25 agosto 2013

Virtù che cambiano il mondo


di Sergio Ferraris *

Il nuovo libro dell'economista Guido Viale, "Virtù che cambiano il mondo. Partecipazione e conflitto per i Beni comuni", è una sorta di manifesto politico per promuovere e sviluppare conflitti, campagne, lotte e aggregazione. Una lettura obbligata per chiunque voglia fare una “politica ecologica” a qualsiasi livello, dall’assemblea di condominio al Parlamento.  Da Guido Viale, in un recente passato, ci sono arrivate in diversi volumi indicazioni preziose circa una serie di tematiche fondamentali per la sostenibilità. Dalla giusta e aspra critica all’automobile, alla questione dei rifiuti, passando per l’analisi del mondo del lavoro e della conversione ecologica, Viale ci ha offerto profonde e dettagliate analisi dei problemi proponendo, nella migliore tradizione dell’ambientalismo, soluzioni concrete e fattive e svelandoci perché spesso queste non siano nemmeno prese in considerazione dai decisori sia politici, sia economici.

Questa volta, però, Viale punta più in alto. Virtù che cambiano il mondo - un titolo che sembra “innocuo” - «non è un breviario di “devozioni domestiche” né un manuale di edificazione personale. È, o vuole essere, un manifesto politico per promuovere e sviluppare conflitti, campagne, lotte e aggregazione», si legge nel volume dove l’Autore sgombra il campo dagli equivoci fin dalle prime righe. Le virtù di cui parla Viale, infatti, non sono categorie dello spirito ma «hanno effetto solo in condivisione e in conflitto nei confronti delle classi dominanti». Insomma l’intenzione dell’Autore è quella di offrire non solo strumenti di “lettura critica” del presente, ma anche una serie di esempi che possono consentire la costruzione di un proprio sistema di riferimento, fatto di atti concreti, da applicare nella vita quotidiana per “cambiare il mondo dal basso”. Ci viene offerta una sistematizzazione di orientamenti, saperi, comportamenti, scelte e abitudini, in direzione di un maggiore rispetto dei beni comuni, ma anche in previsione dell’inevitabile conflitto ambientale ed economico. Guido Viale ha declinato i contenuti attraverso una struttura che si articola per parole chiave come dignità, conoscenza, empatia, concretezza, condivisione e altre, che a loro volta sono calate in contesti specifici con efficaci spiegazioni critiche. Molto critiche. Viale con questo volume ha chiaro quale vuole essere il punto d’arrivo e la critica alla nostra società così come la conosciamo oggi è netta e senza mezzi termini.

Se già in altri volumi l’Autore, infatti, ci aveva abituati a prese di posizioni nette e a volte sorprendenti, come con il libro Tutti in taxi. Demonologia dell’automobile, ora questo taglio diventa una critica, non esaustiva precisa l’Autore, ma sistemica che vuole diventare un vero e proprio manifesto per un’alternativa politica dal basso, occupando spazi che la politica tradizionale non vuole o non può occupare. La cosa interessante è come nel volume trovino spazio pratiche apparentemente “minori” come le ciclofficine e gli orti urbani assieme alle analisi dei mercati finanziari e alla difesa dell’articolo 41 della Costituzione. La realtà è che, secondo Viale, nei comportamenti “virtuosi” degli individui si trovano le fondamenta per l’edificazione di una società più equa, giusta e solidale. Fondamentale nel volume è la parte dedicata alla conversione ecologica nella quale si tratta anche di quella personale che «mette in discussione la totalità dei nostri rapporti con gli altri e con il mondo». Secondo Viale, infatti, è necessario uscire dalla solitudine nella quale ci ha spinto la crisi e trovare soluzioni all’interno di una visione, di un agire collettivo, della condivisione, attraverso la quale diventa possibile coniugare economicità, salute, equità e ambiente. Insomma, come dice l’Autore, «i manifesti servono»; e serve anche questo volume, che dovrebbe essere una lettura obbligata per chiunque voglia fare una “politica ecologica” a qualsiasi livello, dall’assemblea di condominio al Parlamento.

* L'articolo è stato pubblicato sul n.3/2013 della rivista bimestrale QualEnergia

Guido Viale ha lavorato in diverse società di ricerca. Tra le sue numerose opere precedenti Un mondo usa e getta (1994), Governare i rifiuti (1999), La civiltà del riuso (2010), La conversione ecologica. (2011).

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