19 settembre 2021

Virginia Raggi: «Roma è una Ferrari. E serve che la guidi ancora io»

 Intervista a Virginia Raggi. La sindaca in cerca del secondo mandato è sicura della rimonta. «Raccoglierò i frutti del mio impegno. E Conte è dalla mia parte»

 di Giuliano Santoro  *

«Cinque anni alla guida di Roma mi hanno insegnato, innanzitutto, che chi ha lo sguardo fermo sull’obiettivo lo raggiunge, a dispetto di qualunque ostacolo. E che ogni sfida è un’opportunità». Virginia Raggi risponde al manifesto nel pieno della campagna romana per le amministrative e fresca di nomina nel comitato dei garanti del nuovo Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Ci tiene a presentarsi come la sindaca che al suo primo mandato ha rimesso in pista il Campidoglio, dal punto di vista del bilancio e della macchina organizzativa. Adesso, dice, solo lei è in grado di raccogliere i frutti di quel lavoro.

Ma la sua sindacatura si è chiusa con molte defezioni in consiglio comunale, alla fine la sua maggioranza vacillava.

La mia sindacatura si è chiusa con persone che sono rimaste fedeli al programma, al patto stretto con i cittadini, portandolo avanti insieme a me. Accanto a loro, ci saranno altre persone. Determinate a lavorare per Roma, a mantenere le promesse fatte ai romani. Sono persone che scelgo con l’esperienza che, oggi, mi consente di capire la motivazione e l’onestà di chi ho di fronte, fondamentali per lavorare in squadra.

Sostiene che il suo primo mandato le ha consentito di rimettere in moto una macchina amministrativa «priva di volante». E adesso?

La missione del mio secondo mandato è quella di far correre la Ferrari che ho rimesso in sesto. Ma devo guidarla io: in questi cinque anni ho lavorato pancia a terra per dare un futuro alla mia città, rimettendo a posto i conti e pagando i debiti ereditati da chi mi ha preceduta. Adesso gli investitori esteri ci danno fiducia, tornano qui a costruire alberghi, sedi di filiali importanti, nuove aziende. Grazie all’asse tra Recovery Fund, Giubileo 2025 e candidatura a Expo 2030, Roma ha dieci anni di investimenti davanti a sé, e c’è bisogno di continuità per concretizzarli. La Capitale non può permettersi di perdere tempo con chi a suo tempo l’ha spolpata, e ora non saprebbe dove mettere le mani. Adesso si raccolgono i frutti del mio impegno per rilanciare il lavoro, le periferie, l’edilizia residenziale pubblica. Ma per raccoglierli, c’è bisogno di qualcuno che ami la città e i cittadini, non di un salto nel passato della politica affarista e di palazzo, dei giochi di potere indifferenti ai bisogni delle persone. Io lavoro per le persone, sono la mia priorità.

Cosa ha funzionato e cosa meno nei suoi anni da sindaca?

La prima difficoltà è stata sicuramente quella di aver trovato una macchina amministrativa agonizzante. Poco personale, pochi mezzi e risorse. Questo significa pochi servizi per i cittadini. Facciamo l’esempio del verde: abbiamo salvato Ama dal fallimento, per lasciarla in mano pubblica. Ci sono investimenti per 340 milioni di euro, tra cui 300 nuovi posti di lavoro, 298 nuovi mezzi per la raccolta stradale e 459 mezzi leggeri per il servizio porta a porta. Inoltre, sono partite le selezioni per circa 300 nuovi operatori. Quando sono arrivata, garantire questi servizi era praticamente impossibile. Stesso dicasi per il trasporto pubblico: quest’anno avremo 900 nuovi bus in strada, 330 dei quali dedicati alle linee periferiche. Nel 2016, la situazione del trasporto pubblico era drammatica. Ecco, sicuramente è difficile far funzionare la città con i mezzi che abbiamo ereditato. Quello che ha sempre funzionato, sin da subito, è stata la determinazione: la mia e di chi mi ha aiutato a portare avanti le sfide quotidiane, a tagliare il traguardo per la mia città.

Se non dovesse arrivare al secondo turno come si comporterebbe con Roberto Gualtieri, esponente di quel Pd che Conte ha definito «affine» al nuovo M5S?

Chiariamo subito una cosa: al ballottaggio andrò io. Giuseppe Conte è il presidente del M5S, e io sono il suo candidato a Roma. Al Pd piacerebbe avere il suo appoggio perché senza sono in crisi. Conte è con me in tutte le mie tappe, tocchiamo con mano la fiducia e il calore dei cittadini, Roma è con noi. Rispetto ai sondaggi, io sono in ascesa mentre i miei avversari sono in calo. Il trend è positivo da settimane e non si arresta. Il sorpasso è in corso. L’ultima parola ai cittadini.

Si è impegnata a sgomberare CasaPound e ha preso posizioni nette sull’antifascismo. Ma come evitare gli sgomberi dei posti che ospitano associazioni e spazi sociali o abitativi che nulla hanno a che vedere con il neofascismo?

Rispondo con i fatti: lo scorso anno abbiamo approvato una delibera che tutela le tante realtà socio culturali del terzo settore, che invece sarebbero state sgomberate in attuazione della famigerata delibera 140/2015. Il nostro lavoro ha permesso di sovvertire la logica che prevedeva il recupero forzoso di tutti i beni in concessione con titolo scaduto o non perfezionato, senza riguardo per la tutela dei più deboli. Abbiamo scongiurato questi effetti: i servizi sul territorio, offerti da realtà sane e operose, sono una risorsa per la nostra città. Garantiamo continuità e lavoro dei tanti operatori che, utilizzando beni di proprietà capitolina, hanno permesso alla nostra comunità di portare avanti la vocazione solidaristica che ci contraddistingue. Ricordo che CasaPound occupa un immobile che non è nostro. Nonostante questo, mi sono impegnata in prima persona: se verrò rieletta sindaca CasaPound da lì andrà via. A Roma non c’è posto per i fascisti del terzo millennio.

* da il manifesto 18 settembre 2021

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