Come già detto al punto #6# il Governo ha stilato un Disegno di Legge delega che dovrebbe prevedere il ritorno dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia. Dopo il passaggio nel Consiglio dei Ministri ora quel disegno di Legge viene ufficialmente presentato al Parlamento per essere discusso, ed eventualmente modificato e approvato. Tra i tempi di approvazione della Legge delega in Parlamento e i tempi massimi previsti per il successivo varo degli associati decreti legislativi da parte del Governo (sono previsti 12 mesi) è molto probabile che si arrivi a fine legislatura, se non oltre. Quindi qualsiasi decisione concreta in merito al costruire o meno reattori nucleari in Italia sarà comunque presa dal prossimo governo, non da quello attuale. Inoltre la Legge delega, se approvata dal Parlamento, potrebbe essere oggetto di un nuovo referendum abrogativo, come già successo due volte in passato su altre iniziative legislative in merito all’uso del nucleare.
Da notare che in questa proposta di Legge e documenti allegati non c’è nessuna valutazione nel merito sul nucleare, ovvero non vengono forniti dati concreti che dimostrano l’utilità nell’uso di questa fonte. Come dichiarato candidamente dallo stesso Ministro dell’Energia, solo dopo verrà fatta “una valutazione nel merito e sui costi”, vedi quanto detto qui. In pratica il governo stesso ammette che questa proposta di Legge sul ritorno del nucleare è puramente “politica”, un modo sconcertante di portare avanti un argomento delicato come questo.
Nel frattempo la propaganda governativa si impegna molto nel raccontare le solite balle a favore del nucleare:
- Dicono che la tecnologia nucleare da utilizzare è nuova.
Il governo ha indicato di voler puntare su due tecnologie di reattori nucleari: reattori modulari di piccole dimensioni (Small Modular Reactor, SMR); reattori modulari di piccole dimensioni avanzati (Advanced Modular Reactor, AMR).
In realtà entrambe queste tecnologie non hanno niente di nuovo. I normali SMR non sono altro che versioni di taglia più piccola di reattori di terza+ generazione, la tecnologia che viene utilizzata per i reattori già da oltre 20 anni. I reattori che volevano costruire in Italia nel piano nucleare del 2011, poi abrogato dal referendum, erano degli EPR, ovvero proprio reattori di terza+ generazione. Il governo spinge molto su questo aspetto della “novità” proprio per far credere che il referendum del 2011 non abbia più valore, ma non è così.
Gli AMR sono invece una tecnologia effettivamente diversa dai reattori di terza+ generazione perché si tratta di cosiddetti reattori a neutroni veloci (fast reactor). Ma tale tecnologia non è per niente nuova; è stata concepita e utilizzata fin dai primi anni dello sviluppo del nucleare (una lista dei vari reattori realizzati può essere vista qui). E’ sempre rimasta una tecnologia di nicchia perché più problematica e più costosa rispetto ai normali reattori (a neutroni lenti). Gli AMR non sono altro che versioni più piccole di questi reattori a neutroni veloci.
- Dicono che la tecnologia nucleare da utilizzare è pulita.
Secondo il governo le nuove tecnologie utilizzate (che nuove non sono, come detto) sarebbero “green”, ovvero sarebbero pulite e non inquinanti, con riferimento in particolare al ruolo delle scorie radioattive (il combustibile esausto dei reattori).
Nel caso degli SMR che questa affermazione sia una balla è facilmente comprensibile, perché si tratta di normali reattori di terza+ generazione che producono rifiuti radioattivi come hanno fatto da sempre tutti i reattori a fissione, anche quelli delle generazioni precedenti. In termini di rifiuti, quindi, non c’è assolutamente nessun miglioramento rispetto agli altri reattori esistenti nel mondo.
Nel caso degli AMR a neutroni veloci la questione è più complessa. In sintesi possiamo dire che questo tipo di reattori può essere in grado di ridurre la quantità dei rifiuti prodotti attraverso un utilizzo più efficiente del combustibile. Ma non viene ridotta la radioattività emessa dal combustibile esausto, perché questa deriva per la quasi totalità dai cosiddetti “prodotti di fissione“, ovvero dagli atomi di dimensioni più piccole che rimangono dopo la scissione in due parti degli atomi fissili più grandi. In pratica, TUTTI i reattori a fissione, di qualsiasi tipo, producono sempre la stessa radioattività in termini di rifiuti, non si scappa; è il processo di fissione stesso che determina questa radioattività. Per capire meglio la questione si consiglia di leggere il capitolo 2.1 dell’articolo sui problemi del nucleare.
