9 aprile 2013

Gruppo Cinque Terre - ECOLETTERA 19 dell'1 aprile 2013



costruire la transizione: un nuovo ecologismo – democrazia – giustizia – nuovi lavori
                  
Editoriale:  Il teatrino della politica
 Siamo ipnotizzati dall’inesorabile procedere delle scadenze post elettorali e dalla cortina fumogena dei media in tutte le sue forme (compresi i trolls sul sito di Grillo del tutto credibili). Se osserviamo i fatti sgombrando la testa dalle sovrastrutture indotte, sembra molto semplice: la Casta deve fare un governo. Un governo qualsiasi, che però rispetti, con gli opportuni aggiustamenti, le spartizioni precedenti. Bersani, Renzi, Amato o Rodotà cambia poco. L’urgenza di dare ossigeno alle cordate è assolutamente improcrastinabile. Non è vero che l’Italia non reggerebbe ad un prolungato periodo di vacanza governativa. In realtà è la casta che non reggerebbe ad un prolungato periodo di astinenza. I due-tre milioni di voti a perdere, gli eterni oscillanti,  che stanno fra Bersani e Grillo, che aprirebbero scenari nuovi,  non rappresentano un target omogeneo. Chi si è proposto di rappresentarli è divenuto in pochi mesi un relitto della storia da cui non si può cavare nulla. La maggioranza dei semplici votanti di quest’area di mezzo sono come dei soldati cui, durante un combattimento, è scoppiata vicino una granata e, incolumi, vagolano per il campo di battaglia senza capire cosa sta succedendo. Alcuni invocano il dialogo fra PD e M5Stelle che “ hanno tante cose in comune e non si può perdere l’occasione “. Se fosse vero sarebbe giusto ed anche bello; il problema è che non è vero. Negli ultimi 10 anni tutti quelli che “hanno dialogato”, barattando le proprie ragioni di fondo con qualche posto qua o là nelle alleanze uliviste e non solo, sono stati spolpati, mangiati e sputati ( da Rifondazione ai Verdi, dall’ IdV ai Radicali; l’ultimo spolpato è Vendola di cui resta ancora solo qualche boccone ).
I partiti vogliono distruggere il M5Stelle con tutti i mezzi, dall’adulazione alla calunnia, alla minaccia; e viceversa il M5Stelle non vuole sedersi a tavola, tantomeno per farsi spolpare; vuole fare una rivoluzione. Il problema è che non ha oggi  numeri e forze sufficienti per farla di botto e non può che contare sul lavoro metodico delle commissioni e dell’aula,  una lunga marcia  per mostrare al paese in che direzione vuole muoversi. I grillini hanno proposto una riduzione dei costi del parlamento e rinunciato ai rimborsi, ma gli altri gruppi parlamentari hanno fatto finta di niente; hanno riaperto con il sopraluogo al cantiere il problema dell’inutilità della TAV e il giorno dopo i dirigenti piemontesi del PD hanno fatto un appello per il SI TAV; preparano mozioni per il ritiro dall’Afghanistan e per la sospensione dell’acquisto degli F35 ma solo SEL ( che combatte l’ estinzione come partito ) sembra assecondare. Alla Camera solo il M5Stelle si è opposto alla deroga che permette a 9 “Fratelli d’Italia” ( La Russa-Meloni )  di costituire un nuovo gruppo che ne richiederebbe 20 ( PDL, PD e gli altri tutti d’accordo ). I 20 punti presentati dal M5Stelle sono stati letteralmente ignorati; nella finzione non è previsto che si parli davvero di un progetto di cambiamento del paese; perché Il PD, come gli altri,  è geneticamente incapace di partecipare a un percorso di riformismo.

