Da Italy for Climate la prima piattaforma di contrasto alla disinformazione sulle fonti rinnovabili
Italy for Climate (4C), centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, annuncia la nascita di Falsi miti sulle rinnovabili: «La prima piattaforma che promuove un’informazione chiara e fondata su dati scientifici sulle fonti rinnovabili»
A I4C ricordano che «Le fonti rinnovabili rappresentano una risposta concreta e realizzabile all’attuale crisi energetica e climatica, eppure sono spesso trascurate all’interno del dibattito pubblico e istituzionale o relegate a soluzioni marginali e utopistiche. Il dibattito pubblico nazionale ed i canali mediatici – sia tradizionali che nuovi – sono carichi di idee sbagliate e informazioni obsolete sull’energia rinnovabile e sulla sua capacità di svolgere un ruolo sempre più dominante nel mix di produzione elettrica nazionale già nei prossimi anni».
Proprio per contrastare questa disinformazione e
contribuire alla diffusione di informazioni verificate e aggiornate Italy for
Climate ha lanciato il progetto Falsi miti sulle rinnovabili e Andrea
Barbabella, coordinatore dell’iniziativa, spiega: «Non è solo in nome di una
corretta informazione che abbiamo ideato questo progetto – ma è
soprattutto perché pensiamo che sia proprio a causa di questa diffusa
disinformazione che l’Italia non riesce ad accelerare sulla transizione
energetica. Complessità burocratiche, moratorie, opposizioni dei comitati
locali sono tutte figlie di una scarsa consapevolezza e conoscenza delle
potenzialità delle fonti rinnovabili».
Prima di tutto, la piattaforma individua
primariamente 5 falsi miti comunemente diffusi:
1 Le rinnovabili sono e rimarranno
marginali. Falso. 8 kW su 10 di impianti di generazione elettrica
installati ogni anno sono rinnovabili: in pochi anni le fonti rinnovabili hanno
già cambiato il panorama energetico mondiale.
2 Le rinnovabili costano troppo. Falso.
1 kWh prodotto da eolico o fotovoltaico costa 5 centesimi di €, meno della metà
rispetto a fossili e nucleare in Europa. Le rinnovabili erano le fonti più
economiche già prima della crisi energetica.
3 Le rinnovabili ci fanno restare al
buio. Falso. Già oggi ci sono Paesi che producono elettricità per
oltre il 90% da fonti rinnovabili, anche in Europa, e cresce il numero di
Governi che puntano a fare lo stesso entro il prossimo decennio.
4 Le rinnovabili rovinano il paesaggio. Falso.
Servirebbe solo lo 0,7% del territorio nazionale per sostituire tutti gli
impianti fossili con pannelli fotovoltaici: meno di 200 mila ettari, un decimo
della superficie oggi edificata in Italia.
5 Le rinnovabili fanno male a economia e
occupazione. Falso. Al 2030 saranno 14 milioni i nuovi posti di lavoro
nel mondo, contro i 5 milioni persi nell’ oil&gas. Grazie alle rinnovabili
crescono investimenti e occupazione e si valorizzano le filiere locali.
Per ognuno di questi falsi miti Italy for Climate ha
svolto un’attività di ricerca pubblicando sulla piattaforma dati, fonti e
offrendo una chiave di lettura per l’analisi delle informazioni semplice e
immediata, con vari livelli di approfondimento. La piattaforma si rivolge
infatti a utenti, politici, operatori della comunicazione, imprenditori: tutti
abbiamo un ruolo nella transizione energetica e abbiamo bisogno di avere
informazioni chiare su quei temi che riguardano la quotidianità di ognuno di
noi.
Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo
Sviluppo Sostenibile e Promotore di Italy For Climate, sottolinea che «Il mondo
delle rinnovabili è cambiato enormemente nell’ultimo decennio, e in poco più di
due decenni queste tecnologie dovranno porre fine all’era dei combustibili
fossili Eppure in Italia la loro crescita è ancora stentata e sono in molti a
non considerarli una vera alternativa su cui puntare, anche per rispondere alla
crisi dei prezzi dell’energia. Bisogna contrastare con maggiore decisione
l’ignoranza e i pregiudizi che spesso sono il principale freno allo sviluppo di
queste tecnologie, mostrando in modo chiaro e scientificamente fondato la loro
capacità di soddisfare la nostra fame di energia e i vantaggi ambientali ed
economici che potranno portare».
I4C presenta anche una scheda sullo stato delle
rinnovabili in Italia e ricorda che «L’Italia è sempre stata fra le grandi
economie europee con la più alta quota di fonti rinnovabili nel mix di
generazione elettrica. Negli ultimi anni però sta perdendo questo primato, a
causa del rallentamento nella crescita del settore che è stato in Italia più
forte che nel resto d’Europa. Ad oggi il 40% della generazione elettrica in
Italia è stata soddisfatta dalle fonti rinnovabili: soprattutto idroelettrico
(16%), fotovoltaico (9%), eolico (7%), bioenergie (6%), geotermoelettrico (2%).
Si tratta di un valore abbastanza significativo e in linea con la media
europea, ma è un valore che non cresce più ormai da 8 anni: già nel 2014
avevamo raggiunto il 43% di generazione elettrica da fonti rinnovabili, grazie
alla forte crescita registrata a cavallo del 2010 (8 anni prima era il 16%, nel
2006). Questo brusco rallentamento è stato causato da una serie di fattori: in
un primo momento, per il mancato rinnovo degli incentivi che avevano sostenuto
la crescita del settore fino a quel momento, e in un secondo momento perché
l’iter burocratico per poter installare un nuovo impianto a fonti rinnovabili è
diventato sempre più lungo, complesso e costoso. Il risultato è stato che negli
ultimi 8 anni l’Italia ha installato in media circa 1 GW (ovvero milioni di kW)
di nuovi impianti rinnovabili ogni anno, un ritmo assolutamente insufficiente
rispetto ai circa 8-10 GW che dovremmo mettere a terra per stare al passo con
la transizione energetica».
Italy for Climate evidenzia che «Recentemente il
Governo ha provato ad intervenire con più decisione per sbloccare questa
situazione e il 2022 sembra registrare un rilancio del settore (stimato in
circa 3 GW di nuova potenza nell’anno), ma è ancora presto per poter valutare i
reali impatti di questi interventi di semplificazione. Sappiamo però che non è
solo sul fronte della burocrazia che l’Italia deve agire per tornare ad essere
un volano delle fonti rinnovabili: urge costruire una maggiore conoscenza e
consapevolezza, a tutti i livelli di governo e di società, di quanto le
rinnovabili stiano già trasformando il settore elettrico e di quanto il mondo,
e l’Italia, non possa prescindere da questa trasformazione».
Ma resta un grosso problema: «L’Italia è uno dei Paesi
in cui gli iter autorizzativi per costruire nuovi impianti
rinnovabili sono i più lunghi in Europa. Alcune Regioni
varano moratorie contro le rinnovabili e spesso
le Sovrintendenze si oppongono alla realizzazione degli impianti in
nome della tutela del paesaggio. Tutto questo ci porta ad essere fanalino
di coda per crescita delle rinnovabili tra le grandi economie europee».
da greenreport.it
- 6 Dicembre 2022
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