Sul piano strategico e
militare, l’uscita dei tre paesi complica la lotta contro i gruppi
jihadisti, che nelle intenzioni del presidente di turno del blocco, il
nigeriano Bola Tinubu, doveva vedere un ruolo più centrale della Cédéao
dopo il ritiro di molti contingenti internazionali. Simbolicamente, è
l’ennesima denuncia della presenza francese in Africa dopo la fine della
colonizzazione, e un’apertura alla Russia, che si presenta come nuovo
partner dei paesi africani. La settimana scorsa a Ouagadougou è arrivato
per la prima volta un contingente russo degli Africa Corps,
l’organizzazione che sta cercando di rilevare le attività della compagnia
di sicurezza privata Wagner, dopo la morte del fondatore Evgenij Prigožin.
Sui mezzi d’informazione della regione l’annuncio ha suscitato reazioni
contrastanti e molti dubbi perché – oltre al significato simbolico e
politico – l’uscita avrà conseguenze sulla vita delle persone creando “una
crisi politica ed economica senza precedenti”, scrive Jeune Afrique. La Cédéao, nata nel 1975, è
infatti considerata un modello d’integrazione economica. Tra gli stati che
ne fanno parte c’è la libera circolazione di persone e merci, mentre gli
scambi commerciali e di servizi ammontano complessivamente a quasi 150
miliardi di dollari all’anno. Nel corso degli ultimi decenni sono stati
fatti progressi nell’armonizzazione delle politiche nazionali, delle regole
e delle strategie di sviluppo; sono state realizzate importanti
infrastrutture ed è stato creato un mercato unico dell’energia. È in
cantiere anche una moneta unica, l’eco, per sostituire il franco cfa.
L’uscita dei tre paesi dalla Cédéao non sarà immediata: dalla notifica
formale dell’uscita, dovrà passare un anno. “Sarà un lungo periodo di
negoziati, che alcuni paragonano a quelli tra il Regno Unito e l’Unione
europea ai tempi della Brexit”.
da
Africana-Internazionale - 1 febbraio 2024
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