente inebriati di felicità per la scelta compiuta verso Farage. Stanno solo aspettando che il fatto divenga definitivo. L'indicazione di alleanza verso i Verdi Europei  proveniva anche da intellettuali ed artisti assai vicini o direttamente impegnati nel M5Stelle. Da Marco Travaglio e Dario Fo, da Franco Imposimato, Andrea Scanzi, Fiorella Mannoia ed ancora tanti altri tra cui il Gruppo delle Cinque Terre e una ampia parte dei militanti aderenti e votanti del M5Stelle a cui è stata resa impossibile esprimere  la loro posizione. Cosa sono diventati ora tutti costoro? Quinte colonne della casta e dei poteri multinazionali? Da questa vicenda che io considero un clamoroso autogol che il M5Stelle si è inflitto da solo, anche i Verdi Europei non ne escono per niente bene.  Essere comunità significa anche ascoltare ed accogliere gli altri della tua tribù e non imporre a tutti i costi la propria personale visione.. altro che intelligenza collettiva .. Affrontare le differenze e le contraddizioni tra il M5Stelle ed i Verdi Europei e riuscire ad imporre loro l'agenda 5Stelle è cosa senz'altro più difficile e importante che allearsi con il primo Farage di turno. ( Maurizio Di Gregorio ) leggi

Grandi manovre di piccoli movimenti. Piccole manovre dei grandi movimenti.

"Vinciamo noi" vale soltanto se e quando affermiamo i principi dell'intelligenza collettiva che, nella nuova fase, non comporta titoli e slogan twitterati: quella è robetta obsoleta nata come coniugazione semantica dell'accordo aziendale tra Berlusconi e Renzi. L'intelligenza collettiva è sostanziale. E' basata sul principio per cui non esiste mai nessuno che sa sempre tutto. Così come va rispettato il principio per cui ciascuno sa sempre qualcosa: così nessuno rimane indietro e tutte le diverse posizioni vengono sintetizzate. "Senza Grillo e senza Casaleggio non si va da nessuna parte.. Se Grillo e Casaleggio pensano che non vi sia alcun problema, sbagliano”. C'è sconforto, ed è diffusa tra i militanti (eletti che mugugnano, surfers offesi, cittadini attivisti spaesati, ecc.) una strana modalità emotiva che definirei "caos triste" quindi depresso e non creativo. Chi ha il movimento nel sangue sa che appartenere a cinque stelle vuol dire sentirsi come la ragazza dell'immagine in bacheca: da soli, sotto la pioggia sferzante in attesa di un treno che forse passerà, forse no. Ma il bagaglio parla chiaro sulle intenzioni. Oggi, vige il delirio. E' necessario un reset immediato del movimento. Gli unici deputati e autorizzati a farlo sono Grillo e Casaleggio. Fidiamoci, dunque, in attesa di decisioni ufficiali che spero verranno entro qualche giorno. Basta un piccolo spostamento: un grande movimento se lo merita. Altrimenti si finirà per costruire grandi manovre, all'apparenza ingegnose, che condanneranno il movimento a essere piccolo. Il movimento 5 stelle non è nato per essere piccolo. Non è nella sua natura strutturale. ( Sergio Di Cori Modigliani su   www.sergiodicorimodiglianji.blogspot.it ) leggi

Parma: Orti e frutteti per alimentare la città
Albicocche, melograni, pesche, ciliegie, ma anche susine e un’antica specie di grano: dalla passione di un gruppo di cittadini di Parma, seguito da un centinaio di sostenitori, in diverse zone della città ora si possono trovare piccoli orti urbani. La possibilità di stare insieme in modo diverso, di rifiutare l’etichetta “consumatori” e di creare una rete di giardini commestibili con cui alimentare la città ora è un virus. Una risposta alla crisi sociale, spiegano gli ideatori del progetto, per far staccare i cittadini dal ruolo di consumatori passivi per scuoterne la coscienza e renderli maggiormente consapevoli dell’importanza di prendersi cura della propria città, in un’ottica partecipativa. Da qui l’idea di creare una rete di foreste edibili e giardini commestibili, secondo il principio dell’imitazione dei sistemi naturali, dove non sono necessari interventi artificiali per mantenere in salute il terreno e le piante.( da comune-info.net   fonte: ParmaToday ) leggi
 
Mese di luglio: semina, raccolto e lavori nell'orto

Il mese di luglio è ricco di doni sia per quanto riguarda l'orto che il frutteto. L'arrivo del grande caldo richiederà annaffiature più frequenti.  E' necessario innaffiare l'orto e le piante in vaso una volta al giorno, preferibilmente la sera. Curate in modo particolare le piantine appena trapiantate, che necessitano di annaffiature giornaliere e di essere poste al riparo dai raggi del sole troppo forti e diretti.  Nel mese di luglio potrete iniziare la semina di ortaggi autunnali come il radicchio, i porri, i finocchi, i cavoli ed il cavolo cappuccio. Potrete inoltre occuparvi della semina dei piselli tardivi, dei ravanelli, delle biete e delle zucchine. La germinazione dei semi è favorita dalle temperature elevate. Piselli, fagioli, fagiolini, ravanelli, carote, lattuga e lattughino da taglio possono essere seminati direttamente in piena terra, nell'orto, senza passare dal semenzaio. ( Marta Albè su greenme.it ) leggi

