Il Costa Rica è una specie di miracolo "pacifista" e ambientalista nel turbolento istmo americano, un Paese anomalo, senza governo e senza dittature in un area frantumata in piccoli Paesi distrutti da dittature sanguinarie di destra e da eterne guerriglie di sinistra che sono arrivate al potere solo di recente. Una zone dove la criminalità spadroneggia e gestisce il flusso di droga e immigrati clandestini verso gli Stati Uniti.
La Chinchilla presenta la sua ricetta, anche questa volta diversa dai caudillo di destra e di sinistra che governano troppo spesso il Centroamerica con la demagogia parolaia: «Lavoreremo per rafforzare l'educazione pubblica e per fare in modo che i centri educativi abbiano accesso alle tecnologie», poi ha spiegato che punterà sul miglioramento del sistema sanitario nazionale e per mettere in piedi una rete di assistenza per anziani e bambini. Per quanto riguarda l'economia i punti forti della campagna elettorale della Chinchilla sono stati il miglioramento delle infrastrutture, l'istituzione di un'imposta progressiva sui redditi e soprattutto la creazione di nuovi posti di lavoro con l'iniziativa "empleos verdes".
Al centro del suo programma conferma soprattutto il suo «Impegno per la sostenibilità ambientale e per avanzare nella sfida del Paese per fare della Costa Rica la prima nazione carbon neutral nel mondo», solo così, ha detto, «Trasformeremo il Costa Rica nella prima nazione sviluppata dell'America latina».
(notizie tratte da Greenreport)
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