5 dicembre 2012

Che cosa sta succedendo al nucleare? Enel abbandona la costruzione di 6 centrali in Francia




di Massimo Scalia *

Ieri, consueto interprete dello Zeitgeist, Antonino Zichichi si è prodotto in un fuoco d'artificio dichiarando che vorrebbe la Sicilia piena di centrali nucleari, e obbligando l'incauto Crocetta, che l'ha scelto come assessore ai Beni culturali, a dolenti smentite. L'impareggiabile Zichichi ha poi cercato  di divulgare alle masse una spiegazione del suo pensiero, una delle metafore che l'hanno reso celebre nel pret a porter degli esempi banali ma sbagliati e inviso a chi scienza e divulgazione la fa seriamente.

Ma nel mondo reale che cosa succede al nucleare? Proprio oggi arriva una notizia che ci obbliga a un aggiornamento della vicenda dell'EPR (European Pressurized Reactor), che dopo l'esito vittorioso dei referendum dell'anno scorso era finita un po' nel dimenticatoio. Ma sì, diciamolo con una punta d'orgoglio.
Enel abbandona la partecipazione al progetto del reattore nucleare EPR, in costruzione a Flamanville in Normandia, e degli altri cinque impianti da realizzare in Francia utilizzando la stessa tecnologia. Si conclude così l'accordo di collaborazione strategica che Enel e Edf avevano sottoscritto nel novembre del 2007 e che, a realizzazione avvenuta, avrebbe dovuto mettere a disposizione di Enel una capacità di circa 1.200 MW.
A seguito del recesso dal progetto di Flamanville 3,  Enel sarà rimborsata, in misura della sua quota di partecipazione pari al 12,5%, delle spese anticipate per un ammontare  complessivo di circa 613 milioni di euro più gli interessi maturati (in totale saranno circa 630 milioni). Il mercato francese rimane comunque strategico, dichiara il Gruppo Enel, assicurando che continuerà a operare attraverso una sua presenza in questo Paese, diversificata nelle energie rinnovabili e nelle attività di compravendita di gas ed energia elettrica.

Questa la nuda notizia, una notizia inattesa e una vera boccata d'ossigeno per l'ente elettrico, che potrà utilizzare il rimborso per ridurre il debito che a fine settembre ammontava a 46,5 miliardi di euro. Quanto a Flamanville 3 vale la pena ridare un'occhiata alla sua storia, paradigmatica del perché il nucleare è in forte declino in tutto il mondo. La realizzazione ha subito, come già denunciavamo contro la propaganda di regime - già, Enel in testa - ritardi e incrementi nei costi. L'entrata in esercizio, prevista entro quest'anno, slitta al 2016  mentre dal costo iniziale di 3 miliardi di euro si è passati, stando alle ultime valutazioni, a 8,5 miliardi, cioè  circa 5.000 euro a kilowatt; mentre, nello stesso arco di tempo, il fotovoltaico è sceso da 5.000 euro a meno di 1.000. In Francia poi, il tutto è peggiorato dalla riduzione dei consumi elettrici a causa della crisi e dall'incertezza per ulteriori investimenti nel programma nucleare francese.
Grava inoltre, sui nostri cugini nucleari, proprio il fatto che con la vittoria al referendum del giugno 2011e con il conseguente alt allo sviluppo del nucleare qui da noi, sono venuti meno i 4 reattori Epr da 1.200 MW (su un totale di 8 previsti dal progetto SNI = Sviluppo Nucleare Italiano) per i quali aveva tanto brigato "a sua insaputa" Scajola, e Berlusconi aveva distribuito sorrisi a bocca larga nei suoi incontri con Sarkozy. E nel quadretto di famiglia ci sta di diritto anche l'ad di Enel, che obbedendo a Scajola e Berlusconi si era tanto impegnato a perseguire lo SNI e che oggi si giova del fatto che il popolo italiano gli ha impedito di andare avanti in quel progetto economicamente folle. Un perfetto esempio di Serendipity...

Intanto Enel mantiene la sua presenza nel nucleare attraverso gli impianti di Endesa in Spagna (3.526 MW) e in Slovacchia (1.818 MW); da buon uomo per tutte le stagioni, Fulvio Conti ritiene di tenersi pronto per esibire di nuovo il suo celebrato sorriso da ameba nucleare. Ma per il nucleare non c'è Serendipity che tenga, e Zichichi sta lì a dimostrarlo.

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* da       greenreport.it           5 dicembre 2012

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