Shadows of Liberty è un documentario del 2012 della
durata di 93 minuti, diretto dal regista canadese Jean-Philippe Tremblay, che
attraverso immagini di repertorio e interviste con noti giornalisti e
personaggi pubblici tra cui il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, l’attore
e attivista Danny Glover, la giornalista investigativa Amy Goodman, l’ex
conduttore di CBS News Dan Rather e lo scrittore e produttore televisivo David
Simon; rivela la straordinaria verità dietro i mezzi di informazione: censura,
insabbiamenti, manipolazione e controllo aziendale. Il regista intraprende un
viaggio attraverso gli antri più oscuri dei media statunitensi, dove la loro
schiacciante influenza ha distorto il giornalismo e ne ha compromesso i valori.
Storie dove giornalisti, attivisti e accademici forniscono resoconti scioccanti
di un sistema mediatico allo sbando. I media statunitensi sono
controllati da una manciata di corporazioni che esercitano uno straordinario
potere politico, sociale ed economico. Avendo sempre permesso che le
trasmissioni fossero controllate da interessi commerciali, l’allentamento dei
regolamenti sulla proprietà dei media, iniziato sotto la presidenza Reagan,
continuato con Clinton e proseguito da Bush, ha portato alla situazione attuale
in cui cinque mega corporazioni controllano la stragrande maggioranza dei media
negli Stati Uniti. Queste aziende non solo non danno la priorità al
giornalismo investigativo, ma possono reprimerlo e lo fanno ogni volta
che i loro interessi sono minacciati.
Il documentario inizia con tre giornalisti le cui
carriere sono state distrutte a causa delle storie che hanno raccontato, come
Roberta Baskin giornalista investigativa che negli anni 90, con lo scoop
sullo sfruttamento, le cattive condizioni di lavoro e bassissimi salari in una
fabbrica Nike in Vietnam, fece infuriare la CBS quando Nike diventò co-sponsor
principale dei Giochi Olimpici Invernali dove la CBS aveva investito molto per
acquisire i diritti di trasmissione esclusivi. Kristina Borjesson, un’altra
giornalista della CBS, che si era spinta troppo oltre nelle sue indagini
investigative, fu tempestivamente dimessa dal suo incarico, dopo che la rete ha
intensificato le sue ricerche sul disastro del volo TWA 800 nel 1996,
intralciando le indagini e mettendo a tacere le teorie secondo cui il volo TWA
800 è stato abbattuto da un esplosivo artificiale, non da un guasto meccanico.
Gary Webb, la cui storia collega il sostegno degli Stati Uniti e della CIA ai
Contras, gruppi armati controrivoluzionari nicaraguensi e l’enorme diffusione
di cocaina e crack negli anni 80, fu screditata e cestinata dal New York Times
e dal Washington Post. In seguito risultò che la sua storia era vera, ma Webb
perse il lavoro e nel 2004 in circostanze ancora poco chiare si tolse la vita.
Shadows of Liberty è un documentario d’accusa che si mostra come una critica sobria e incisiva del
sistema mediatico americano, chiedendosi perché hanno lasciato che una manciata
di potenti società scrivessero le notizie, evidenziando in modo
efficace come e perché il consolidamento aziendale dei media mina la
democrazia. Il titolo del film è ispirato a Thomas Paine,
rivoluzionario, politico e filosofo illuminista considerato uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti d’America che
alla fine del settecento scrisse: ««Quando l’uomo perde il privilegio del
pensiero l’ultima ombra della libertà lascerà l’orizzonte». Il documentario è
disponibile sottotitolato in italiano su YouTube.
* da indipendenteonline.it via infosannio - 3 dicembre
2022
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