31 gennaio 2011

Noterelle sul conclave di Bologna e gli Ecologisti del futuro

Il conclave di Bologna che, seppure attraverso un pacato e civile confronto, ha portato all’avvio di due diversi percorsi di aggregazione, è comunque un segnale positivo che la galassia di movimenti , gruppi, persone, che in forme diverse cercano di costruire una nuova Italia possibile è, al contrario del passato, in movimento.

Intanto per la partecipazione e soprattutto per il confronto serio e appassionato, forse per la prima volta dopo decenni, di tante anime ( ma nel paese sono ancora molte di più ) di questa variegata galassia che gradualmente sta costruendo una autonomia politica ma anche culturale e organizzativa dal vecchio sistema dei partiti.

Il confronto più approfondito è avvenuto nei tre gruppi di lavoro: 1) sui temi e contenuti di quest’area politico-culturale su cui si è manifestata probabilmente la convergenza più ampia, 2) sulle forme nuove della possibile organizzazione di un nuovo movimento su cui si sono manifestate differenze che attraverso un confronto approfondito potrebbero essere superate, 3) infine sul rapporto con i partiti esistenti ( e collegato sul problema dello scioglimento dei Verdi ) , sul problema delle alleanze e di fatto sui comportamenti elettorali almeno nel breve e medio periodo. In questo gruppo si è manifestata una netta differenziazione che ha portato alla divaricazione dei percorsi nell’immediato futuro.

Il lungo percorso per liberarsi della vecchia politica, di vecchi schemi di riferimento e di comportamento, delle vecchie logiche, che hanno portato, specie nella situazione anomala del nostro paese, alla paralisi della società italiana negli ultimi decenni, sono duri a morire e stanno non solo all’interno di gruppi e forme organizzate esistenti, ma anche e soprattutto all’interno di ognuno di noi; con inevitabili differenze di compromissione che hanno, ed è naturale, anche una stratificazione diversa nelle diverse stratificazioni generazionali.

Di fatto si stanno consolidando quattro aree diverse di molto diversa consistenza e connotazione culturale, politica, organizzativa ( il che è un bene non un male rispetto all’immobilismo del passato).

L’area del movimento di Grillo, l’area che ha dato vita a Uniti e Diversi, l’area delle reti e movimenti Civici ed Ecologisti che si incontrerà a fine febbraio e a fine marzo, l’area che ha origine nei Verdi e che ha promosso la Costituente ecologista, in forme molto diverse e con un grado diverso di radicalità e di innovazione rappresentano quattro diversi possibili percorsi che, speriamo solo momentaneamente, possono essere vissuti come divaricanti e magari in competizione; ma che esprimono invece e comunque novità e cambiamento, rispetto alla palude stagnante degli ultimi anni.

Il piccolo Gruppo delle Cinque Terre, che attraverso un difficile percorso ha garantito la possibilità di arrivare al Conclave attraverso un testardo impegno di mesi, pur rinnovando e precisando meglio il proprio ruolo, continuerà con coerenza a proporre, momento per momento, i passi necessari e possibili attraverso i quali queste quattro aree e i tanti che ancora non si sono messi in movimento possano, con i tempi che sono necessari, convergere nell’obiettivo di costruire un'altra Italia possibile.

Una convergenza che è l’unica strada realistica per trasformare un sogno in realtà e liberarsi di quel realismo illusorio che fa morire i sogni.

Massimo Marino

4 commenti:

  1. elio23:42

    ho la netta sensazione dopo che ho parlato con piero e letto la tua relazione che il percorso sarà ancora più lungo di come già me lo immaginavo però credo che l'impegno di persone di persone coerenti e serie forse potrà portare a compimento questa immane fatica ciao elio

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  2. Anonimo14:59

    Grazie Massimo, da parte di chi non c'era fisitamente, ma che vi era vicino nello spirito.
    Valentina Borri

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  3. Anonimo12:13

    Ho visto molto poco che comprenda l'abbandono dell'antropocentrismo e una visione del mondo ecocentrica, per una vera svolta culturale.
    Guido

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  4. Sollevo una questione un po' scomoda, ma necessaria: quella della prossima XXXI assemblea nazionale della Federazione dei Verdi. Penso che dovrebbe essere organizzata per discutere in modo democratico delle sorti dei Verdi e per decidere come rafforzare la Costituente Ecologista.

    La mozione il "Coraggio di osare" che nell'ottobre 2009 vinse per pochi voti la XXX assemblea nazionale ha fatto sperare molti in una rinascita politica dell'ecologismo. Ora c'è chi teme un contraccolpo ed una rimonta dei Verdi avversi a quella mozione. La paura di restaurazione all'interno dei Verdi e la nascita di alleanze con l'associazionismo ecologista non devono bloccare la democrazia. I Verdi devono avere il "coraggio" di difendere la sovranità della democrazia, anche all'interno del loro movimento.

    Nel Conclave ecologista svoltosi a Bologna il 29-30 gennaio scorso s'è discusso dell'importanza di regole fondate su principi di "ecologia politica" e di democrazia diretta e partecipativa (una testa - un voto, leadership condivisa, partecipazione democratica, ecc.). Ora è giunto il momento di fare la nuova assemblea nazionale dei Verdi per discutere dei contenuti sollevati a Bologna e per definire gli impegni politici concreti per il futuro:
    - portare avanti dei tavoli programmatici per la Costituente Ecologista;
    - creare alleanze e promuovere la partecipazione locale;
    - supportare la creazione del gruppo di coordinamento nazionale per la Costituente ecologista;
    - promuovere con le associazioni ecologiste delle campagne comuni.

    I Verdi devono trovare il coraggio per discutere apertamente di queste cose.

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