 I poteri forti sanno benissimo che questa casta ha finito. Ma dispongono di strumenti formidabili: il quasi totale condizionamento dei media, e quindi delle coscienze, che usano come gli untori manzoniani per indicare nei grillini l’origine della pestilenza. Hanno in mano il sistema finanziario (quello che chiamano il mercato, ma che mercato non è) e quindi possono anche mettere in moto meccanismi travolgenti la struttura sociale, l’equilibrio economico di interi strati sociali, perfino l’equilibrio psichico di intere categorie. Le condizioni necessarie per creare l’emergenza, per giustificare un nuovo governo di emergenza; i soliti, per fare le solite cose e non cambiare nulla. E dare la colpa a Grillo.

Molti mi chiedono perché i partiti che hanno ridotto l'Italia in una comprimaria e consegnato le prossime generazioni alla miseria e all'emigrazione hanno avuto ancora la maggioranza dei voti alle scorse elezioni. La risposta è che una parte della popolazione italiana vive in un gigantesco Truman show, la cui responsabilità va attribuita per intero ai giornalisti italiani, con le solite poche e più che lodevoli eccezioni. E' in atto una guerra dichiarata contro la realtà; mistificazioni, allusioni, menzogne vengono sputate dall'informazione quotidianamente. E' un'informazione di regime, totalitaria, simile alle purghe staliniane degli anni '30, omologata in un grande inciucio per mantenere privilegi, caste, parassiti sociali trasversali. La RAI è il megafono dei partiti, se la paghino loro. Nel 2012 nonostante canone e pubblicità  ha perso 250 milioni di euro. ( dal blog di Beppe Grillo )
Alla Camera 400.000 euro nel cesso. Il 27 marzo si è riunito L’ufficio di Presidenza della Camera e ha discusso “la costituzione di un gruppo parlamentare in deroga al regolamento della Camera”; quello di “Fratelli d’ Italia” ( 9 deputati invece dei 20 necessari), per intenderci La Russa e Meloni. Il MoVimento 5 Stelle ha chiesto quanto costa la costituzione di questo gruppo, la risposta è stata: “400.000 euro all’anno in più”. Tutti i partiti, tutti, dal PD al PDL  hanno votato a favore della deroga. Il M5S ha votato contro. Al Senato stessa musica: “spacchettato” il gruppo Misto, nasce  “Grande autonomia e libertà”. Abbiamo già due gruppi parlamentari in più.
La scelta del Capo dello Stato è "l’ennesimo triste bilancio della democrazia italiana". Infatti, non è stata creato un organo ad hoc "per studiare i possibili scenari economici in grado di contrastare la spirale recessiva". Invece della rosa di ‘saggi’, tutti uomini, tutti appartenenti dell’establishment e tutti più o meno in sintonia con il pensiero economico montiano. Oggi la crisi del debito sovrano e la recessione rappresentano una minaccia ben più grande del crimine organizzato, ecco perché è necessario creare accanto alla commissione anti-mafia quella anti-crisi. Nei paesi ricchi del nord queste istituzioni lavorano giorno e notte, la Fondazione Friederich Erbert, il pensatoio socialdemocratico tedesco, ad esempio, sta ultimando una simulazione di un euro a due velocità. Tutte, indistintamente, cercano di risolvere il problema del debito, nodo centrale della crisi. ( Loretta Napoleoni su ilfattoquotidiano.it )

Molti italiani vorrebbero vedere Emma Bonino al Quirinale. Perché è donna, perché è competente, perché è onesta e mai sfiorata da scandali, perché ha condotto battaglie spesso solitarie per i diritti civili e umani e politici in tutto il mondo, forse anche perché è sopravvissuta a Pannella e perfino a Capezzone. Insomma, un sacco di ottimi motivi, tutti veri e condivisibili. Ma della sua biografia, in questo paese dalla memoria corta, sfuggono alcuni passaggi politici che potrebbero indurre qualcuno, magari troppo giovane o troppo vecchio per ricordarli, a cambiare idea e a ripiegare su candidati più vicini al proprio modo di pensare. A costo di essere equivocati, come ormai accade sempre più spesso, complice il frullatore del web, li ricordiamo qui per completezza dell’informazione, convinti come siamo che di tutti i candidati alle cariche pubbliche si debba sapere tutto. (di Marco Travaglio su ilfattoquotidiano.it )

