DAL DEPOSITO DEI SEI QUESITI REFERENDARI A OGGI
Presentati i quesiti
referendari a seguito di due distinti appelli -il primo del Coord Naz No Triv +
A Sud; il secondo da parte di oltre
200 Associazioni - 10 Assemblee elettive regionali avevano deliberato di chiedere referendum
26 novembre 2015
La Corte di Cassazione
accoglie ben 6 quesiti su 6
13 dicembre 2015
Il Governo presenta
emendamenti in Commissione Bilancio alla Camera. Recepiti 3 quesiti su 6; in
particolare:
1- Il Parlamento ha
accettato di modificare le norme sulla strategicità, indfferibilità ed urgenza
delle attività petrolifere.
Questo costituisce un
innegabile successo, in quanto la dichiarazione di strategicità delle opere avrebbe comportato il
dimezzamento dei termini processuali nei ricorsi e una disciplina poco garantista per gli enti
territoriali circa la loro partecipazione ai lavori della conferenza di
servizi.
2- Risulta cancellata anche
l'assurda previsione del "vincolo preordinato all'esproprio" già a
partire dalla fase della ricerca
degli idrocarburi: con ciò il diritto di proprietà del privato è salvo;
3- Il Parlamento ha inoltre
accettato di cancellare quelle norme che consentivano al Governo di sostituirsi alle Regioni in
caso di mancato accordo sui progetti petroliferi e sulle infrastrutture necessarie alla
realizzazione di tali progetti: oggi non è più possibile arrivare ad una
decisione sui progetti petroliferi se non
aprendo una trattativa con le Regioni.
Tuttavia il Parlamento
elimina la previsione del Piano delle Aree. Reintroduce -ma con
formulazione ambigua- il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare a meno
di 12 miglia marine dalle linee di costa e dalle aree naturali. I No Triv propongono sub
emendamenti correttivi per reintrodurre il Piano delle Aree e per far sì ch si specifichi che i
procedimenti in corso delle istanze di ricerca e coltivazione entro le 12
miglia da linee costa ed aree
naturali siano rigettati - La Camera boccia entrambi nella seduta del 19
dicembre 2015.
1 gennaio 2016
Entra in vigore la Legge di
Stabilità 2016
7 gennaio 2016
Si pronuncia nuovamente la
Cassazione che:
1- Prende atto
dell'accoglimento, con la Legge di Stabilità, di 3 quesiti su 6;
2 - Stabilisce che non v'è
certezza di rigetto per procedimenti in corso per istanze in mare entro le 12 miglia marine;
3- Non accoglie n. 2
quesiti (Piano Aree e Durata Titoli) in quanto con Legge di Stabilità il
Parlamento ha abrogato le norme
oggetto di quesiti referendari.
12 gennaio 2016
Delle 10 Regioni pro
referendum, 6 Regioni (Marche, Basilicata, Veneto, Puglia, Liguria, Sardegna) accolgono l'iniziativa No
Triv di sollevare il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, avverso l'ordinanza della Corte di
Cassazione. In caso di accoglimento, verrebbero ammessi a referendum altri due quesiti referendari
sulla questione idrocarburi, relativi alla proroga dei titoli sulla terraferma
e al Piano delle Aree
13 gennaio 2016
L'udienza della Corte
Costituzionale è rinviata al 19 gennaio.
15 gennaio 2016
Si apprende in serata che
la Regione Abruzzo si è costituita in giudizio dinanzi alla Corte
costituzionale contro le altre 9 Regioni e
a sostegno del Governo per chiedere che il Referendum No Triv sii dichiarato inammissibile
19 gennaio 2016
La Corte Costituzionale ha
giudicato ammissibile il quesito referendario n. 6. Tra il 10 ed il 15 febbraio il Presidente indicherà la
data di svolgimento del Referendum.
29 gennaio 2016
6 Regioni (Marche,
Basilicata, Veneto, Puglia, Liguria, Sardegna) depositano presso la Corte costituzionale due ricorsi
per conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, avverso l'ordinanza della Corte di Cassazione. In
caso di accoglimento, saranno ammessi a referendum altri due quesiti referendari sulla questione
idrocarburi, relativi alla proroga dei titoli sulla terraferma e al Piano delle Aree
4 febbraio 2016
Sul Bollettino Ufficiale
degli Idrocarburi e delle Georisorse 31 gennaio 2016, il MISE-Unmig pubblica i provvedimenti di:
rigetto totale delle
istanze di permesso di ricerca:
«d 59 F.R-.NP» presentata
dalla Società Northern Petroleum Ltd.
