da www.recommon.org ( 4 maggio 2017)
Enel è una
delle principali multinazionali elettriche europee, con investimenti in tutto
il mondo. Nel 2015 si è impegnata a diventare “carbon neutral” entro il 2050. Un
impegno importante, una sfida non da poco metterlo in pratica.
Enel è per
il 30 per cento sotto il controllo pubblico e possiede ancora la più grande
centrale a carbone d’Europa a Brindisi, oltre a “vantare” 7,000 MW di potenza a
carbone installati in Italia. Inoltre controlla il 70 per cento di Endesa, la
multinazionale elettrica spagnola che possiede più di 5,000 MW di potenza a
carbone installata sul territorio iberico. Centrali che continuano a emettere
enormi quantità di CO2 nell’atmosfera e inquinano localmente. Secondo una
classifica compilata recentemente dagli analisti per i più grandi fondi di
investimenti al mondo Endesa risulta fra gli ultimi posti in termini di
prontezza e disponibilità ad avviare una transizione verso un’economia low carbon,
vista la sua forte dipendenza dall’utilizzo di combusti- bili fossili. I suoi
impianti a carbone pesano decisamente nel definire questa forte limitazione,
che inizia a preoccupare anche i mercati, viste le possibili perdite future.
Questo
rapporto prodotto dai ricercatori dell’Instituto Internacional de Derecho y
Medio Ambiente (IIDMA) in Spagna insieme a Re:Common mette in evidenza le
responsabilità di Enel, quale azionista di maggioranza di Endesa, nella
produzione da carbone in Spagna e nell’assenza di un piano urgente di uscita
dal carbone nel Paese iberico.
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