15 luglio 2023

Approvata la Nature restoration law, i Verdi: ogni cittadino ha un voto e una voce che conta

Le associazioni ambientaliste: è stata solo una modesta vittoria della speranza sulla paura, della verità sulla menzogna

di greenreport.it - 12 Luglio 2023

Questa volta l’alleanza tra Partito popolare europeo (non tutto, ma tutti gli italiani) e destre non ha funzionato e il Parlamento europeo ha approvato con 336 sì, 300 no e 13 astensioni la sua posizione negoziale sulla Nature Restoration Law e ha bocciato con 324 voti contrari, 312 a favore e 12 astensioni una mozione per respingere in toto la proposta della Commissione europeaLa Nature Restoration Law era stata approvata dal Consiglio europeo con un margine ristretto: Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Italia e Polonia hanno votato contro, ma la maggior parte dei Paesi Ue era a favore.

In una nota gli eurodeputati sottolineano che «Il ripristino degli ecosistemi è fondamentale per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e riduce i rischi per la sicurezza alimentare. Inoltre, la proposta di legge non impone la creazione di nuove aree protette nell’Ue né blocca la costruzione di nuove infrastrutture per l’energia rinnovabile. E’ stato approvato un nuovo articolo che sottolinea come tali impianti siano in larga misura di interesse pubblico».

L’Europarlamento sottolinea che «La nuova legge deve contribuire al conseguimento degli impegni internazionali dell’Ue, in particolare quelli indicati nel Kunming-Montreal Global Biodiversity framework Onu. I deputati europei sostengono la proposta della Commissione Ue di «Attuare, entro il 2030, misure di ripristino della natura coinvolgenti almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine dell’Ue».

Il Parlamento europeo ha proposto che «La normativa si applichi solo una volta che la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e dopo che i Paesi dell’Ue avranno quantificato le aeree da ripristinare per raggiungere gli obiettivi per ogni tipo di habitat». L’Europarlamento vuole anche introdurre la possibilità di rinviare gli obiettivi di ripristino in caso di conseguenze socioeconomiche eccezionali.

Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione Ue dovrà valutare l’eventuale gap tra le esigenze finanziarie del ripristino e i finanziamenti Ue disponibili e studiare soluzioni per colmare questo divario, in particolare attraverso un apposito strumento Ue.

Soddisfatto il relatore, il socialista spagnolo César Luena: «La Nature Restoration Law è un elemento essenziale dell’European Green Deal europeo e segue le raccomandazioni e i pareri scientifici che sottolineano la necessita di ripristinare gli ecosistemi europei. Gli agricoltori e i pescatori ne beneficeranno e verrà garantita una terra abitabile alle generazioni future. La posizione adottata oggi invia un messaggio chiaro. Ora dobbiamo continuare a lavorare bene, difendere la nostra posizione durante i negoziati con i Paesi Ue e raggiungere un accordo prima della fine del mandato di questo Parlamento per approvare il primo regolamento sul ripristino della natura nella storia dell’Ue».

Esultano i copresidenti del Partito dei Verdi europei, Thomas Waitz e Mélanie Vogel, che sottolineano: «Dobbiamo ripristinare la natura per proteggerci dalle inondazioni e dalla siccità che derivano dal cambiamento climatico. Le piante e gli alberi sono necessari per mantenere l’acqua sulla terra. Gli alberi nei centri urbani sono fondamentali per evitare che le persone soffrano il caldo. II voto della Nature Restoration Law è una vittoria. Tuttavia, il thriller politico delle ultime settimane – con uno stallo in Commissione ambiente – è anche un segnale d’allarme che nel Partito popolare europeo ci sono forze politiche che collaborano con l’Estrema destra alla distruzione della natura e politica climatica, sia a livello nazionale che europeo».

Secondo Waitz e Vogel, il voto dell’Europarlamento «Dimostra che ogni cittadino ha un voto e una voce che conta, alle prossime elezioni in Spagna e nei Paesi Bassi di quest’anno e alle elezioni europee del prossimo anno. Senza la mobilitazione degli attivisti per il clima, della società civile, dei media, del gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo e di migliaia di cittadini, questo pezzo essenziale del Green Deal avrebbe potuto essere soppresso in silenzio. Questo tipo di mobilitazione a livello nazionale ed europeo potrebbe essere necessaria anche per il nuovo regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che sarà sul tavolo del Parlamento europeo e del Consiglio europeo».

