di Anna Donati
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Ma resta la gravità di una norma che aumenterà abusi, sprawl urbano, periferie informi e scarsa qualità edilizia: un altro tassello dell’aggressione sistematica al territorio, alle città, al suolo agricolo ed al paesaggio.
Resta da capire come la norma impatterà con le regioni e la loro autonomia in materia urbanistica, se vi saranno ricorsi o adeguamenti normativi regionali. Anche la positiva esclusione delle aree vincolate che comprende il 47% del territorio italiano, non fa i conti con la mancanza di piani paesistici in attuazione della legge Galasso da parte di diverse regioni che rende inapplicabili le tutele. E con il fatto che la stessa manovra Tremonti riduce del 50% le risorse per i parchi italiani (nel 2009 erano già scarse pari a 54 milioni di euro), che sono circa il 10% del territorio italiano, dandogli un colpo mortale e mettendoli nella impossibilità di vigilare sul proprio patrimonio naturale ed ambientale.
Nella stessa legge si semplificano ulteriormente le procedure per
Ed è sempre la stessa norma Tremonti approvata a luglio che consente l’accatastamento di case “fantasma” che secondo l’ultimo censimento dell’Agenzia del territorio sono 2.868.000 unità immobiliari: facile immaginare non si sia trattato solo di evasione delle tasse ma anche di abusivismo edilizio.
Già il provvedimento sul federalismo demaniale, voluto dalla Lega, approvato da governo e parlamento, con il voto favorevole dell’Idv, consentirà vendita e valorizzazione di un patrimonio comune in modo diseguale tra le diverse regioni, e visti i problemi di cassa delle istituzioni locali, aumenteranno cubature e speculazioni, come già è successo con gli oneri concessori destinati alla spesa corrente e non più solo a opere di urbanizzazione nelle periferie e nelle nuove aree di intervento edilizio. Non solo, come ha sottolineato Sauro Turroni, ex senatore verde3, vengono anche ignorati gli effetti sul demanio fluviale, dove di fatto si smembrano le autorità di bacino, assegnando i fiumi “affluenti” e di modeste dimensioni agli enti locali, che potranno autorizzare escavazioni di sabbia e ghiaia (materia prima per il cemento!). In questo modo si distrugge anche il principio della gestione unitaria dei fiumi e delle acque, ottenuto con tante battaglie nel 1989, con
Norme che aggraveranno una situazione già degenerata, aumentando il consumo di suolo, le periferie degradate senza identità e servizi, la perdita di bellezza e di storia millenaria del nostro straordinario patrimonio italiano.
Utile e ben documentato è il dossier recentemente presentato da Legambiente “Un’altra casa? Il diluvio del cemento ed i problemi delle città italiane”4 che fa non solo fa il punto sul consumo di suolo degli ultimi 15 anni, ma sottolinea anche i problemi di accesso alla casa che vivono molto cittadini, la crisi in atto nell’edilizia con 15.000 imprese che hanno chiuso i battenti, la pessima qualità del costruito, avanzando proposte concrete per un cambiamento positivo degli anni a venire. Si propongono regole per fermare il consumo di suolo, costruire edilizia di qualità e sociale, riqualificare quella esistente, demolire e ricostruire quella fatiscente, realizzare servizi ed infrastrutture per la riqualificazione urbana. Secondo Legambiente sono 4 milioni le abitazioni costruite tra il 1995 ed il 2009 per oltre 3 miliardi di metri cubi, che si può stimare oggi abbia superato in Italia i
Vorrei sottolineare il punto di vista di Legambiente, che ritiene che il tema “casa” e più in generale le questioni edilizie ed urbanistiche, non possano essere risolte a livello locale e comunale, ma che servano livelli superiori come le regioni, per vigilare, operare e dare slancio alle nuove idee di riqualificazione. Lo sottolineo perché mi pare una novità per Legambiente, che aveva storicamente visto nel decentramento un elemento positivo di responsabilità. Che purtroppo spesso non funziona e che è diventato un “padroni a casa nostra” per aumentare la scia del cemento e dell’asfalto, l’altra faccia della Legge obiettivo che esclude gli enti locali dalle decisioni.
Il Dossier Legambiente raccoglie anche molti dati disaggregati per regione su consumo di suolo, patrimonio edilizio e disagio abitativo, ed anche molte storie di ordinaria speculazione edilizia e consumo di suolo sparsi ad ogni latitudine dell’Italia.
Tempi duri dunque per ambiente territorio e paesaggio, ma si moltiplicano anche reazioni civili ed iniziative locali, oltre al lavoro di associazioni ambientaliste, per la tutela della bellezza e del paesaggio. È una positiva novità, anche se per ora non c’è ascolto dalla politica e nelle istituzioni, ostaggio della cultura della cementificazione. Basta leggere il libro appena pubblicato “
O seguire da vicino il prezioso lavoro di Edoardo Salzano, con il sito Eddyburg6, che raccoglie quotidianamente articoli, recensioni, iniziative, proposte su urbanistica, società e politica (urbs, civica, polis) con molte antenne sul territorio, i progetti devastanti, le regole deformate, impegnato a contrastare il degrado e l’esclusione, promuovendo la cultura dell’abitare e del governare il territorio.
C’è indignazione e partecipazione nel Paese reale contro questi scempi e questa cultura del cemento e si moltiplicano documentari7 , dossier, gruppi su Facebook, seminari, scuole estive, rete di cittadini. Da oltre un anno è stato lanciato il manifesto nazionale del movimento Stop al consumo di territorio, partito dalla preziosa esperienza di Domenico Finiguerra, sindaco del Comune di Cassinetta di Lugagnano, che ha adottato un Piano Regolatore/Territoriale a “crescita zero”. Un movimento in rete8 che raccoglie esperienze ed iniziative reali di impegno contro il consumo di suolo ed il degrado del territorio e che si ritroverà a Sarzana il 18 e 19 settembre, per mettere a fuoco le future iniziative comuni.
Note
1) Decreto Legge 78/2010 convertito nella Legge n.122 del 30 luglio 2010, pubblicata sulla G.U. n.176 del 30 luglio 2010.
2) WWF Italia, la manovra correttiva mettere a rischio l’ambiente. Documento, luglio 2010. www.wwf.it
3) Sauro Turroni. Federalismo demaniale? Piuttosto smembramento dell’Italia a vantaggio di alcune Regioni e gravi conseguenze per la sicurezza idraulica del territorio. Pubblicato sul quotidiano Terra, 27 maggio 2010
4) Legambiente. Un’altra casa? Il diluvio del cemento ed i problemi delle città italiane. Dossier, 15 luglio 2010, pubblicato sul sito www.legambiente.it
5) Garibaldi, Massari, Preve, Salvaggiuolo, Sansa.
6) Vedi www.eddyburg.it
7) vNicola Dall’Olio. Il suolo minacciato. La distruzione del suolo agricolo nella Food Walley parmense e la ricerca di modelli alternativi di sviluppo. Produzione WWF Parma. Visibile su www.viaemiliadocfest.tv
8) www.stopalcomsumoditerritorio.it
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