Canadair ed elicotteri sono
di sette aziende private, oggi indagate per aver fatto cartello e tenuto i
prezzi alti. Ci sono molti buoni motivi perché i servizi pubblici essenziali
siano gestiti direttamente dal settore pubblico, e soprattutto è falso, anche
dal punto di vista teorico, che appaltandoli ai privati si risparmia
di Carlo
Clericetti *
Non si finisce mai di imparare. Alzi
la mano chi sapeva che aerei ed elicotteri antincendio non sono di proprietà
dei pompieri o della Protezione civile, ma di sette aziende private alle quali
viene appaltato il servizio, come spiega questo articolo.
Ebbè, obietterà subito qualcuno, che
c’è di male? E’ uno dei modi in cui lo Stato può risparmiare, perché i privati
sono più efficienti e quindi il servizio costerà meno. Obiezione che si basa su
un assunto non dimostrato, non dimostrabile e anzi fallace dal punto di vista
logico, e cioè: “i privati sono in grado di svolgere un servizio con costi
minori di quelli dello Stato”.
Ora, perché mai questo dovrebbe
accadere? Perché, si dice, i privati sono spinti dall’incentivo del profitto a
ricercare la massima efficienza per ridurre i costi, mentre nel settore
pubblico questo non avviene. A parte che
questa affermazione presuppone che l’incentivo possa essere costituito solo da
un maggior guadagno, e già questo non è vero; quanto meno, sarà vero in molti e
magari moltissimi casi, ma non è assolutamente generalizzabile. Quante persone
hanno una scala di valori diversa? Anche tra i grandi manager e i tecnici al
top delle istituzioni gli esempi non sono mai mancati e tuttora non mancano. Due o tre nomi, tanto
per avere un’idea? Enrico Mattei (vedi qui l’ultimo paragrafo),
Adriano Olivetti, Enrico Cuccia.
Ma c’è un altro errore logico in
quel presupposto, e cioè il dare per scontato che il maggior profitto possa
essere perseguito solo con l’aumento dell’efficienza. Proprio questa vicenda
basta a falsificare una tale affermazione. Le sette società che posseggono i
mezzi antincendio sono sotto indagine per “alterazioni dei costi pubblici”.
Avrebbero cioè fatto comunella per spartirsi gli appalti senza farsi
concorrenza, cioè accordandosi per tenere i prezzi alti. Ora forse sono stati
beccati, ma a parte che non sappiamo da quanto tempo questo avvenga, non è
detto che non possano impugnare l’eventuale condanna (saranno stati trovati
riscontri oggettivi, come prove di riunioni prima delle gare e verbali scritti
che dimostrino la collusione?); e non è detto che si possano trovare parametri
oggettivi per capire se in seguito ci sarà una concorrenza vera.
Come ulteriore argomento si può
aggiungere che la massima efficienza non corrisponde necessariamente alla
massima efficacia. Il numero di incendi da spegnere non è prefissato: è
sufficiente la flotta appaltata a coprire le punte? Di certo i privati non
tengono aerei in sovrappiù rispetto alle stime di utilizzo, sono costi. Ma se
gli incendi sono più delle stime? Il settore pubblico può anche decidere di
sopportare costi aggiuntivi, valutandoli comunque adeguati rispetto al rischio
di perdere ettari di vegetazioni e – magari – vite umane e animali. Il privato
non può.
Ma torniamo all’efficienza. Se il
suo perseguimento è questione di incentivi, perché mai non si possono
individuare quelli adatti per il pubblico? Incentivi veri, commisurati a
obiettivi individuati con precisione e misurabili, non come gli incentivi che
già oggi esistono nelle amministrazioni e nelle aziende pubbliche, per lo più
regalati a tutti quasi sempre senza alcun rapporto con i risultati e che spesso
non sono collegati alla misurazione dell’impegno personale. E’ facile? No, ma
non più difficile che ottenere la stessa efficienza dai privati.
Infine, una osservazione molto
semplice che però “taglia la testa al toro”. I servizi pubblici essenziali sono
definiti così perché non se ne può fare a meno. L’obiettivo dev’essere quello
di fornirli al minor costo possibile per i cittadini, che li pagano, con le
tasse o con le tariffe o con entrambe. Se li fornisce il settore pubblico la
tariffa dovrà solo coprire i costi (compresi, certo, quelli necessari agli
investimenti); se si affidano ai privati, ci sarà un sovra-costo che è il
profitto del gestore. Semplice e inevitabile. Davvero i privati possono essere
tanto più efficienti da costare di meno nonostante il sovrappiù per i loro
guadagni? Certo si può sostenere qualsiasi tesi, ma non per questo si riesce ad
essere credibili.
* ( da blogging in the wind pubblicato su Repubblica.it il 24 lug 2017)
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