Legambiente ricostruisce sinteticamente la vicenda politica che ha portato a questo  contrastato voto: «Il Parlamento Europeo ha approvato a maggioranza la legge sul ripristino della natura (Nature restoration law) confermando che la direzione del Grean Deal Europeo è quella giusta, sconfiggendo i parlamentari di destra che, spalleggiati dalle associazioni agricole e della pesca, si opponevano ad una misura necessaria per garantire la tutela della biodiversità messa a rischio dai cambiamenti climatici e da uno sfruttamento eccesivo delle risorse naturali e del mare. Una sconfitta che a livello Europeo spacca il Partito popolare di Max Weber che ha provato a rompere la maggioranza Ursula, spalleggiato anche da quei governi come l’Italia, Austria, Belgio, Finlandia, Olanda, Polonia e Svezia che avevano bocciato la norma approvata oggi dal Parlamento Europeo».

Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, aggiunge: «L’approvazione della legge sul ripristino della natura è una buona notizia perché conferma la strategia del Green Deal Europeo, ma per il nostro Paese apre una riflessione perché il Governo Meloni deve ripensare la propria posizione in vista dei negoziati del Consiglio con il Parlamento per l’adozione finale della legge. L’Italia sulle politiche europee non può continuare a posizionarsi dalla parte sbagliata della storia e sostenere strategie contrarie alla tutela dell’ambiente e del Pianeta, gli interessi delle imprese e dei cittadini italiani si possono garantire dialogando e migliorando le proposte della Commissione Europea».

Špela Bandelj, biodiversity project manager di Greenpeace Central and Eastern Europe, ha dichiarato: «La natura europea è in uno stato disastroso, ma questo voto dimostra che c’è ancora speranza di ripristinare e far crescere quel che è rimasto. Mentre un’altra ondata di caldo senza precedenti attanaglia l’Europa, è chiaro che per sopravvivere al collasso climatico e garantire l’approvvigionamento alimentare avremo bisogno della natura dalla nostra parte. Finora i governi e l’Ue non hanno agito. La Nature Restoration Law è un chiaro punto di riferimento per giudicarli in base alle loro azioni sul campo».

In una nota congiunta le associazioni ambientaliste ricordano che «Questa vittoria, tuttavia, è arrivata a un costo molto elevato: per raggiungere un compromesso, i deputati europei hanno sacrificato molti obblighi e obiettivi critici, finendo con una posizione sostanzialmente più debole rispetto alla proposta originaria della Commissione. Questo va a sbattere di fronte all’urgenza delle crisi climatiche e della biodiversità. In particolare, la posizione del Parlamento ha eliminato l’articolo proposto sul ripristino dei terreni agricoli, che include il ripristino delle torbiere, rinunciando così a una leva essenziale per aumentare la capacità dell’Europa di sequestrare il carbonio e affrontando l’agricoltura intensiva come principale motore della perdita di biodiversità. Inoltre, il Parlamento ha adottato un emendamento che ritarderebbe l’attuazione della legge fino a quando non sarà stata condotta una valutazione della legge sulla sicurezza alimentare europea, in risposta alla campagna di allarmismo condotta dal PPE di Weber e dai gruppi di estrema destra. Un ulteriore elemento di indebolimento è la rimozione dell’articolo che garantisce il diritto fondamentale di accesso alla giustizia, con il rischio di ulteriori violazioni della Convenzione di Aarhus e di disparità di condizioni tra gli Stati membri».

Per Sabien Leemans, senior biodiversity policy officer del Wwf european policy office, «La Nature Restoration Law è diventata un simbolo del futuro dell’European Green Deal europeo. Questo voto apre la strada a un’azione continua per salvare la biodiversità e affrontare il cambiamento climatico. E’ grazie al massiccio sostegno dell’opinione pubblica, della comunità scientifica e delle imprese progressiste che la maggioranza degli eurodeputati ha votato a favore della legge. Tuttavia, la vittoria di oggi è arrivata a caro prezzo. Anche con una mobilitazione senza precedenti per salvare la natura dell’Europa, la posizione del Parlamento è lontana da ciò che la scienza ci dice sia necessario per affrontare la perdita della natura e il cambiamento climatico».