Europa: Il centrosinistra vota Juncker, vertice dell’assurdo a Parigi 

Hollande riunisce nove primi ministri socialdemocratici in vista del Consiglio europeo di fine giugno. La sinistra incorona il democristiano Juncker, uomo della vecchissima Europa. Invi­tati da Hol­lande a Parigi per “pre­pa­rare” il Con­si­glio euro­peo del 26 e 27 giu­gno- dove dovrà essere scelto almeno il nome del pros­simo pre­si­dente della Com­mis­sione e defi­niti i con­te­nuti del suo man­dato- hanno bene­detto l’elezione di un uomo di destra, Jean-Claude Junc­ker, can­di­dato senza troppo entu­sia­smo dal PPE. Junc­ker: ex mini­stro e pre­mier del para­diso fiscale lus­sem­bur­ghese, uomo della vec­chis­sima Europa, era già ai comandi all’inizio degli anni ’90, quando la Ue gettò le basi per la moneta unica. Erano pre­senti, oltre a Renzi, i primi mini­stri di Austria, Dani­marca, Roma­nia, Slo­vac­chia, Malta, Repubblica ceca e Bel­gio, oltre al vice-cancelliere tede­sco Sig­mar Gabriel e Mar­tin Schultz, nomi­nato alla guida del gruppo PSE all’Europarlamento. Alla riu­nione ha preso parte anche il primo mini­stro fran­cese, Manuel Valls. La prima idea è mer­can­teg­giare il soste­gno a Junc­ker con con­tro­par­tite in altri posti-chiave. Difatti, dovranno essere affi­date altre pol­trone euro­pee di primo piano: la pre­si­denza del Con­si­glio Ue, quella dell’Europarlamento e la carica di Alto rap­pre­sen­tante della poli­tica estera. ( Anna Maria Merlo su il manifesto ) leggi

Grecia: Sono iniziati i giochi sulla legge elettorale?

Sembra che il Pasok ( socialisti) stia tentando qualche giochetto con la legge elettorale. Ci si aspetta che Evangelos Venizelos ponga il problema al Primo Ministro Antonis Samaras ( Nuova Democrazia ), proponendo l’eliminazione dei 50 seggi “bonus” per il partito che arriva primo alle elezioni parlamentari. Lo scopo di questa mossa, se venisse realizzata, è più che ovvio: restringere il più possibile la possibilità della formazione di un governo intorno a SYRIZA nel caso in cui risulti primo nelle prossime elezioni parlamentari, quando avranno luogo.  Vale la pena ricordare che l’idea di un “bonus” parlamentare fu realizzata dieci anni fa dallo stesso partito che oggi ne sta proponendo la riforma, cioè il PASOK, e specificatamente dall’allora ministro degli Interni Kostas Skandalidis. Il bonus fu mantenuto successivamente ed aumentato dal governo di Nuova Democrazia.  Uno degli argomenti retorici impiegati da entrambi i partiti era la necessità di governi “forti” con maggioranze chiare al fine di garantire stabilità e crescita economica. Dall’altro lato, SYRIZA ha chiarito che in linea di principio accetterebbe una proposta diretta a garantire una rappresentanza proporzionale in parlamento. ( fonte: thepressproject    traduzione di AteneCalling.org  ) leggi

Francia: La transizione energetica con il 50% di nucleare non piace ai francesi

Presentato le linee del progetto di legge che riduce la quota dell’energia atomica del 25% entro il 2025. Il 18 giugno il ministro dell’Ecologia francese, Ségolène Royal (nella foto), ha presentato le linee del progetto di legge di 80 articoli sulla transizione energetica, che si basa sul rinnovamento termico degli edifici, sui trasporti e sulle energie rinnovabili e che porta la quota dell’energia nucleare dal 75 al 50% entro il 2025. Si tratta di un testo ambizioso che prevede, entro il 2050,  il dimezzamento dei consumi energetici e di ridurre del 75% le emissioni di gas serra. Due obiettivi condivisi da Europe Écologie Les Verts che però non ci stanno sul nucleare. Il deputato verde Denis Baupin ha detto a Le Monde: «Abbiamo detto chiaramente che non vogliamo contentarci di un obiettivo del 50% e che mancano i modi per arrivarci. Vogliamo una road map che sia chiara sulla durata di vita delle centrali nucleari (40 anni) e che ci sia la capacità da parte dello Stato di poter rimette EDF sui binari se non ci volesse restare». (da greenreport.it ) leggi