«d 148 D.R-.CS» presentata
dalla Società Apennine Energy S.p.A.
«d 151 D.R-.EL» presentata
dalla Società Petroceltic Italia S.r.l.
«d 358 C.R-.EL» presentata
dalla Società Petroceltic Italia S.r.l.
«d 1 G.C-.AG» presentata
dalla Società Eni S.p.A.
«d 6 F.C-.AG» presentata
dalla Società Eni S.p.A.
«d 23 A.C-.AG» presentata
dalla Società Eni S.p.A.
«d 30 B.C-.MD» presentata
dalla Società RockHopper Italia S.p.A.
«d 39 A.C-.EA» presentata
dalla Società Eni S.p.A.
rigetto parziale e
riperimetrazione delle istanze di permesso di prospezione
«d 1 B.P-.SP» presentata
dalla Società Spectrum Geo Limited
«d 1 F.P-.SP» presentata
dalla Società Spectrum Geo Limited.
«d 2 E.P-.TG» presentata
dalla Società TGS-Nopec Geophysical Company Asa.
«d 2 F.P-.PG» presentata
dalla Società Petroleum Geo Services Asia Pacific.
rigetto parziale e
riperimetrazione delle istanze di permesso di ricerca
«d 29 G.R-.NP» presentata
dalla Società Northern Petroleum Ltd
«d 30 G.R-.NP» presentata
dalla Società Northern Petroleum Ltd
«d 33 G.R-.AG» presentata
dalla Società Eni S.p.A.
«d 68 F.R-.TU» presentata
dalla Società Transunion Petroleum Italia
«d 73 F.R-.SH» presentata
dalla Società Shell Italia E&P S.p.A.
«d 74 F.R-.SH» presentata
dalla Società Shell
«d 361 C.R-.TU» presentata
dalla Società Transunion Petroleum Italia
«d 503 B.R-.CS» presentata
dalla Società Apennine Energy S.p.A.
«d 61 F.R-.NP» presentata
dalla Società Northern Petroleum Ltd.
«d 67 F.R-.AG» presentata
dalla Società Eni S.p.A.
«d 87 F.R-.GM» presentata
dalla Società Global MED LLC.
rigetto parziale e
riperimetrazione delle istanze di concessione di coltivazione
«d 2 G.C-.AG» presentata
dalla Società Eni S.p.A.
«d 26 B.C-.AG» presentata
dalla Società Eni S.p.A.
«d 40 A.C-.PY» presentata
dalla Società Po Valley Operations PTY
9 febbraio 2016
La compagnia irlandese
Petroceltic presenta al MISE istanza di rinuncia ad uno dei suoi permessi di ricerca di gas e petrolio
che interessano più direttamente l'off shore al largo delle Isole Tremiti, in piccola parte interferente
con le zone marine interdette. Da diverso tempo in difficoltà finanziarie, Petroceltic intende
concentrare gli sforzi sugli altri permessi detenuti in Adriatico. Il MISE
prende atto dei mutati piani
industriali della compagnia e non sanziona.
10 febbraio 2016
Il Consiglio dei Ministri
fissa la data del Referendum al 17 aprile 2016. E' la terza volta nella storia dell'Italia repubblicana
che si vota in aprile e la sesta in unica giornata. Qualche giorno dopo il Capo dello Stato Sergio
Mattarella, con un decreto presidenziale, controfirmerà l’atto deliberato dal Consiglio dei Ministri.
23 febbraio 2016
Il gruppo olandese Shell
conferma di aver rinunciato a due istanze di ricerca di gas e petrolio nel
Golfo di Taranto, nell'off-shore
della Calabria. "Le lettere con cui Shell lo scorso 8 febbraio ha
comunicato al Mise la volontà di non
procedere con i progetti in questione per entrambi i blocchi d.73 e d.74 - dichiara Shell - si
riferiscono alla riperimetrazione dell’area in oggetto dell’istanza, effettuata
da Codesta Amministrazione a
seguito della modifica intervenuta alla disciplina con la legge 28 dicembre 2015 n.208, che riduce
significativamente l’interesse minerario che motivava l’istanza originariamente presentata".