Anche per Ioannis Agapakis, avvocato ClientEarth, «Sebbene il Parlamento europeo abbia adottato oggi la NRL, la legge è stata saccheggiata dagli interessi acquisiti di molti dei nostri legislatori e siamo rimasti con un guscio di legge. Il voto di oggi avrebbe dovuto riguardare la creazione di un percorso per ripristinare il nostro ambiente per la futura sopravvivenza delle persone e del pianeta. Invece, l’esito del voto significa che i cittadini sono stati lasciati a difendere una legge che temiamo sarà profondamente inadeguata per affrontare le urgenti crisi della biodiversità e del clima. Oltre un milione di cittadini, società civile, imprese e scienziati hanno chiesto di più ai loro decision-makers: il voto di oggi dimostra che il Parlamento europeo ha evitato di soddisfare tali richieste».

Sofie Ruysschaert, responsabile delle politiche per il ripristino della natura di Birdlife Europe, concorda: «Oggi è stata una modesta vittoria della speranza sulla paura, della verità sulla menzogna. Anche se c’è motivo di festeggiare, è devastante vedere che torbiere, terreni agricoli e scadenze importanti per le misure di ripristino sono state gettate sotto un autobus perché la legge sopravvivesse al voto. Abbiamo bisogno che le tre istituzioni dell’Ue si accordino rapidamente su un testo definitivo, notevolmente migliorato, in modo che possa iniziare il vero lavoro sul campo. Il clima e la biodiversità non aspettano nessuno».
Sergiy Moroz, responsabile acqua e biodiversità dell’ European Environmental Bureau, ricorda però quale era il rischio che si stava correndo: «I numerosi sostenitori della legge hanno tirato un sospiro di sollievo oggi quando il Parlamento europeo ha appoggiato la Nature Restoration Law aprendo la strada ai negoziati con il Consiglio. Sfortunatamente, questo ha avuto un costo elevato quando il Parlamento ha sacrificato molti obblighi fondamentali. Con questo crescente sostegno, è essenziale che i colegislatori si concentrino ora sul miglioramento della legge sul ripristino della natura nei negoziati per renderla adatta ad affrontare le sfide che l’Europa deve affrontare a causa dei cambiamenti climatici e della perdita della natura».

In un comunicato la Lipu scrive: «Salutiamo il voto del Parlamento europeo con grande soddisfazione e gratitudine, per il coraggio e la lungimiranza dimostrata da una parte consistente della politica nel sostegno a una legge storica, che dà speranza alla natura e al futuro dell’Europa».

Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu, evidenzia che «La Nature Restoration Law è un provvedimento unico nel suo genere in tutta la storia della comunità europea. Per la prima volta avremo una legge con una funzione non solo protettiva, come avviene per le preziose direttive Uccelli e Habitat, ma proattiva, il cui principio è che proteggere la natura esistente è fondamentale ma non basta più: bisogna ripristinare quella perduta. Questo aiuterà a fermare il declino della biodiversità, ad affrontare la questione climatica così come ad avere un territorio più sicuro, città più verdi e accoglienti, servizi ecosistemici di maggiore qualità. Nonostante questi straordinari benefici, l’Europarlamento ha dovuto superare un’opposizione anacronistica e scorretta, di una parte della politica e di alcune lobby contrarie ad ogni vera agenda ambientale, che ha usato argomenti fasulli e talvolta linguaggi inopportuni per fermare la legge. Il successo dell’approvazione lo si deve alla determinazione della Commissione europea e di una parte consistente delle forze politiche dell’Europarlamento ma anche alla mobilitazione civica senza precedenti che ha supportato la legge: un milione di cittadini europei, 6000 scienziati, la campagna #wearenature della Lipu che ha informato 6 milioni di persone, oltre 200 organizzazioni Italiane, centinaia di ricercatori, accademici, figure di enti e istituzioni e personalità di spicco come Elisa, Luca Mercalli, Dacia Maraini, Paolo Rumiz, Vivian Lamarque, Tessa Gelisio. Ora il tratto finale della legge, il negoziato del Trilogo (Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio dell’Ue) da cui uscirà il testo della legge, che gli Stati membri faranno proprio e attueranno. Si aprirà una fase nuova, piena di speranza per la natura europea e una maggiore salute delle nostre società. Ogni euro investito in ripristino della natura, secondo gli studi della Commissione europea, produrrà un ritorno tra i 9 e i 38 euro sotto forma di servizi ecosistemici migliori, e questo è solo uno degli esempi di come questa legge può davvero cambiare in meglio la storia europea».

