5 febbraio 2009

Dove va Beppe Grillo?

Grillo ci informa, attraverso il blog, che l’incontro delle future “liste comunali a 5 stelle” è stato spostato, sempre a Firenze, dal 31 gennaio all’8 marzo.
Sebbene insidiato da Wittgestein e Guerrilla Radio, il blog di Grillo resta il più frequentato in Italia secondo BlogBabel ed il settimo nel mondo secondo Forbes.
La strategia invece resta oscura, considerato che l’azione di Grillo sembra concentrata su alcune centinaia di comuni in scadenza a giugno e non interviene di fatto né sulle elezioni europee né sulle provincie, tre quarti delle quali sono in scadenza. Neanche si comprende, in un sistema che con il doppio turno favorisce le alleanze e premia i più forti con chi si alleeranno le cinque stelle specie in presenza di liste di Di Pietro, di Verdi e sinistre varie.
Una scelta importante, specie orecchiando che anche i grillini soffrono della malattia di tutte le forze radicali, incapaci di coniugare con intelligenza alleanze ed autonomia. E’ possibile quindi che la sfida di Grillo possa partorire un topolino e che i 200-300 stellini eletti, in assenza di un consolidato partito, magari positivamente webbizzato, si disfino in pochi mesi sotto i colpi delle campagne acquisti dei partiti più grandi molto abili in queste faccende.

La cosa non sarebbe per nulla positiva per la democrazia italiana e tantomeno per gli ambientalisti. Grillo non va confuso con Di Petro, per quanto sotto l’attacco della casta vera e propria che tende ad eliminare qualunque disturbatore, i due si mostrino più vicini di quanto sono.
Di Pietro gestisce con inaspettata abilità il ruolo di unico, vero oppositore, intervenendo con il suo gruppo di ex DC, UDC, UDEUR su un 20% dei problemi del paese, spesso in modo condivisibile. Sull’altro 80% tace o non è in grado di dire nulla e quando dice, ad esempio sulle questioni ambientali, sulle grandi opere o sulla politica estera è meglio tapparsi le orecchie.
Grillo è invece da sempre, da quando fu cacciato dalla Rai, un uomo di cultura con una forte connotazione ambientalista, non violenta, pacifista; autonomo dalle logiche di potere e immune dai cascami ottocenteschi del dualismo destra-sinistra. I frequentatori dei meet-up e dei comitati promotori delle liste, per quanto è noto, esprimono forti connotazioni ambientaliste, sebbene molto superficiali, con qualche ingenuità e qualche incongruenza e ricordano moltissimo, ahinoi, la fase nascente dei Verdi più o meno venti e più anni fa.

A parte la capacità di recuperare la parte più politicizzata dell'astensionismo è’ scontato che, dove si presenterà, Grillo raderà al suolo quello che resta dell’elettorato dei Verdi e della sinistra ed è forse per questo che non è amatissimo nei quartieri generali (si fa per dire) dei suddetti. Gli eccessi di personalismo, le venature populiste, la stessa caratterizzazione delle liste, con il logo personalizzato “Beppe Grillo.it” sono però una eredità della degenerazione della politica italiana dove ormai si parla di nomi e nomignoli invece che di culture, programmi, progetti;di certo non facilita i rapporti.Sarebbe un colpo di genio (politico) che aprirebbe prospettive inaspettate se a Firenze decidessero di eliminare il logo ed aprirsi ad alleanze mirate in base ai programmi.
Ma la convergenza fra queste diverse componenti di quella che, piaccia o no, sarà l’opposizione vera sopravvissuta alle scadenze di giugno, sarà comunque imposta dai fatti.

Per intanto ECO pubblica e pubblicherà in forma sintetica, man mano che escono, i cinque punti di programma, le cinque stelle (Energia, Sviluppo, Ambiente, Acqua, Trasporti) che sono alla base dell’incontro dell’8 marzo e qualunque commento sul tema
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