- Dicono che la tecnologia nucleare da utilizzare è economica e serve a ridurre i costi dell’energia.
In realtà, come già spiegato al punto #6# (che si consiglia di leggere) sono le stesse aziende che dovrebbero finanziare e costruire questi reattori a dire che l’energia prodotta sarebbe costosa e che sarebbero necessari dei sussidi da parte dello Stato. In generale qualsiasi stima sui costi di generazione che si trova in giro conferma che la nucleare è una delle tecnologie più costose per produrre energia. Leggere in proposito il capitolo 1 e il capitolo 6 dell’articolo sui problemi del nucleare.
Se le stesse aziende del settore elettrico dicono che i costi sono elevati, se lo stesso governo ammette che ci vorranno dei sussidi pubblici, non si capisce proprio come il nucleare possa ridurre i costi dell’energia.
- Dicono che il nucleare serve per ridurre la dipendenza energetica dell’Italia dall’estero.
Sarebbe vero se il nucleare funzionasse senza combustibile, ma non è così. Come sappiamo le centrali nucleari hanno bisogno di uranio per funzionare e i paesi nel mondo che producono uranio grezzo sono pochi. Attualmente TUTTO l’uranio utilizzato nell’UE è importato.
Inoltre per produrre il combustibile necessario ai reattori, il minerale di uranio grezzo deve essere trattato e arricchito. Gli impianti in grado di fare ciò sono abbastanza complessi e ce ne sono pochi al mondo. In Italia ovviamente non ne abbiamo. Oltretutto i reattori a neutroni veloci (come quelli che vorrebbe usare il governo) richiedono un combustibile particolare ad alto livello di arricchimento che è ancora più difficile da produrre e trovare.
In pratica il governo con il nucleare ci farebbe passare dalla dipendenza verso i fornitori di combustibili fossili alla dipendenza dai fornitori di uranio. Non proprio un grande miglioramento.
- Dicono che il nucleare sta avendo un grande successo in Europa.
I sostenitori del nucleare usano sempre questo argomento; secondo loro la nucleare sarebbe una tecnologia di grande successo e richiesta da tutti. Peccato che la realtà dice l’esatto contrario. La produzione nucleare nell’UE è in declino da quasi 20 anni (vedi i grafici sulla produzione di energia) e attualmente non c’è NESSUN nuovo reattore in costruzione. E nel resto del mondo la situazione non è molto più rosea. Si consiglia di leggere il capitolo 3 dell’articolo sul nucleare.
- Dicono che il nucleare è indispensabile se si vuole fare a meno completamente dei combustibili fossili.
Quando non hanno altri argomenti i sostenitori del nucleare si attaccano a questo affermando che la nucleare, essendo una fonte continua e programmabile, è essenziale per accompagnare le rinnovabili, che invece hanno una produzione variabile e non programmabile.
Il problema però è proprio in quel “continua” che indica come la nucleare sia una tipica fonte dalla produzione rigida, quando invece per accompagnare le rinnovabili a produzione variabile ci vogliono fonti flessibili. Le fonti continue sono adatte a coprire il cosiddetto “carico di base”, ovvero quella potenza minima fissa richiesta sulla rete in modo costante durante tutte le ore dell’anno. Ma in un contesto di alta penetrazione di fonti rinnovabili a produzione variabile la necessità di avere fonti specializzate nel coprire il carico di base praticamente non esiste più. Si consiglia di leggere in proposito il capitolo 4 del solito articolo sul nucleare.
Ma la cosa più incredibile è che su questo argomento a smentire il governo è proprio il governo stesso. Infatti nel recente Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) il governo ha voluto inserire due scenari ipotetici al 2050 che raggiungono l’obiettivo delle emissioni nette di CO2 pari a zero: uno con nucleare e rinnovabili; l’altro solo con rinnovabili. Quindi il nucleare non è indispensabile, lo dice il governo. A tal proposito vedere quanto scritto nel commento sul PNIEC.
* 2 marzo 2025
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