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Cosa dice la nuova legge europea sul ripristino della natura

Non introduce l'obbligo di creare nuove aree protette o ostacoli alla creazione di impianti a energia rinnovabile. Al contrario, un articolo indica proprio la realizzazione di questi impianti come di interesse pubblico

di Kevin Carboni*

Combattere il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità e ridurre i rischi per la sicurezza alimentare. Sono questi gli obiettivi della nuova legge sul ripristino della natura, approvata dal Parlamento europeo in una votazione che ha spaccato a metà l’emiciclo, con tutta l’estrema destra e parte del Partito popolare europeo schierati contro la proposta. Alla fine, la proposta per bocciarla è stata rifiutata con 324 voti contrari e 312 a favore, mentre il voto specifico sulla legge è passato con 336 sì, 300 no e 12 astensioni.

1.   Cosa prevede la legge sul ripristino della natura

2.   Le critiche e le risposte

3.   Il piano politico

Cosa prevede la legge sul ripristino della natura

La disposizione centrale della nuova legge prevede che i vari stati membri mettano in campo, obbligatoriamente, tutte le misure necessarie per ripristinare almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine dell’Unione europea. Un primo passo per riuscire a ripristinarne il 100% entro il 2050. In più presenta nuovi e più ambiziosi target per migliorare lo stato di conservazione e di funzionamento dei principali ecosistemi, compresi quelli agricoli e urbani, e degli habitat naturali più importanti per salvaguardare la biodiversità europea.

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Sono previste anche azioni per migliorare la salute e la diffusione degli insetti impollinatori, come le api, fondamentali per proteggere il settore agricolo e assicurare che possano proseguire nel loro importantissimo lavoro di fertilizzazione dei territori. Infine, per contrastare il pericolo di alluvioni e dissesti idrogeologici, la legge sul ripristino della natura include anche nuovi obiettivi per estendere la rimozione delle barriere fluviali inutili in tutta l’Unione.

Le critiche e le risposte

La destra e l’estrema destra europee hanno contestato e si sono opposte alla legge, sostenendo come queste misure avrebbero reso più difficile il lavoro degli agricoltori, imposto la creazione di aree protette e ostacolato l’installazione di nuovi impianti per le energie rinnovabili. Critiche senza fondamento, a volte anche completamente false, genericamente fuorvianti e contestate dagli stessi operatori industriali del settore.

Per prima cosa, come facilmente comprensibile, è proprio l’assenza di misure a tutela della natura a rendere non solo difficile, ma potenzialmente a devastare il settore agricolo. Come dimostra il disastro avvenuto a maggio 2023 in Emilia Romagna, frutto dell’unione dei fenomeni climatici estremi dovuti al cambiamento climatico e all’estremo consumo di suolo che ha ridotto gli argini e cambiato il corso dei fiumi.

Per quanto riguarda il presunto obbligo di creare nuove aree protette, la critica è semplicemente falsa, come riporta il sito del Parlamento europeo, e nessuna misura del genere è contenuta all’interno della legge. Infine, come ha sottolineato su Twitter il gruppo industriale per l’energia eolica Wind Europe, la legge non va a bloccare alcun progetto per la creazione di nuovi impianti eolici o solari. Al contrario, un articolo della legge sottolinea come questi impianti siano di interesse pubblico.

Il piano politico

Questa votazione, oltre alla sua importanza ambientale, ha rappresentato un primo esperimento per saggiare la futura, possibile alleanza tra il centro destra del Partito popolare europeo, che ha creato il polverone mediatico sulla nuova norma, e le formazioni di estrema destra, in vista delle elezioni europee del 2024. Si tratta anche di una prima spaccatura nel fronte unico centrista tra i Socialisti e democratici e il popolari, finora uniti in tutte le misure relative alla transizione ecologica.

* da www.lifegate.it - 12 luglio 2023

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