 La situazione italiana appare sempre di più simile ad un vero e proprio fallimento. Si delinea una vera e propria bancarotta fraudolenta, diretta ad aggravare l’insolvenza e violare le legittime aspettative dei creditori. Un reato grave perpetrato per decenni. Una vera e propria regia diffusa, riposta nelle menti e nelle azioni di qualche centinaio di persone (segretari e dirigenti di partito, dirigenti d’azienda, esponenti della criminalità, etc.) Il quadro finale è veramente impressionante. La decadenza della società italiana potrebbe essere rappresentata oggi, dopo una sorta di bombardamento intenso e durevole, dal quadro di Guernica. ( di Marcello Adriano Mazzola  su ilfattoquotidiano.it )

"Al Campidoglio è cominciata la nostra operazione di trasparenza. Abbiamo depositato l'istanza di accesso agli atti relativi ai contratti derivati stipulati dal Comune di Roma. Su questi contratti la Corte dei Conti ha già invitato i vari comuni ad impugnarli ritenendoli contrari all'ordine pubblico e all'articolo 119 della Costituzione. Analogo invito è stato fatto dall'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani). Questi contratti sono stati stipulati dall'amministrazione Veltroni e sostanzialmente l'attuale amministrazione ce li ha nascosti. Questi contratti non sono visibili e non sono presenti nel sito del comune. Paghiamo circa 500 milioni l'anno soltanto di interessi. Questo importo, se utilizzabile in termini sociali, consentirebbe di far entrare tutti i bambini romani gratuitamente negli asili nido, mentre oggi entra un bambino su otto. ( Marcello De Vito, M5S, candidato sindaco di Roma)
I Movimenti per il Diritto all'Abitare, Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Blocchi Precari Metropolitani, Action e Comitato Obiettivo Casa comunicano l'occupazione di nove diversi stabili nella città.  "A Ponte di Nona - si legge su dinamopress.it - occupate le case sfitte di Caltagirone e a Garbatella ex Asl dismessa. Colpito il patrimonio sfitto dell'Atac con due occupazioni sulla Tiburtina. A San Basilio occupato uno stabile di proprietà del fondo immobiliare del Banca Popolare di Milano, mentre in XI municipio occupati locali prima della Regione Lazio, ora sul mercato con un fondo immobiliare con sede a Lussemburgo. Sull'Appia lo stabile invaso da famiglie in emergenza abitativa è di proprietà dei Cavalieri dell'Ordine di Malta. In via Antonio Musa è nato lo studentato occupato Degage. A CasalBertone gli studenti universitari di MushRoom Project occupano simbolicamente uno studentato vuoto". (di Mauro Cifelli su www.romatoday.it )
I grandi investimenti degli anni '90 e preolimpici – oltre 5 miliardi per le sole opere, tra passante ferroviario e dintorni, metrò, impianti sportivi – hanno lasciato una pesante scia di debiti e uno scarso «ritorno» economico, hanno cambiato la faccia della città senza darle un nuovo orizzonte e una nuova socialità. Il bilancio 2012 sarà salvato dall'Imu, grazie all'aliquota record del 5,75% e, in linea col 2011, dal taglio di tutte le voci di spesa tranne quella per gli interessi sul debito contratto con le grandi opere, 250 milioni di euro, cifra che ogni anno è superiore a quanto si investe in servizi e assistenza e non molto distante dalla principale uscita municipale, i 400 milioni per gli stipendi degli 11.000 dipendenti. La giunta guidata da Piero Fassino conta di ridurre il debito (3,4 miliardi, ma i grillini parlano di 4,5 miliardi aggiungendoci i debiti delle partecipate), gestire il bilancio e rientrare nel patto di stabilità raccogliendo tra i 300 e i 350 milioni dalle dismissioni: in vendita il 49% di Sagat (aeroporto), Gtt (trasporti), Amiat (rifiuti) e l'80% dell'inceneritore. ( di Gabriele Polo da sbilanciamoci.info )
TAV: lo scenario è cambiato. Politicamente. I valsusini non sono più l’isola ribelle di irriducibili, chiusi nella loro valle. Mondo alla rovescia, ridotto dentro il confine della Chiusa di San Michele. Ora la loro causa è uno dei primi punti del programma del partito di maggioranza relativa. La prova vivente della rivoluzione copernicana in corso, quasi che la loro rivoluzione locale si fosse rivelata, di colpo, stato d’animo generale. Visto di qui, da questo «margine», lo tsunami che ha terremotato la politica italiana lo si capisce molto meglio, scaturito non da un palco da comizio, o dalla testa di un leader, e nemmeno dalla «rete», ma da una pressione tellurica di gente che non ne può più di espropriatori, monopolizzatori (interessati) della scelta e dei beni collettivi, decisori dall’alto. ( di Marco Revelli da ilmanifesto.it )