Germania: I berlinesi hanno deciso: Tempelhof non si tocca

Ce l’hanno fatta. Incredibilmente. Il 25 maggio resterà una domenica storica per Berlino dove, oltre al voto europeo, il 64,3 % circa dei votanti al referendum cittadino ha deciso di rifiutare lo sviluppo immobiliare dell’ex aeroporto militare, imponendo la modifica dei programmi dell’amministrazione ( CDU/SPD)  della città. L’ex aeroporto, diventato parco nel 2009, resterà dunque com’è oggi. Il piano di riconversione dell’area  prevedeva 4.700 tra abitazioni, uffici e infrastrutture su circa un terzo della superficie libera. Berlino è una città in cui le imposizioni dall’alto spesso non vengono accettate passivamente, soprattutto quando si tratta di tutela del territorio e qualità della vita cittadina. Il no al  programma edificatorio dell’ex aeroporto è un esempio di rifiuto del processo di gentrificazione (gentrification) con il quale un cambiamento radicale dell’uso di un territorio ne snatura totalmente la sua storia e la sua immagine, ne allontana i suoi abitanti originari sostituiti da una nuova classe omogenea e benestante, una nuova “gentry”. ( Massimo Marino ) leggi
 
La follia planetaria delle spese militari 

Il Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) una delle più autorevoli fonti sul disarmo, nel mese di aprile 2014 ha pubblicato sul proprio sito il dossier sull’evoluzione della spesa militare nel mondo nel corso del 2013. L’importo annuo della spesa militare mondiale si attesta nel 2013 a 1.747 miliardi di dollari. Anche se la spesa militare non è composta solo di acquisto di armamenti, appare comunque necessario qui sottolineare come l’impegno di documentazione non dovrebbe essere disgiunto da una decisa denuncia. La cifra iperbolica di 1.747 miliardi di $ appare l’ennesima conferma della follia planetaria che si perpetua ormai da decenni e che impegna ingentissime risorse economiche. Nel pianeta esistono, fortunatamente, esempi che vanno in controtendenza: alcuni stati dell’area caraibica, pur essendo tormentati dalla violenza, hanno decisamente imboccato la strada dell’anti-militarismo. In primis Costarica, ma in seguito anche Haiti e Panama hanno rinunciato ad avere un esercito, potendo così dirottare risorse economiche verso settori importanti del vivere civile come la scuola e la sanità. La speranza è che tale buon esempio si diffonda a macchia d’olio.  ( Luigi Barbato di  Archivio Disarmo su  comune-info.net ) leggi

Il problema non è la ricchezza ma la sua distribuzione

Le severe posizioni sull’iniquità distributiva dell’indiscusso astro nascente della macroeconomia Thomas Piketty sono appena state affiancate ai precetti dell’ultima esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”.  Lo stesso Pontefice, qualche settimana fa, ha posto i sigilli alla questione con questo tweet lapidario: “La disuguaglianza è la radice dei mali sociali”. Sulla scia di intellettuali di spessore planetario come N. Chomsky, il tema della distribuzione della ricchezza è agitato dai movimenti antagonisti di tutto il globo (Occupy Wall Street, Indignados…) . Dallo scoppio della crisi, il numero di super-ricchi a livello mondiale è costantemente aumentato, passando dagli 8,6 milioni di individui del 2008, agli oltre 12 milioni del 2012. Nei soli USA – che hanno recentemente perso il primato del ceto medio più abbiente al mondo – il più ricco 10% della popolazione detiene l’85% della ricchezza finanziaria complessiva. Neanche noi sfiguriamo: la stessa Banca d’Italia attesta che il patrimonio dei dieci italiani più ricchi equivale a quello dei tre milioni più poveri. Più che statistiche, questi numeri sono bollettini di guerra! Sono considerazioni inattuali e indigeste. Ma necessarie per stimolare quell’imperioso risveglio delle coscienze di cui c’è bisogno ( Andrea Strozzi  da ilfattoquotidiano.it ) leggi
                       La foto del giorno: Bliz di Greenpeace contro la Centrale a carbone di La Spezia

VIDEO ARCHIVIO
 “Il problema è l'utilizzo delle fonti fossili. La soluzione sono le rinnovabili e l'efficienza energetica. Sta a noi la scelta. Governo ed Europa cambino le politiche energetiche”. Bliz di Greenpeace alle 5 del mattino alla Centrale a carbone di La Spezia. Pressocchè ignorato dalle nostre democratiche tv ...  vedi  

One Life , è un documentario del 2011  di Michael Gunton e Martha Holmes  prodotto dalla BBC.   E’ un film che fa riflettere e che avvicina ad una maggiore coscienza ecologica e ad un maggiore rispetto per il Pianeta del quale esalta la bellezza e la  biodiversità. Durata 85 minuti circa. vedi

Miral è un film del 2010 di  Julian Schnabel sulla casa di Hindi Hussein che nel 1948  ha ospitato fino a 2000 bambini palestinesi  orfani.  La Casa dei Bambini ( Istituto Al-Tifl Al-Arabi ) diventa simbolo di speranza e di istruzione per i più piccoli travolti dal conflitto. Trent'anni dopo sarà ospite della Casa una bambina di sette anni la cui madre si è suicidata. Miral , una volta divenuta una ragazza decide di impegnarsi attivamente a favore del suo popolo. vedi
 
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 Il punto di vista  del Gruppo Cinque Terre

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