14 agosto 2021

Cambiamenti climatici, dare la colpa alla Cina è l’esempio più pietoso di falsità

di Roberto De Vogli *

Secondo The Lancet, il cambiamento climatico è la principale minaccia alla salute globale e nel libro Progress or Collapse scrivevo che potrebbe causare il collasso della civiltà moderna come la conosciamo. L’ultimo rapporto Ipcc non lascia spazio a facili ottimismi: secondo gli scienziati, che avvertono i governi da mezzo secolo, il cambiamento climatico potrebbe essere diventato addirittura irreversibile. Ma di chi è la colpa di questo disastro che avvolge l’intera umanità?

Invece di analizzare gli effetti a lungo termine di un modello di sviluppo economico globale votato al profitto a tutti i costi, alla crescita economica infinita, alla globalizzazione e a un mercato che si dovrebbe magicamente auto-regolare senza troppi interventi statali, in questi giorni ho letto più di un commento sul contributo della Cina all’inquinamento e cambiamento climatico. Secondo Gasparri, senatore di Forza Italia, ad esempio: “La Cina è la vergogna del mondo. Un dovere disprezzar(la) (perché) diffonde virus e inquina il pianeta.” In un editoriale del Wall Street Journal, uno dei maggiori diffusori di negazionismo climatico, “la Cina è il peggior inquinatore”. Anche per il Time la Cina è il peggiore paese del mondo in termini di inquinamento. Un altro esempio di istituzione che ha propagato per anni negazionismo climatico, la think tank neoliberista American Enterprise Institute, in un editoriale si chiedeva se fosse opportuno “coercizzare” la Cina (e l’India) ad adottare politiche capaci di fronteggiare il cambiamento climatico. Trattasi quindi di neoliberisti a targhe alterne evidentemente.

Attenzione però. La performance della Cina in termini di inquinamento è sicuramente pessima e rappresenta una minaccia ecologica globale. Senza il loro contributo non c’è nessuna possibilità di frenare il collasso ecologico. Ma attribuirle la colpa del cambiamento climatico mondiale? Per capire chi ha più contribuito al problema, non sarebbe meglio verificare quali paesi, a livello storico o a partire dalla rivoluzione industriale, hanno emesso più gas serra nell’atmosfera a livello mondiale?

Come sempre, per smontare le bufale ci sono i dati. In questo caso, i trend storici delle emissioni di gas serra pro capite dei paesi dal sito Our World in Data. Il metodo più utilizzato da chi fa propaganda non è dire falsità direttamente, ma selezionare accuratamente una parte di realtà ignorando il resto. In questo caso, si è tentato di colpevolizzare la Cina focalizzando l’attenzione solo sulle emissioni di gas serra totali (non pro capite) del paese, ignorando sia la numerosità della popolazione che le emissioni storiche. Inoltre, le recenti riduzioni di emissioni di gas serra nei paesi più ricchi sono parzialmente causate dall’outsourcing della produzione verso paesi in via di sviluppo come la Cina appunto, un effetto indiretto della liberalizzazione commeciale a livello globale.

I commentatori che in Italia e soprattutto negli Usa danno la colpa alla Cina dell’inquinamento globale alla radice del cambiamento climatico dovrebbero guardarsi bene prima allo specchio. Questo modello di sviluppo economico non l’hanno certo voluto i cinesi, ma è stato promosso spesso con forza dal mondo occidentale e dalle istituzioni finanziarie internazionali come Fmi, Banca Mondiale e Omc. Attribuire ai cinesi la colpa del cambiamento climatico è forse l’esempio più pietoso di ipocrisia e falsificazione della storia e dei rapporti di potere tra nazioni letto in decenni.

* Professore, Università di Padova - da ilfattoquotidiano - 14 agosto 2021

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