  Gli impianti funzionano a meno di 1/3 della propria capacità Le grandi utility dell'energia annunciano, in Italia, esuberi tra il personale e la chiusura di impianti di produzione. Una situazione largamente prevedibile, cui non è stata data risposta adeguata. Anzi, si è continuato a costruire nuove centrali a carbone e olio combustibile, nonostante il calo dei consumi e il boom delle rinnovabili (di Roberto Meregalli  da altraeconomia.it )

La percentuale di automobili elettriche vendute nel mondo è molto basso ( 0,1% ), in Italia questo numero rasenta il ridicolo (0,0003% del totale ). General Motors, Toyota e Ford  hanno espresso parere univoco: le macchine elettriche per ora giocano un ruolo marginale nel mercato ( alti costi di produzione, ridotta autonomia, peso eccessivo delle batterie ). Al momento non esistono innovazioni tecnologiche in grado di risolvere i problemi evidenziati. Se ne riparla fra qualche centinaio di anni. Mentre aspettiamo, potremmo chiedere allo stato italiano di investire in infrastrutture per una Mobilità Nuova: treni, autobus, tram, biciclette e piedi. Ci libererebbero di traffico , inquinamento, riscaldamento globale. Il 4 maggio a Milano una manifestazione che si porrà proprio questo obiettivo. ( di Paolo Pinzuti )


  Il 1° aprile 2013, la Corte Suprema Indiana ha respinto una causa intentata dal gigante farmaceutico Novartis per aggirare l’articolo 3 (d) della Legge sui Brevetti indiana, al fine di rivendicare in maniera ingannevole come un’”invenzione” un farmaco già prodotto come generico. Con la sua decisione, la Corte Indiana ha accolto la distinzione tra “invenzione” e “riaggiornamento”. Le compagnie indiane hanno realizzato il farmaco generico e lo vendono per 8000 rupie per un mese di trattamento. La versione della Novartis viene venduta a 120.000 rupie, mettendolo di fatto fuori dalla portata della grande maggioranza degli indiani. ( di Vandana Shiva su ilfattoquotidiano.it )

L'Unione europea deve assicurarsi che il Giappone rispetti le convenzioni internazionali sulla tutela delle balene prima di siglare qualsiasi tipo di accordo con Tokyo”. Lo chiede Andrea Zanoni, insieme ad altri 20 eurodeputati, alla Commissione europea con un'interrogazione parlamentare. “Si tratta di una caccia proibita dall'85 per la quale il Giappone ha goduto di fin troppe deroghe. L'Ue può e deve far valere il suo peso mondiale nella tutela dell'ambiente e degli ecosistemi marini”. Zanoni chiede alla Commissione notizie della recente relazione sull'economia della filiera giapponese di caccia alla balena redatta dal Fondo internazionale per il benessere degli animali (IFAW) che, purtroppo, pare basarsi solo su dati forniti dal Giappone stesso.

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