BILANCIO PROVVISORIO DEL
PERCORSO REFERENDARIO
I quesiti referendari erano
SEI:
- TRE QUESITI sono stati
soddisfatti con le modifiche introdotte dalla Legge di Stabilità 2016: il Parlamento ha accettato di
modificare le norme sulla strategicità, indifferibilità ed urgenza dell attività petrolifere.
Questo costituisce un innegabile successo, in quanto la dichiarazione di strategicità delle opere
avrebbe comportato il dimezzamento dei termini processuali nei ricorsi e un disciplina poco garantista
per gli enti territoriali circa la loro partecipazione ai lavori della
conferenza di servizi. Cancellata è
anche l'assurda previsione del "vincolo preordinato all'esproprio"
già a partir dalla fase della ricerca
degli idrocarburi: con ciò il diritto di proprietà del privato è salvo. Il
Parlamento ha inoltre accettato di
cancellare quelle norme che consentivano al Governo di sostituirsi alle Region in caso di mancato accordo
sui progetti petroliferi e sulle infrastrutture necessarie alla realizzazione
di tali progetti: oggi non è
più possibile arrivare ad una decisione sui progetti petroliferi se non aprendo una trattativa con le
Regioni.
- UN QUESITO è stato
ritenuto ammissibile dalla Corte Costituzionale: si tratta del quesito sul
divieto delle attività petrolifere
in mare entro le 12 miglia. Il Parlamento ha accettato di modificare la norm del Codice dell'Ambiente,
che consentiva la conclusione dei procedimenti in corso, prevedendo, tuttavia, che i permessi e
le concessioni già rilasciati non avessero più scadenza e senza chiarire che procedimenti in corso
dovessero ritenersi definitivamente chiusi e non solo sospesi. L'ammissione comporterà
che, in caso di esito positivo del referendum, bisognerà rispettare la volontà dei cittadini, e
cioè:
1) dall'abrogazione
referendaria deriverà un vincolo per il legislatore che non potrà rimuovere il divieto di cercare ed
estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia;
2) dall'abrogazione
referendaria deriverà l'obbligo per le compagnie dell'Oil & Gas che già
oggi detengono titoli per
ricerca e coltivazione in mare entro il limite delle 12 miglia di ultimare le
attività previste nei programmi di
lavoro entro tempi certi e prestabiliti e non fino ad esaurimento del giacimento.
- DUE QUESITI restano
ancora insoddisfatti e rispetto ad essi è stato promosso ricorso davanti alla Corte costituzionale: si
tratta del quesito relativo alla durata dei permessi e delle concessioni e del quesito sul "piano
delle aree". In relazione alla durata dei titoli: la Cassazione ha
dichiarato che non si debba più procedere a
referendum. Ma questa decisione nasce da una errata interpretazione delle norme. La Cassazione,
infatti, non spiega perché mai la proroga della durata dei permessi e delle concessioni costituisca un
problema per la ricerca e le estrazioni in mare (e che quindi si debba andare a referendum), mentre non
costituisce un problema per la ricerca e le estrazioni in terraferma (e che
quindi non si debba andare
a referendum). Per questa ragione è
assolutamente urgente recuperare il quesito sul Piano delle Aree. Se la Corte ammetterà il
conflitto e deciderà che vi è stata effettivamente elusione dei quesiti sulla durata dei titoli e sul
Piano, la sua decisione sarà in condizione di annullare le modifiche del Parlamento su questi due
punti.
Ciò vuol dire che
rivivranno le norme sulle quali era stato proposto il referendum e, a quel
punto, il referendum si potrà
celebrare su TRE QUESITI: IL MARE, LA DURATA DEI PERMESSI E DELLE CONCESSIONI E IL PIANO
DELLE AREE.
La Corte Costituzionale si
pronuncerà il 9 marzo 2016. ( ndr: si è
pronunciata negativamente )
Referendum - Cronistoria al
23.02.2016 (redatto da Carmela La Padula del Coordinamento No Triv
Basilicata.)
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